Il contributo approfondisce la polarità tra gioco e apparenza presentata da Walter Benjamin nella terza versione del saggio su L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Polarità che, muovendo dal radicamento intimo dell'apparenza nella sfera cultuale, viene riletta alla luce dei principi del rito e del gioco: come due categorie paradigmatiche che, pur essendo intrinsecamente connesse tra loro, indicano due posture differenti nei confronti dell'ente nel suo insieme, prima ancora che nell'ambito della produzione artistica. Come due fenomeni costitutivi dell'umano, in quanto hanno entrambe a che fare con l'esigenza dell'uomo di orientamento e protezione, con l'istituzione di ciò che chiamiamo mondo. E però il prevalere di un polo invece di un altro porta con sé risposte antitetiche a una simile esigenza, un rapporto con la natura e con il tempo, una messa in forma del mondo, diversi. Il prevalere di un polo o di un altro, infatti, implica due forme di ripetizione, e quindi due andamenti temporali, differenti: tempo mitico e ciclico dell'eterno ritorno del medesimo nel caso del rito, ripetizione costruttiva, che racchiude in sé la possibilità del nuovo, nel caso del gioco.

Repetita: rito versus gioco / Marina Montanelli. - STAMPA. - (2016), pp. 37-57.

Repetita: rito versus gioco

Marina Montanelli
2016

Abstract

Il contributo approfondisce la polarità tra gioco e apparenza presentata da Walter Benjamin nella terza versione del saggio su L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Polarità che, muovendo dal radicamento intimo dell'apparenza nella sfera cultuale, viene riletta alla luce dei principi del rito e del gioco: come due categorie paradigmatiche che, pur essendo intrinsecamente connesse tra loro, indicano due posture differenti nei confronti dell'ente nel suo insieme, prima ancora che nell'ambito della produzione artistica. Come due fenomeni costitutivi dell'umano, in quanto hanno entrambe a che fare con l'esigenza dell'uomo di orientamento e protezione, con l'istituzione di ciò che chiamiamo mondo. E però il prevalere di un polo invece di un altro porta con sé risposte antitetiche a una simile esigenza, un rapporto con la natura e con il tempo, una messa in forma del mondo, diversi. Il prevalere di un polo o di un altro, infatti, implica due forme di ripetizione, e quindi due andamenti temporali, differenti: tempo mitico e ciclico dell'eterno ritorno del medesimo nel caso del rito, ripetizione costruttiva, che racchiude in sé la possibilità del nuovo, nel caso del gioco.
2016
978-88-7462-880-3
Tecniche di esposizione. Walter Benjamin e la riproduzione dell'opera d'arte
37
57
Marina Montanelli
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