Tra le pieghe ‘patinate’ dei circuiti socio economici dominanti della città del- la ‘torre pendente’ sta crescendo un’altra città: quella del variegato mondo delle pratiche informali autorganizzate, che spaziano dai nuovi patti produttori- consumatori, ad esempi di recupero di esperienze e saperi locali e di rivitalizza- zione di antichi mestieri, a pratiche di costruzione di spazi pubblici urbani e territoriali. I protagonisti di queste nuove pratiche di vita sono quei cittadini che, sospinti dalla speranza e dalla convinzione che un ‘nuovo mondo sia pos- sibile e necessario’, sperimentano quotidianamente stili di consumo, di cultura e di convivialità che si oppongono al modello di sviluppo dominante e che ri- cercano nei presupposti di inclusione e sostenibilità economica, sociale e ambientale, una maggiore qualità del vivere urbano. Al pulviscolo multicolore di queste nuove realtà, che anima gli interstizi della città, appartiene l’esperienza dell’Ex-Colorificio dismesso in Via Montelungo e della costituzio- ne del Municipio dei Beni Comuni, quale virtuoso esempio di autogoverno di un bene comune urbano da parte di una comunità locale. L’incontro dialettico tra le due città, quella pubblica e informale e quella istituzionale del governo locale, può diventare il cuore di una nuova politica, dagli esiti non prevedibili, ma con la speranza di un agire comune: la costruzione di una nuova città in cui possa convergere, in un’azione creativa, ogni diversità storicamente strutturata.
Pisa "città ribelle". L'esperienza dell'ex-Colorificio "liberato" e del Municipio dei Beni Comuni / Alcalini Andrea; Rossi Maddalena. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 101-111.
Pisa "città ribelle". L'esperienza dell'ex-Colorificio "liberato" e del Municipio dei Beni Comuni
Alcalini Andrea
;Rossi Maddalena
2016
Abstract
Tra le pieghe ‘patinate’ dei circuiti socio economici dominanti della città del- la ‘torre pendente’ sta crescendo un’altra città: quella del variegato mondo delle pratiche informali autorganizzate, che spaziano dai nuovi patti produttori- consumatori, ad esempi di recupero di esperienze e saperi locali e di rivitalizza- zione di antichi mestieri, a pratiche di costruzione di spazi pubblici urbani e territoriali. I protagonisti di queste nuove pratiche di vita sono quei cittadini che, sospinti dalla speranza e dalla convinzione che un ‘nuovo mondo sia pos- sibile e necessario’, sperimentano quotidianamente stili di consumo, di cultura e di convivialità che si oppongono al modello di sviluppo dominante e che ri- cercano nei presupposti di inclusione e sostenibilità economica, sociale e ambientale, una maggiore qualità del vivere urbano. Al pulviscolo multicolore di queste nuove realtà, che anima gli interstizi della città, appartiene l’esperienza dell’Ex-Colorificio dismesso in Via Montelungo e della costituzio- ne del Municipio dei Beni Comuni, quale virtuoso esempio di autogoverno di un bene comune urbano da parte di una comunità locale. L’incontro dialettico tra le due città, quella pubblica e informale e quella istituzionale del governo locale, può diventare il cuore di una nuova politica, dagli esiti non prevedibili, ma con la speranza di un agire comune: la costruzione di una nuova città in cui possa convergere, in un’azione creativa, ogni diversità storicamente strutturata.File | Dimensione | Formato | |
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