L’impresa è un’attività organizzata e, come tale, presuppone una struttura organizzativa la cui complessità si accentua, in un climax ascendente, all’impresa individuale sino alla grande impresa azionaria e all’organizzazione tipicamente policorporativa che connota i gruppi di società. Di questo complesso agire organizzato il modello di prevenzione dei reati costituisce un aspetto qualificante: la sua collocazione all’interno del più ampio novero delle strutture e degli assetti organizzativi di cui l’ente deve dotarsi consente di mettere meglio a fuoco tanto le reciproche connessioni ed interferenze, quanto le peculiarità che connotano il modello di prevenzione dei reati rispetto ai protocolli organizzativi imposti in generale dal diritto societario. La trattazione si incentra sul primo profilo, segnalando la convergenza funzionale dei due alvei regolamentari sul terreno decisivo ed unificante del regime dei controlli interni, alla luce degli interventi normativi successivi al d.lgs. n. 231/2001, a partire dalla riforma societaria del 2003. Vengono quindi delineati i potenziali corollari, sul versante civilistico, dell’omessa o inadeguata predisposizione del modello, segnatamente in punto di responsabilità degli organi sociali. L’ultima parte del capitolo è dedicata a temi interdisciplinari di rilevante impatto applicativo, quali la possibile attribuzione delle funzioni dell’organismo di vigilanza agli organi societari di controllo e la peculiare configurazione dei modelli di prevenzione nell’ambito dei gruppi di società. Nel paragrafo conclusivo vengono avanzate alcune proposte per un rafforzamento, dall’angolo prospettico del diritto societario, dell’autonomia dell’organismo di vigilanza.

Il modello di prevenzione dei reati nel sistema dei controlli societari / n. abriani. - STAMPA. - (2019), pp. 2778-2819.

Il modello di prevenzione dei reati nel sistema dei controlli societari

n. abriani
2019

Abstract

L’impresa è un’attività organizzata e, come tale, presuppone una struttura organizzativa la cui complessità si accentua, in un climax ascendente, all’impresa individuale sino alla grande impresa azionaria e all’organizzazione tipicamente policorporativa che connota i gruppi di società. Di questo complesso agire organizzato il modello di prevenzione dei reati costituisce un aspetto qualificante: la sua collocazione all’interno del più ampio novero delle strutture e degli assetti organizzativi di cui l’ente deve dotarsi consente di mettere meglio a fuoco tanto le reciproche connessioni ed interferenze, quanto le peculiarità che connotano il modello di prevenzione dei reati rispetto ai protocolli organizzativi imposti in generale dal diritto societario. La trattazione si incentra sul primo profilo, segnalando la convergenza funzionale dei due alvei regolamentari sul terreno decisivo ed unificante del regime dei controlli interni, alla luce degli interventi normativi successivi al d.lgs. n. 231/2001, a partire dalla riforma societaria del 2003. Vengono quindi delineati i potenziali corollari, sul versante civilistico, dell’omessa o inadeguata predisposizione del modello, segnatamente in punto di responsabilità degli organi sociali. L’ultima parte del capitolo è dedicata a temi interdisciplinari di rilevante impatto applicativo, quali la possibile attribuzione delle funzioni dell’organismo di vigilanza agli organi societari di controllo e la peculiare configurazione dei modelli di prevenzione nell’ambito dei gruppi di società. Nel paragrafo conclusivo vengono avanzate alcune proposte per un rafforzamento, dall’angolo prospettico del diritto societario, dell’autonomia dell’organismo di vigilanza.
2019
9788859821397
Diritto penale dell'economia
2778
2819
n. abriani
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