A poco più di cinquant’anni dalla scomparsa, l’opera complessiva di Theodor Wiesengrund Adorno colpisce per quella sua eccentricità di fondo che non consente di considerarlo semplicemente, a volte con punte di perfidia ai limiti dell’arroganza e della superficialità intellettuale, come un pensatore da collocare unicamente nelle pagine di qualche manuale di storia della filosofia. Adorno muove infatti dall’assunto di come sia decisivo per il filosofo fare i conti con il non-filosofico. E ciò, anche per assicurare ai movimenti del pensiero, al loro incessante differire/distanziarsi, un più di effettiva consapevolezza proprio nel riconoscimento della loro costitutiva parzialità.
Postille conclusive. Soggettività/oggettività dell'orrore / Fabio Bazzani. - STAMPA. - (2020), pp. 75-107.
Postille conclusive. Soggettività/oggettività dell'orrore
Fabio Bazzani
2020
Abstract
A poco più di cinquant’anni dalla scomparsa, l’opera complessiva di Theodor Wiesengrund Adorno colpisce per quella sua eccentricità di fondo che non consente di considerarlo semplicemente, a volte con punte di perfidia ai limiti dell’arroganza e della superficialità intellettuale, come un pensatore da collocare unicamente nelle pagine di qualche manuale di storia della filosofia. Adorno muove infatti dall’assunto di come sia decisivo per il filosofo fare i conti con il non-filosofico. E ciò, anche per assicurare ai movimenti del pensiero, al loro incessante differire/distanziarsi, un più di effettiva consapevolezza proprio nel riconoscimento della loro costitutiva parzialità.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.