La ricerca si propone di rilevare l’esistenza di differenze nella presenza di stereotipi di genere nei libri di testo per la scuola primaria stampati a dieci e quindici anni di distanza dal 1999, anno di stipula del Polite, l’accordo di autoregolamentazione dell’editoria scolastica che aveva l’obiettivo di ripensare i libri scolastici nell’ottica di una rappresentazione paritaria di uomini e donne. In questo quindicennio i rapporti tra sessismo ed educazione hanno acquisito attenzioni e visibilità mai avute prima, guadagnando attraverso il dibattito e lo scontro sulla cosiddetta “ideologia (e/o teoria) del gender” spazi nel dibattito politico e nella cronaca del tutto preclusi in precedenza. Nonostante gli interventi su processi e materiali didattici abbiano ottenuto una notevole eco, rimane complesso valutarne l’effettiva consistenza. Utilizzando uno strumento per l’analisi della presenza di stereotipi messo a punto in una precedente indagine condotta da Irene Biemmi, sono stati analizzati un totale di 1084 brani: 561 per le edizioni 2008-2010 (relativi a dodici case editrici) e 523 per le edizioni del 2014 (relativi a undici case editrici). Allo scopo di verificare l’ipotesi di una diminuzione significativa del ricorso all’uso di stereotipi sessisti (a distanza di anni e tra i sussidiari di case editrici che hanno aderito al Polite e quelli di case editrici che non hanno sottoscritto l’accordo), l’indagine si è in particolar modo soffermata su variabili quali il genere dei protagonisti, lo spazio agito (aperto/chiuso), i ruoli professionali, la differente frequenza del ricorso agli attributi fisici nella descrizione di femmine e maschi. The research aims to detect whether there are differences in the presence of gender stereotypes in primary school textbooks published ten and fifteen years after 1999, the year the Polite agreement was signed. This agreement was a self-regulation accord for school publishing, intended to rethink textbooks from the perspective of equal representation of men and women. Over this fifteen-year period, the relationship between sexism and education has garnered unprecedented attention and visibility, gaining space in political debates and media coverage through discussions and controversies surrounding the so-called "gender ideology (and/or theory)," a topic previously absent from public discourse. Despite the significant attention given to interventions in educational processes and materials, assessing their actual impact remains complex. Using an analysis tool for detecting the presence of stereotypes, developed in a previous study by Irene Biemmi, a total of 1,084 texts were analysed: 561 from the 2008-2010 editions (from twelve publishers) and 523 from the 2014 editions (from eleven publishers). To test the hypothesis of a significant reduction in the use of sexist stereotypes (over time and between textbooks from publishers who adhered to the Polite agreement and those who did not), the study focused particularly on variables such as the gender of the protagonists, the space in which they act (open/closed), professional roles, and the different frequency of physical attributes used in the descriptions of females and males.
Differenze di genere nell'editoria scolastica. Indagine empirica sui sussidiari dei linguaggi per la scuola primaria / Cristiano Corsini; Irene Dora Maria Scierri. - ELETTRONICO. - (2016). [10.4458/7213]
Differenze di genere nell'editoria scolastica. Indagine empirica sui sussidiari dei linguaggi per la scuola primaria
Irene Dora Maria Scierri
2016
Abstract
La ricerca si propone di rilevare l’esistenza di differenze nella presenza di stereotipi di genere nei libri di testo per la scuola primaria stampati a dieci e quindici anni di distanza dal 1999, anno di stipula del Polite, l’accordo di autoregolamentazione dell’editoria scolastica che aveva l’obiettivo di ripensare i libri scolastici nell’ottica di una rappresentazione paritaria di uomini e donne. In questo quindicennio i rapporti tra sessismo ed educazione hanno acquisito attenzioni e visibilità mai avute prima, guadagnando attraverso il dibattito e lo scontro sulla cosiddetta “ideologia (e/o teoria) del gender” spazi nel dibattito politico e nella cronaca del tutto preclusi in precedenza. Nonostante gli interventi su processi e materiali didattici abbiano ottenuto una notevole eco, rimane complesso valutarne l’effettiva consistenza. Utilizzando uno strumento per l’analisi della presenza di stereotipi messo a punto in una precedente indagine condotta da Irene Biemmi, sono stati analizzati un totale di 1084 brani: 561 per le edizioni 2008-2010 (relativi a dodici case editrici) e 523 per le edizioni del 2014 (relativi a undici case editrici). Allo scopo di verificare l’ipotesi di una diminuzione significativa del ricorso all’uso di stereotipi sessisti (a distanza di anni e tra i sussidiari di case editrici che hanno aderito al Polite e quelli di case editrici che non hanno sottoscritto l’accordo), l’indagine si è in particolar modo soffermata su variabili quali il genere dei protagonisti, lo spazio agito (aperto/chiuso), i ruoli professionali, la differente frequenza del ricorso agli attributi fisici nella descrizione di femmine e maschi. The research aims to detect whether there are differences in the presence of gender stereotypes in primary school textbooks published ten and fifteen years after 1999, the year the Polite agreement was signed. This agreement was a self-regulation accord for school publishing, intended to rethink textbooks from the perspective of equal representation of men and women. Over this fifteen-year period, the relationship between sexism and education has garnered unprecedented attention and visibility, gaining space in political debates and media coverage through discussions and controversies surrounding the so-called "gender ideology (and/or theory)," a topic previously absent from public discourse. Despite the significant attention given to interventions in educational processes and materials, assessing their actual impact remains complex. Using an analysis tool for detecting the presence of stereotypes, developed in a previous study by Irene Biemmi, a total of 1,084 texts were analysed: 561 from the 2008-2010 editions (from twelve publishers) and 523 from the 2014 editions (from eleven publishers). To test the hypothesis of a significant reduction in the use of sexist stereotypes (over time and between textbooks from publishers who adhered to the Polite agreement and those who did not), the study focused particularly on variables such as the gender of the protagonists, the space in which they act (open/closed), professional roles, and the different frequency of physical attributes used in the descriptions of females and males.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.