In molti archivi della Toscana, nei fondi delle istituzioni assistenziali cittadine, troviamo numerosi libri di conto appartenuti a piccoli artigiani e mercanti che, alla loro morte, testarono a favore di realtà caritative che spesso avevano governato e gestito durante la vita. Particolarmente ricchi in tal senso risultano alcuni fondi conservati nell’Archivio di Stato di Prato, ma anche il più famoso Archivio dello Spedale degli Innocenti di Firenze e quello della Fraternita dei Laici di Arezzo. La ricerca vorrebbe passare in rassegna questi fondi per cercare di capire di che figure si tratti, in che rapporto si trovassero con le istituzioni a favore delle quali testarono e quali furono i motivi che li spinsero a occuparsi di realtà così particolari, dedite all’assistenza e alla carità. Poiché, almeno da quanto abbiamo potuto vedere in una prima fase, ciò dipendeva solo in piccola parte dalla mancanza di eredi o di una rete familiare di sostegno, cercheremo di vedere se furono semplicemente mossi dal sentimento cristiano della carità o se invece furono spinti da un più banale desiderio di emergere e apparire all’interno del contesto cittadino o dalla necessità di creare una rete di rapporti che potesse essere utile all’attività professionale

Artigiani e piccoli mercanti, benefattori delle istituzioni assistenziali nella Toscana medievale: intrecci, relazioni e obblighi / paola pinelli. - STAMPA. - (2021), pp. 113-136.

Artigiani e piccoli mercanti, benefattori delle istituzioni assistenziali nella Toscana medievale: intrecci, relazioni e obblighi

paola pinelli
2021

Abstract

In molti archivi della Toscana, nei fondi delle istituzioni assistenziali cittadine, troviamo numerosi libri di conto appartenuti a piccoli artigiani e mercanti che, alla loro morte, testarono a favore di realtà caritative che spesso avevano governato e gestito durante la vita. Particolarmente ricchi in tal senso risultano alcuni fondi conservati nell’Archivio di Stato di Prato, ma anche il più famoso Archivio dello Spedale degli Innocenti di Firenze e quello della Fraternita dei Laici di Arezzo. La ricerca vorrebbe passare in rassegna questi fondi per cercare di capire di che figure si tratti, in che rapporto si trovassero con le istituzioni a favore delle quali testarono e quali furono i motivi che li spinsero a occuparsi di realtà così particolari, dedite all’assistenza e alla carità. Poiché, almeno da quanto abbiamo potuto vedere in una prima fase, ciò dipendeva solo in piccola parte dalla mancanza di eredi o di una rete familiare di sostegno, cercheremo di vedere se furono semplicemente mossi dal sentimento cristiano della carità o se invece furono spinti da un più banale desiderio di emergere e apparire all’interno del contesto cittadino o dalla necessità di creare una rete di rapporti che potesse essere utile all’attività professionale
2021
978-88-15-29248-3
Oltre la carità. Donatori, istituzioni e comunità fra Medioevo ed Età Contemporanea
113
136
paola pinelli
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