“Che fu il balletto romantico?”: attorno a questa domanda, Fedele d’Amico fonda il suo saggio esemplare dal titolo L’idea del balletto classico.1 Interrogativo apparentemente banale, eppure profondo nelle sue implicazioni storiografiche: da esso scaturisce, a tutti gli effetti, più che un contributo temporalmente circoscritto, un breve trattato di storia della danza da cui, con esemplare lucidità critica, emerge una visione universale dell’arte coreutica dalle origini alla contemporaneità di d’Amico, che coincide, esemplarmente, con la maturità di George Balanchine. Il saggio esplora la visione di Fedele d'Amico sulla danza, analizzando come egli percepisse il balletto non solo come una forma d'arte estetica ma come un linguaggio universale che riflette profonde connessioni spirituali e culturali. D'Amico confronta la tradizione del balletto classico con le innovazioni moderne, attribuendo particolare attenzione al coreografo George Balanchine, considerato un continuatore e innovatore della tradizione classica, riflettendo sulla capacità della danza di adattarsi alle mutevoli dinamiche storiche, mantenendo al contempo principi immutabili come la leggerezza e l'armonia formale. In particolare, il saggio si concentra sul rapporto tra Igor Stravinskij e George Balanchine come un esempio emblematico di collaborazione artistica, che D’Amico definisce un sodalizio fra i più intensi e produttivi nella storia del balletto, caratterizzato da una compenetrazione concettuale e materiale che ha portato a creazioni di grande impatto, fra cui "Apollon Musagète" (1928). Questa creazione segna un punto di svolta per Balanchine, nel trovare la sua vera vocazione artistica, definendo uno stile astratto e non drammaturgico e portando avanti una tradizione classica rinnovata nello stesso modo in cui Stravinskij rielaborava i lessici musicali del passato; l'approccio coreografico di Balanchine, basato sull'astrazione e la purezza della forma, viene esaltato dalle creazioni musicali di Stravinskij, portando il balletto classico, pur rimanendo fedele alla tradizione, a esplorare nuove dimensioni espressive.

Linee umane e linee trascendentali: il ritratto della danza secondo Fedele D'Amico / caterina pagnini. - STAMPA. - (2021), pp. 261-271.

Linee umane e linee trascendentali: il ritratto della danza secondo Fedele D'Amico.

caterina pagnini
2021

Abstract

“Che fu il balletto romantico?”: attorno a questa domanda, Fedele d’Amico fonda il suo saggio esemplare dal titolo L’idea del balletto classico.1 Interrogativo apparentemente banale, eppure profondo nelle sue implicazioni storiografiche: da esso scaturisce, a tutti gli effetti, più che un contributo temporalmente circoscritto, un breve trattato di storia della danza da cui, con esemplare lucidità critica, emerge una visione universale dell’arte coreutica dalle origini alla contemporaneità di d’Amico, che coincide, esemplarmente, con la maturità di George Balanchine. Il saggio esplora la visione di Fedele d'Amico sulla danza, analizzando come egli percepisse il balletto non solo come una forma d'arte estetica ma come un linguaggio universale che riflette profonde connessioni spirituali e culturali. D'Amico confronta la tradizione del balletto classico con le innovazioni moderne, attribuendo particolare attenzione al coreografo George Balanchine, considerato un continuatore e innovatore della tradizione classica, riflettendo sulla capacità della danza di adattarsi alle mutevoli dinamiche storiche, mantenendo al contempo principi immutabili come la leggerezza e l'armonia formale. In particolare, il saggio si concentra sul rapporto tra Igor Stravinskij e George Balanchine come un esempio emblematico di collaborazione artistica, che D’Amico definisce un sodalizio fra i più intensi e produttivi nella storia del balletto, caratterizzato da una compenetrazione concettuale e materiale che ha portato a creazioni di grande impatto, fra cui "Apollon Musagète" (1928). Questa creazione segna un punto di svolta per Balanchine, nel trovare la sua vera vocazione artistica, definendo uno stile astratto e non drammaturgico e portando avanti una tradizione classica rinnovata nello stesso modo in cui Stravinskij rielaborava i lessici musicali del passato; l'approccio coreografico di Balanchine, basato sull'astrazione e la purezza della forma, viene esaltato dalle creazioni musicali di Stravinskij, portando il balletto classico, pur rimanendo fedele alla tradizione, a esplorare nuove dimensioni espressive.
2021
9788895341927
Trent'anni dopo. Quel che dobbiamo a Fedele d'Amico
261
271
caterina pagnini
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
DAmico_Pagnini.pdf

Accesso chiuso

Descrizione: Linee umane e linee trascendentali
Tipologia: Pdf editoriale (Version of record)
Licenza: Tutti i diritti riservati
Dimensione 328.21 kB
Formato Adobe PDF
328.21 kB Adobe PDF   Richiedi una copia

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1193008
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact