Il contributo prende in esame il termine “Coltivazione”, nell’ambito di un Glossario interdisciplinare, legato ai temi della Città della Cura e della Cura della città (oggetto di un omonimo PRIN). In assonanza con le linee di lavoro seguite, il contributo sottolinea gli aspetti della coltivazione intesa come il prendersi cura dei luoghi attraverso il tempo, per la sua implicita considerazione della dimensione cronologica, nelle sue forme alternative di processo evolutivo (tempo lineare) e di ciclicità/ritorno stagionale (tempo circolare). Proprio per questi aspetti di continuità ed evoluzione, le azioni specifiche che competono alla coltivazione (lavorare la terra, seminare e piantare, raccogliere, oltre alle differenti cure colturali richieste dalle diverse specie) devono essere guidate da una visione strategica che sia proiettiva, sperimentale e dunque, potremmo dire, progettuale, già dalle origini. Una disposizione proattiva, quella “forward looking attitude” raccomandata dalla Convenzione Europea (Firenze, 2000) sembra imprescindibile per tutti i processi di protection, management and planning applicati al paesaggio urbano, in cui il progetto e la cura della (e per la) componente vivente, che sia vegetale, animale o umana, implicano necessariamente la capacità di proiettare lo sguardo al futuro, per coltivarne le diverse possibilità. In questo senso, il termine ha notevoli assonanze con la pratica del paesaggista che progetta e pianifica gli spazi aperti attraverso le diverse scale di spazio e di tempo, prendendosi cura del vuoto e del vivente, proprio come ogni altro coltivatore.
Coltivazione / Tessa Matteini. - STAMPA. - (2021), pp. 89-92.
Coltivazione
Tessa Matteini
2021
Abstract
Il contributo prende in esame il termine “Coltivazione”, nell’ambito di un Glossario interdisciplinare, legato ai temi della Città della Cura e della Cura della città (oggetto di un omonimo PRIN). In assonanza con le linee di lavoro seguite, il contributo sottolinea gli aspetti della coltivazione intesa come il prendersi cura dei luoghi attraverso il tempo, per la sua implicita considerazione della dimensione cronologica, nelle sue forme alternative di processo evolutivo (tempo lineare) e di ciclicità/ritorno stagionale (tempo circolare). Proprio per questi aspetti di continuità ed evoluzione, le azioni specifiche che competono alla coltivazione (lavorare la terra, seminare e piantare, raccogliere, oltre alle differenti cure colturali richieste dalle diverse specie) devono essere guidate da una visione strategica che sia proiettiva, sperimentale e dunque, potremmo dire, progettuale, già dalle origini. Una disposizione proattiva, quella “forward looking attitude” raccomandata dalla Convenzione Europea (Firenze, 2000) sembra imprescindibile per tutti i processi di protection, management and planning applicati al paesaggio urbano, in cui il progetto e la cura della (e per la) componente vivente, che sia vegetale, animale o umana, implicano necessariamente la capacità di proiettare lo sguardo al futuro, per coltivarne le diverse possibilità. In questo senso, il termine ha notevoli assonanze con la pratica del paesaggista che progetta e pianifica gli spazi aperti attraverso le diverse scale di spazio e di tempo, prendendosi cura del vuoto e del vivente, proprio come ogni altro coltivatore.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
9_Matteini_COLTIVAZIONE.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Pdf editoriale (Version of record)
Licenza:
Open Access
Dimensione
1.41 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.41 MB | Adobe PDF |
I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.