Il presente volume offre al lettore un punto di osservazione che guarda al processo, e in particolare alla domanda giudiziale, a partire dal fatto. Le incertezze definitorie che caratterizzano le categorie in cui esso tradizionalmente si articola ed è utilizzato nella dimensione processuale incidono sulla vita concreta del processo ordinario, perché il concetto di fatto costitutivo presiede alla corretta specificazione della domanda giudiziale e influenza l’intera delimitazione del perimetro fattuale necessario alla trattazione e alla decisione della lite, costruito essenzialmente su fatti principali ad esso correlati, cui si aggiungono fatti qui indicati come <> poiché in grado di incidere sul quantum o sul quomodomo dei fatti principali, percepiti dalla dottrina ma non ricorrenti nella categorizzazione legislativa. Pur nella loro ambigua dimensione, tali fatti devono essere introdotti nel processo dall’attività di parte scandita da rigidi termini decadenziali difficilmente recuperabili. . Un assetto dei poteri delle parti specialmente inadatto a quei contenziosi in cui la complessità del fatto, e sovente l’asimmetria informativa tra le parti, rende non assolvibile l’onere di una completa ed esauriente allegazione sin dagli esordi del processo. L’itinerario conduce attraverso la recente rivisitazione dottrinale e giurisprudenziali del fatto nel processo e si sofferma sul sistema francese il quale offre un originale concetto di oggetto della domanda, svincolato dal ruolo identificativo del fatto, inteso in una dimensione di utilità-funzionalità, poiché identificato con il risultato economico o sociale perseguito dalla domanda in giudizio che si proietta su tutto il processo di primo e di secondo grado e dal quale dipende l’ampio margine dei nova consentiti alle parti sia in primo grado sia in appello.
Il fatto e la domanda in giudizio. Profili ricostruttivi / Caterina Silvestri. - STAMPA. - (2020), pp. 1-240.
Il fatto e la domanda in giudizio. Profili ricostruttivi
Caterina Silvestri
2020
Abstract
Il presente volume offre al lettore un punto di osservazione che guarda al processo, e in particolare alla domanda giudiziale, a partire dal fatto. Le incertezze definitorie che caratterizzano le categorie in cui esso tradizionalmente si articola ed è utilizzato nella dimensione processuale incidono sulla vita concreta del processo ordinario, perché il concetto di fatto costitutivo presiede alla corretta specificazione della domanda giudiziale e influenza l’intera delimitazione del perimetro fattuale necessario alla trattazione e alla decisione della lite, costruito essenzialmente su fatti principali ad esso correlati, cui si aggiungono fatti qui indicati come <> poiché in grado di incidere sul quantum o sul quomodomo dei fatti principali, percepiti dalla dottrina ma non ricorrenti nella categorizzazione legislativa. Pur nella loro ambigua dimensione, tali fatti devono essere introdotti nel processo dall’attività di parte scandita da rigidi termini decadenziali difficilmente recuperabili. . Un assetto dei poteri delle parti specialmente inadatto a quei contenziosi in cui la complessità del fatto, e sovente l’asimmetria informativa tra le parti, rende non assolvibile l’onere di una completa ed esauriente allegazione sin dagli esordi del processo. L’itinerario conduce attraverso la recente rivisitazione dottrinale e giurisprudenziali del fatto nel processo e si sofferma sul sistema francese il quale offre un originale concetto di oggetto della domanda, svincolato dal ruolo identificativo del fatto, inteso in una dimensione di utilità-funzionalità, poiché identificato con il risultato economico o sociale perseguito dalla domanda in giudizio che si proietta su tutto il processo di primo e di secondo grado e dal quale dipende l’ampio margine dei nova consentiti alle parti sia in primo grado sia in appello.File | Dimensione | Formato | |
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