Le ricerche raccolte in questo volume indagano in modo originale il significato della libertà politica nelle città comunali e signorili italiane, sottraendosi alla precomprensione che la ritiene espressione di una forma di governo repubblicana antagonistica a quella signorile e non limitandosi alla mera analisi delle elaborazioni intellettuali. Condotta su uno spettro ampio di documentazione e da una prospettiva metodologica che mette in relazione i testi letterari e dottrinari con le fonti cosiddette della “pratica” e iconografiche, la ricognizione esplora la pluralità di nozioni e di declinazioni assunte dalla libertà nello spazio politico delle città italiane sul lungo periodo tra i secoli XII e XIV: una condizione giuridica alternativa alla servitù, un insieme di consuetudini e di immunità, uno status privilegiato di autonomia, una mitopoiesi identitaria, un’ideologia antitirannica, una rivendicazione di non dipendenza, una condizione di non interferenza garantita dall’impero, dalla Chiesa, dai regimi di popolo o da quelli signorili. Prima dell’elaborazione umanistica di una concezione della libertà repubblica, nelle esperienze delle città italiane si possono cogliere significative discontinuità di significato che definirono il patrimonio ideale di libertates di antico regime che precede quello della modernità liberale.

Le declinazioni della libertà nelle città comunali e signorili italiane (secoli XII-XIV) / zorzi. - STAMPA. - (2020), pp. 11-73.

Le declinazioni della libertà nelle città comunali e signorili italiane (secoli XII-XIV)

zorzi
2020

Abstract

Le ricerche raccolte in questo volume indagano in modo originale il significato della libertà politica nelle città comunali e signorili italiane, sottraendosi alla precomprensione che la ritiene espressione di una forma di governo repubblicana antagonistica a quella signorile e non limitandosi alla mera analisi delle elaborazioni intellettuali. Condotta su uno spettro ampio di documentazione e da una prospettiva metodologica che mette in relazione i testi letterari e dottrinari con le fonti cosiddette della “pratica” e iconografiche, la ricognizione esplora la pluralità di nozioni e di declinazioni assunte dalla libertà nello spazio politico delle città italiane sul lungo periodo tra i secoli XII e XIV: una condizione giuridica alternativa alla servitù, un insieme di consuetudini e di immunità, uno status privilegiato di autonomia, una mitopoiesi identitaria, un’ideologia antitirannica, una rivendicazione di non dipendenza, una condizione di non interferenza garantita dall’impero, dalla Chiesa, dai regimi di popolo o da quelli signorili. Prima dell’elaborazione umanistica di una concezione della libertà repubblica, nelle esperienze delle città italiane si possono cogliere significative discontinuità di significato che definirono il patrimonio ideale di libertates di antico regime che precede quello della modernità liberale.
2020
978-88-3313-085-9
La libertà nelle città comunali e signorili italiane
11
73
zorzi
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