Il contributo prende in esame il termine “Strada-parco”, nell’ambito di un Glossario interdisciplinare, legato ai temi della Città della Cura e della Cura della città (oggetto di un omonimo PRIN). Il vocabolo nasce come combinazione di due sostantivi, entrambi portatori di una notevole variabilità semantica, che rivestono una importanza determinante nella costruzione di un glossario del progetto paesaggistico degli spazi aperti. Le contaminazioni di genere tra parc d’agrement e strada cittadina, insieme alla cultura settecentesca dei Passeggi urbani, le prime promenades pedonali alberate destinate all’uso pubblico, risultano senz’altro utili per comprendere la genesi dei boulevards e delle parkways, progettati tra il XIX e XX secolo nelle città europee e del nel Nord America. Queste particolari categorie di connessioni paesaggistiche sviluppano in maniera compiuta ed matura i modelli esplorati nelle trasformazioni urbane sperimentate nel corso del Settecento, lavorando sui diversi piani della componente vegetale (arboreo in primo luogo, ma anche arbustivo arricchito da piattabande a prato) che diviene fondamentale non solo per i suoi valori estetici e figurativi, ma anche per l’ombreggiamento, per l’incremento della qualità dell’aria e per il conseguente miglioramento del microclima. Ad una prima lettura, il vocabolo strada-parco può essere considerato una traduzione del termine inglese parkway, coniato da Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux contestualmente alla proposta di sistemazione paesaggistiche per il Borough di Brooklyn (1866), o di quell’avenue-promenade che Forestier inserisce tra le sette principali categorie di spazi aperti nel suo Grand villes et systemes de parcs pubblicato a Parigi nel 1906. In realtà, occorre sottolineare come il termine inglese parkway accolga e stratifichi al suo interno numerosi significati che variano nel tempo, legati alla evoluzione della peculiare cultura paesaggistica nordamericana. Seguendo la traccia delle prime strade parco sviluppate sulle due rive dell’Oceano, nella seconda metà del Novecento le connessioni paesaggistiche (urbane, periurbane e rurali) si moltiplicano e si diversificano, con l’integrazione e la messa a sistema di spazi verdi di differenti tipologie e dimensioni. La connettività ecologica e paesaggistica diviene l’obiettivo principale per la creazione di spazi aperti lineari specificamente dedicati alla attivazione di relazioni a scala urbana (ma anche regionale e territoriale) che funzionano come corridoi biologici all’interno di reti più ampie. Nascono così le greenways e le blueways che caratterizzano in maniera importante il progetto paesaggistico degli ultimi decenni del Novecento, insieme alle coulée vertes o promenade plantées, secondo la nomenclatura francofona.

Strada Parco / Tessa Matteini. - STAMPA. - (2021), pp. 257-261.

Strada Parco

Tessa Matteini
2021

Abstract

Il contributo prende in esame il termine “Strada-parco”, nell’ambito di un Glossario interdisciplinare, legato ai temi della Città della Cura e della Cura della città (oggetto di un omonimo PRIN). Il vocabolo nasce come combinazione di due sostantivi, entrambi portatori di una notevole variabilità semantica, che rivestono una importanza determinante nella costruzione di un glossario del progetto paesaggistico degli spazi aperti. Le contaminazioni di genere tra parc d’agrement e strada cittadina, insieme alla cultura settecentesca dei Passeggi urbani, le prime promenades pedonali alberate destinate all’uso pubblico, risultano senz’altro utili per comprendere la genesi dei boulevards e delle parkways, progettati tra il XIX e XX secolo nelle città europee e del nel Nord America. Queste particolari categorie di connessioni paesaggistiche sviluppano in maniera compiuta ed matura i modelli esplorati nelle trasformazioni urbane sperimentate nel corso del Settecento, lavorando sui diversi piani della componente vegetale (arboreo in primo luogo, ma anche arbustivo arricchito da piattabande a prato) che diviene fondamentale non solo per i suoi valori estetici e figurativi, ma anche per l’ombreggiamento, per l’incremento della qualità dell’aria e per il conseguente miglioramento del microclima. Ad una prima lettura, il vocabolo strada-parco può essere considerato una traduzione del termine inglese parkway, coniato da Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux contestualmente alla proposta di sistemazione paesaggistiche per il Borough di Brooklyn (1866), o di quell’avenue-promenade che Forestier inserisce tra le sette principali categorie di spazi aperti nel suo Grand villes et systemes de parcs pubblicato a Parigi nel 1906. In realtà, occorre sottolineare come il termine inglese parkway accolga e stratifichi al suo interno numerosi significati che variano nel tempo, legati alla evoluzione della peculiare cultura paesaggistica nordamericana. Seguendo la traccia delle prime strade parco sviluppate sulle due rive dell’Oceano, nella seconda metà del Novecento le connessioni paesaggistiche (urbane, periurbane e rurali) si moltiplicano e si diversificano, con l’integrazione e la messa a sistema di spazi verdi di differenti tipologie e dimensioni. La connettività ecologica e paesaggistica diviene l’obiettivo principale per la creazione di spazi aperti lineari specificamente dedicati alla attivazione di relazioni a scala urbana (ma anche regionale e territoriale) che funzionano come corridoi biologici all’interno di reti più ampie. Nascono così le greenways e le blueways che caratterizzano in maniera importante il progetto paesaggistico degli ultimi decenni del Novecento, insieme alle coulée vertes o promenade plantées, secondo la nomenclatura francofona.
2021
978-88-229-0551-2
40 parole per la cura della città. Lessico dei paesaggi della salute
257
261
Goal 3: Good health and well-being for people
Tessa Matteini
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