In questo lavoro si presentano i risultati ottenuti attraverso l’applicazione di due metodologie di gestione delle informazioni finalizzate al progetto di conoscenza di un qualsivoglia manufatto architettonico, proponendo per entrambi i casi la creazione di un grande archivio, di facile consultazione, progressivamente aggiornabile ed incrementabile, utilizzabile in ogni momento della vita futura del manufatto stesso, consentendone un livello di conoscenza che risulti al tempo stesso dinamica ed approfondita. I modelli sviluppati mettono a disposizione, oltre ai dati oggettivi, anche le deduzioni e le ipotesi possibili caratterizzanti le parti inaccessibili e non rilevabili del manufatto che nei modelli sul nuovo non esistono; tutti i dati relativi al materiale storico, documenti, immagini e materiale diagnostico prodotto per l’occasione. L’indagine storica ed archivistica ha costituito il momento primario del processo di indagine conoscitiva; la molteplicità e l’eterogeneità dei prodotti conservati conferiscono agli archivi un’eredità preziosa e insostituibile. Essi si sono configurati come i veri e propri testimoni di una storia complessa, che ha ospitato il susseguirsi dei cambiamenti e delle “vicissitudini” della vita dei manufatti in esame. Grazie a questa esperienza ho potuto conoscere ed affrontare dal punto di vista metodologico due realtà profondamente diverse tra loro, caratterizzate da connotazioni diametralmente opposte ma ambedue rappresentative di una cultura radicata nei secoli che, in taluni casi, ha mostrato punti di contatto inaspettati. Le Mura urbiche di Firenze da una parte e l’Ex Monastero di Totolapan, Messico dall’altra si configurano come testimoni di un’epoca di rivoluzioni culturali. La ricerca qui presentata vuole quindi essere un contributo al servizio proprio della resilienza, proponendosi come un supporto al controllo ed alla testimonianza del processo di cambiamento del manufatto architettonico, finalizzati da un lato alla salvaguardarne in termini di conservazione dei sui elementi architettonici originali durante il susseguirsi, forse inevitabile, del suo adattamento funzionale alle esigenze future, dall’altro alla gestione corretta e razionale del suo piano manutentivo . La nostra realtà è lo specchio dell’animo umano ed è quindi caratterizzata da una profonda necessità di rinnovamento e cambiamento del modo di concepire e gestire l’architettura, esistente e non. Il termine “Resilienza architettonica” ha attualmente un significato molto legato all’ecologia, inteso come la capacità intrinseca di un sistema di tornare alle condizioni di equilibrio dopo un intervento esterno perturbante. A mio avviso si tratta di un concetto molto vicino all’inerzia dei sistemi fisici e quindi la tendenza di un corpo a conservare il suo stato di quiete o l’equilibrio in un sistema di forze. Non è quindi il ritorno ad uno stato iniziale, bensì di equilibrio, di quiete. I due sistemi aperti, redatti ed implementati in occasione di questo lavoro di tesi, devono quindi intendersi come un contributo utile alla gestione del cambiamento o dell’adattamento consapevole dei manufatti. Il concetto di manutenzione, in tal senso, anche se per i due casi analizzati costituisce solo uno tra i molteplici aspetti caratterizzanti, è parte intrinseca del concetto di resilienza.

Un sistema di gestione dei dati diagnostici per il progetto di conservazione, Building Information Modeling (B.I.M.) I casi studio: Firenze Mura (GIS) e L’ Ex Convento de San Guillermo Abad Totalapan - México (BIM) / Jacopo Vitale. - (2020).

Un sistema di gestione dei dati diagnostici per il progetto di conservazione, Building Information Modeling (B.I.M.) I casi studio: Firenze Mura (GIS) e L’ Ex Convento de San Guillermo Abad Totalapan - México (BIM)

Jacopo Vitale
2020

Abstract

In questo lavoro si presentano i risultati ottenuti attraverso l’applicazione di due metodologie di gestione delle informazioni finalizzate al progetto di conoscenza di un qualsivoglia manufatto architettonico, proponendo per entrambi i casi la creazione di un grande archivio, di facile consultazione, progressivamente aggiornabile ed incrementabile, utilizzabile in ogni momento della vita futura del manufatto stesso, consentendone un livello di conoscenza che risulti al tempo stesso dinamica ed approfondita. I modelli sviluppati mettono a disposizione, oltre ai dati oggettivi, anche le deduzioni e le ipotesi possibili caratterizzanti le parti inaccessibili e non rilevabili del manufatto che nei modelli sul nuovo non esistono; tutti i dati relativi al materiale storico, documenti, immagini e materiale diagnostico prodotto per l’occasione. L’indagine storica ed archivistica ha costituito il momento primario del processo di indagine conoscitiva; la molteplicità e l’eterogeneità dei prodotti conservati conferiscono agli archivi un’eredità preziosa e insostituibile. Essi si sono configurati come i veri e propri testimoni di una storia complessa, che ha ospitato il susseguirsi dei cambiamenti e delle “vicissitudini” della vita dei manufatti in esame. Grazie a questa esperienza ho potuto conoscere ed affrontare dal punto di vista metodologico due realtà profondamente diverse tra loro, caratterizzate da connotazioni diametralmente opposte ma ambedue rappresentative di una cultura radicata nei secoli che, in taluni casi, ha mostrato punti di contatto inaspettati. Le Mura urbiche di Firenze da una parte e l’Ex Monastero di Totolapan, Messico dall’altra si configurano come testimoni di un’epoca di rivoluzioni culturali. La ricerca qui presentata vuole quindi essere un contributo al servizio proprio della resilienza, proponendosi come un supporto al controllo ed alla testimonianza del processo di cambiamento del manufatto architettonico, finalizzati da un lato alla salvaguardarne in termini di conservazione dei sui elementi architettonici originali durante il susseguirsi, forse inevitabile, del suo adattamento funzionale alle esigenze future, dall’altro alla gestione corretta e razionale del suo piano manutentivo . La nostra realtà è lo specchio dell’animo umano ed è quindi caratterizzata da una profonda necessità di rinnovamento e cambiamento del modo di concepire e gestire l’architettura, esistente e non. Il termine “Resilienza architettonica” ha attualmente un significato molto legato all’ecologia, inteso come la capacità intrinseca di un sistema di tornare alle condizioni di equilibrio dopo un intervento esterno perturbante. A mio avviso si tratta di un concetto molto vicino all’inerzia dei sistemi fisici e quindi la tendenza di un corpo a conservare il suo stato di quiete o l’equilibrio in un sistema di forze. Non è quindi il ritorno ad uno stato iniziale, bensì di equilibrio, di quiete. I due sistemi aperti, redatti ed implementati in occasione di questo lavoro di tesi, devono quindi intendersi come un contributo utile alla gestione del cambiamento o dell’adattamento consapevole dei manufatti. Il concetto di manutenzione, in tal senso, anche se per i due casi analizzati costituisce solo uno tra i molteplici aspetti caratterizzanti, è parte intrinseca del concetto di resilienza.
2020
Roberto Sabelli , Giacomo Tempesta
ITALIA
Jacopo Vitale
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Descrizione: Tesi Dottorato Jacopo Giuseppe Vitale_XXXII Ciclo
Tipologia: Tesi di dottorato
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