Introduzione. Il Progetto Europeo “Prevention of violent Radicalisation and of Violent Actions in intergroup relations – PROVA” (PROVA Project, 2016) si è occupato della prevenzione della radicalizzazione violenta tra minori/giovani adulti in carcere o in misure alternative, promuovendo un approccio proattivo di inclusione sociale basato su valori democratici di dialogo interculturale, cittadinanza attiva e rispetto dei diritti fondamentali. Al fine di elaborare buone pratiche e mettere a sistema gli interventi preventivi implementati a livello locale, il progetto PROVA ha previsto la realizzazione di tre workshop con stakeholder per discutere i principali temi emersi durante le fasi di formazione con professionisti che operano con minori/giovani adulti sotto procedimento penale e di attività partecipative svolte con minori/giovani adulti, in carcere o in misure alternative, e con studenti universitari. Metodi. Sono stati svolti tre workshop a cui hanno partecipato 35 stakeholder locali. Ciascun workshop si è focalizzato su uno dei seguenti temi: “L’uso della paura nelle policies locali”, “Ripensare gli spazi per la città inclusiva”, “Azioni in rete per interventi in contesti difficili”. Al fine di facilitare la discussione tra i partecipanti, è stata utilizzata la tecnica dello World Café (Aldred, 2009). I contributi ottenuti durante gli incontri sono stati raccolti e analizzati qualitativamente, attraverso l’approccio dell’Analisi Tematica (Braun & Clarke, 2006). Risultati. Il primo tema emerso dai risultati riguarda la paura: i partecipanti sottolineano l’importanza di porre attenzione ai bisogni e alle paure sia dei migranti che dei cittadini in difficoltà, incrementando le possibilità di incontro tra le due comunità ed evitando una competizione a livello di diritti umani. Un secondo importante tema è legato ai luoghi e agli spazi delle città, spesso non adatti all’aggregazione sociale. Il terzo tema emerso, relativo alle reti sociali, ha evidenziato la necessità di costruire un tessuto sociale inclusivo, che possa contrastare un “isolamento delle istituzioni” con scelte politiche mirate. L’ultimo tema emerso riguarda invece gli aspetti inerenti l’informazione e la comunicazione. Conclusioni. I risultati hanno sottolineato l’importanza di intervenire a livello preventivo sulle marginalità giovanili e sui processi di radicalizzazione violenta, attraverso la realizzazione di azioni proattive a lungo termine (Moghaddam, 2005). È inoltre importante sostenere la rivalorizzazione di contesti come il carcere e la riattivazione di spazi pubblici, un tempo luoghi di aggregazione sociale. Infine, appare fondamentale consolidare l’approccio multi-agenzia (RAN, 2018), rinforzando le reti sociali esistenti tra istituzioni locali e del Terzo Settore, oltre alle reti “informali” e inconsapevoli, per promuovere la condivisione di best practice e la realizzazione di azioni preventive efficaci.

Progetto europeo prova: la prevenzione della radicalizzazione violenta / Elisa Guidi, Cristina Cecchini, Nicolina Bosco, Patrizia Meringolo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 73-78. (Intervento presentato al convegno XII Convegno Nazionale S.I.P.Co. "Comunità Imperfette: dalle dinamiche disgregative al decision making comunitario").

Progetto europeo prova: la prevenzione della radicalizzazione violenta

Elisa Guidi;Cristina Cecchini;Nicolina Bosco;Patrizia Meringolo
2019

Abstract

Introduzione. Il Progetto Europeo “Prevention of violent Radicalisation and of Violent Actions in intergroup relations – PROVA” (PROVA Project, 2016) si è occupato della prevenzione della radicalizzazione violenta tra minori/giovani adulti in carcere o in misure alternative, promuovendo un approccio proattivo di inclusione sociale basato su valori democratici di dialogo interculturale, cittadinanza attiva e rispetto dei diritti fondamentali. Al fine di elaborare buone pratiche e mettere a sistema gli interventi preventivi implementati a livello locale, il progetto PROVA ha previsto la realizzazione di tre workshop con stakeholder per discutere i principali temi emersi durante le fasi di formazione con professionisti che operano con minori/giovani adulti sotto procedimento penale e di attività partecipative svolte con minori/giovani adulti, in carcere o in misure alternative, e con studenti universitari. Metodi. Sono stati svolti tre workshop a cui hanno partecipato 35 stakeholder locali. Ciascun workshop si è focalizzato su uno dei seguenti temi: “L’uso della paura nelle policies locali”, “Ripensare gli spazi per la città inclusiva”, “Azioni in rete per interventi in contesti difficili”. Al fine di facilitare la discussione tra i partecipanti, è stata utilizzata la tecnica dello World Café (Aldred, 2009). I contributi ottenuti durante gli incontri sono stati raccolti e analizzati qualitativamente, attraverso l’approccio dell’Analisi Tematica (Braun & Clarke, 2006). Risultati. Il primo tema emerso dai risultati riguarda la paura: i partecipanti sottolineano l’importanza di porre attenzione ai bisogni e alle paure sia dei migranti che dei cittadini in difficoltà, incrementando le possibilità di incontro tra le due comunità ed evitando una competizione a livello di diritti umani. Un secondo importante tema è legato ai luoghi e agli spazi delle città, spesso non adatti all’aggregazione sociale. Il terzo tema emerso, relativo alle reti sociali, ha evidenziato la necessità di costruire un tessuto sociale inclusivo, che possa contrastare un “isolamento delle istituzioni” con scelte politiche mirate. L’ultimo tema emerso riguarda invece gli aspetti inerenti l’informazione e la comunicazione. Conclusioni. I risultati hanno sottolineato l’importanza di intervenire a livello preventivo sulle marginalità giovanili e sui processi di radicalizzazione violenta, attraverso la realizzazione di azioni proattive a lungo termine (Moghaddam, 2005). È inoltre importante sostenere la rivalorizzazione di contesti come il carcere e la riattivazione di spazi pubblici, un tempo luoghi di aggregazione sociale. Infine, appare fondamentale consolidare l’approccio multi-agenzia (RAN, 2018), rinforzando le reti sociali esistenti tra istituzioni locali e del Terzo Settore, oltre alle reti “informali” e inconsapevoli, per promuovere la condivisione di best practice e la realizzazione di azioni preventive efficaci.
2019
Comunità Imperfette: dalle dinamiche disgregative al decision making comunitario
XII Convegno Nazionale S.I.P.Co. "Comunità Imperfette: dalle dinamiche disgregative al decision making comunitario"
Goal 4: Quality education
Goal 10: Reducing inequalities
Goal 11: Sustainable cities and communities
Goal 16: Peace, justice and strong institutions
Elisa Guidi, Cristina Cecchini, Nicolina Bosco, Patrizia Meringolo
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1215788
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