Il saggio, pubblicato nel manuale dell’Università di Oxford dedicato alla storia del diritto europeo, indaga i diversi sentieri nazionali di sviluppo, a partire dalla prima modernità giuridica, di un diritto pubblico ‘moderno’. Si ricostruiscono così i primi segnali di una nuova concezione del diritto negli scritti della Scuola culta, nel corso del Cinquecento francese; i primi passi di una concezione pubblicistica in Germania, in parallelo alle esigenze giurisdizionali della complessa struttura confederata propria dell’Impero romano germanico; il delinearsi di una inedita identità tra droit public e sovranità dello Stato, già consolidata oltralpe almeno a partire da Les six livres de la République di Jean Bodin e quindi progressivamente declinata nelle tipiche fogge di un diritto pubblico di antico regime nelle opere di Loyseau e Domat; i precoci approdi costituzionali del pensiero giuridico inglese da Coke a Blackstone, ma anche la persistente refrattarietà inglese ad una visione dicotomica dell’ordine giuridico, distinta in pubblico e privato, sino alla sintesi di Montesquieu e al progressivo rinnovamento in senso individualistico e costituzionale proprio dell’Illuminismo giuridico. Quella che emerge, tra XVI e XVIII secolo, è una storia eminentemente plurale, ancora lontana da un lessico comune e condiviso, diversa per cronologie e declinazioni sostanziali, a lungo intessuta di mille continuità con il passato medievale. Solo a partire dalla fine del Settecento, i linguaggi tendono a convergere, mentre la distinzione tra pubblico e privato, grazie agli scritti di Kant, di Constant, di Savigny si consolida nel proprio statuto concettuale di ‘grande dicotomia’.

Ancora su storia e diritto. Omaggio a Mario Caravale / bernardo sordi. - STAMPA. - (2020), pp. 107-117.

Ancora su storia e diritto. Omaggio a Mario Caravale

bernardo sordi
2020

Abstract

Il saggio, pubblicato nel manuale dell’Università di Oxford dedicato alla storia del diritto europeo, indaga i diversi sentieri nazionali di sviluppo, a partire dalla prima modernità giuridica, di un diritto pubblico ‘moderno’. Si ricostruiscono così i primi segnali di una nuova concezione del diritto negli scritti della Scuola culta, nel corso del Cinquecento francese; i primi passi di una concezione pubblicistica in Germania, in parallelo alle esigenze giurisdizionali della complessa struttura confederata propria dell’Impero romano germanico; il delinearsi di una inedita identità tra droit public e sovranità dello Stato, già consolidata oltralpe almeno a partire da Les six livres de la République di Jean Bodin e quindi progressivamente declinata nelle tipiche fogge di un diritto pubblico di antico regime nelle opere di Loyseau e Domat; i precoci approdi costituzionali del pensiero giuridico inglese da Coke a Blackstone, ma anche la persistente refrattarietà inglese ad una visione dicotomica dell’ordine giuridico, distinta in pubblico e privato, sino alla sintesi di Montesquieu e al progressivo rinnovamento in senso individualistico e costituzionale proprio dell’Illuminismo giuridico. Quella che emerge, tra XVI e XVIII secolo, è una storia eminentemente plurale, ancora lontana da un lessico comune e condiviso, diversa per cronologie e declinazioni sostanziali, a lungo intessuta di mille continuità con il passato medievale. Solo a partire dalla fine del Settecento, i linguaggi tendono a convergere, mentre la distinzione tra pubblico e privato, grazie agli scritti di Kant, di Constant, di Savigny si consolida nel proprio statuto concettuale di ‘grande dicotomia’.
2020
978-88-243-2653-7
Storia e scienze del diritto. Incontro di studio in occasione dell'LXXX compleanno di Mario Caravale
107
117
Goal 16: Peace, justice and strong institutions
bernardo sordi
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