Le politiche di risparmio del suolo, oramai molto diffuse, costringono a valorizzare edifici ed aree esistenti, già compromesse o inutilizzate, prefigurando una sorta di “manutenzione” urbanistica. Al di là delle occasioni emergenziali indotte da eventi catastrofici, è comunque spesso difficile pensare e soprattutto attuare politiche attive d'interventi strategici di salvaguardia territoriale. Sembrerebbe quindi opportuno cercare un'alleanza tra queste due dinamiche, per non vederle sempre contrapposte, anzi per poter immaginare la costruzione di nuovi paesaggi, la loro conservazione/manutenzione tramite la prevenzione come stimolo propositivo. L'equilibrio mirabile trovato in passato, per esempio, nella laguna veneziana con i suoi insediamenti ha dimostrato come sia possibile una coabitazione tanto estrema, a differenza di come si è tentato di implementare di recente con il progetto “MOSE” alle sue bocche di porto. Alcuni esempi progettuali prospettati illustrano come sia possibile attivare una forma di pensiero “dilatato”, seppur con molte incognite difficili da stimare oggi, per le varie situazioni affrontate. Il BIG-U, in collaborazione con la città di New York, è stato sviluppato per proteggere Lower Manhattan da alluvioni, tempeste e altri impatti di un clima che cambia pericolosamente ed ha già fatto devastazioni lungo quelle sponde. In Albania si stanno cercando strategie di progettazione per lo sviluppo del turismo, le economie di sussistenza e le mutazioni del paesaggio imprevedibili, causate dai cambiamenti climatici. Infine, un progetto che si sta per realizzare nella pianura di Pisa ha definito i carichi idraulici da smaltire e i volumi d'acqua da invasare in un'area destinata alla laminazione dell’Arno, identificando una soluzione che consenta la realizzazione congiuntamente un Parco Scientifico Tecnologico.
Il progetto dei mutamenti / Claudio Zanirato. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 194-205.
Il progetto dei mutamenti
Claudio Zanirato
2021
Abstract
Le politiche di risparmio del suolo, oramai molto diffuse, costringono a valorizzare edifici ed aree esistenti, già compromesse o inutilizzate, prefigurando una sorta di “manutenzione” urbanistica. Al di là delle occasioni emergenziali indotte da eventi catastrofici, è comunque spesso difficile pensare e soprattutto attuare politiche attive d'interventi strategici di salvaguardia territoriale. Sembrerebbe quindi opportuno cercare un'alleanza tra queste due dinamiche, per non vederle sempre contrapposte, anzi per poter immaginare la costruzione di nuovi paesaggi, la loro conservazione/manutenzione tramite la prevenzione come stimolo propositivo. L'equilibrio mirabile trovato in passato, per esempio, nella laguna veneziana con i suoi insediamenti ha dimostrato come sia possibile una coabitazione tanto estrema, a differenza di come si è tentato di implementare di recente con il progetto “MOSE” alle sue bocche di porto. Alcuni esempi progettuali prospettati illustrano come sia possibile attivare una forma di pensiero “dilatato”, seppur con molte incognite difficili da stimare oggi, per le varie situazioni affrontate. Il BIG-U, in collaborazione con la città di New York, è stato sviluppato per proteggere Lower Manhattan da alluvioni, tempeste e altri impatti di un clima che cambia pericolosamente ed ha già fatto devastazioni lungo quelle sponde. In Albania si stanno cercando strategie di progettazione per lo sviluppo del turismo, le economie di sussistenza e le mutazioni del paesaggio imprevedibili, causate dai cambiamenti climatici. Infine, un progetto che si sta per realizzare nella pianura di Pisa ha definito i carichi idraulici da smaltire e i volumi d'acqua da invasare in un'area destinata alla laminazione dell’Arno, identificando una soluzione che consenta la realizzazione congiuntamente un Parco Scientifico Tecnologico.| File | Dimensione | Formato | |
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