La caviglia ed il piede non sono sede frequente di fratture patologiche, ma nell’esaminare la diagnostica per immagini di una frattura, anche a questo livello va sempre valutata ed attentamente considerata questa possibile evenienza, in particolare se la frattura è avvenuta in assenza di trauma o a seguito di trauma minore. Altro elemento di sospetto deve essere la presenza di sintomi prodromici con dolore e/o tumefazione riferiti dal paziente come presenti già nel periodo precedente alla frattura. Il momento diagnostico è il primo e fondamentale passo per il corretto trattamento di una frattura patologica. Una diagnosi tardiva e successiva ad un trattamento già intrapreso può infatti comportare importanti esiti sul risultato clinico e oncologico. Nei casi di tumori maligni primitivi, l’obiettivo è ovviamente la resezione ampia dell’area interessata. Nel distretto piede-caviglia un simile risultato può spesso essere arduo da ottenere, per la complessità anatomica dell’area, la stretta contiguità delle strutture neurovascolari alle strutture scheletriche, la sede in gran parte sottocutanea delle componenti ossee, che determina difficoltà nella copertura delle eventuali ricostruzioni effettuate dopo la resezione del segmento o dei segmenti interessati. Evidentemente diverso è l’approccio alle lesioni tumorali benigne e alle lesioni pseudotumorali, dove l’intervento indicato è in genere il curettage e borraggio (con osso omologo o altro sostituto osseo o cemento), anche se in casi particolari, sulla base dell’estensione della malattia, possono essere necessari, anche in queste situazioni, interventi di resezione e conseguente ricostruzione complessa. Nelle fratture patologiche su base secondaria, fondamentale è la stadiazione del paziente e la valutazione multidisciplinare sulla possibile prognosi, in modo da evitare errori sia nel senso di un ‘over-treatment’ che di un ‘under-treatment’. In conclusione, l’approccio ad una frattura patologica deve avere sempre alla base una corretta e tempestiva diagnosi (in questo senso è importante mantenere sempre una particolare attenzione all’esame della diagnostica di prima linea, tanto più in distretti dove le fratture patologiche sono assai rare, come nel piede-caviglia, e quindi facilmente misconosciute), una completa stadiazione ed un programma terapeutico che deve essere sempre condiviso a livello multidisciplinare fra tutti gli Specialisti che prenderanno in cura il paziente (Oncologo, Radioterapista, Chirurgo Ortopedico).

Le fratture patologiche del piede e della caviglia / Domenico Andrea Campanacci, Lorenzo Ius, Guido Scoccianti. - STAMPA. - (2021), pp. 237-246.

Le fratture patologiche del piede e della caviglia.

Domenico Andrea Campanacci;
2021

Abstract

La caviglia ed il piede non sono sede frequente di fratture patologiche, ma nell’esaminare la diagnostica per immagini di una frattura, anche a questo livello va sempre valutata ed attentamente considerata questa possibile evenienza, in particolare se la frattura è avvenuta in assenza di trauma o a seguito di trauma minore. Altro elemento di sospetto deve essere la presenza di sintomi prodromici con dolore e/o tumefazione riferiti dal paziente come presenti già nel periodo precedente alla frattura. Il momento diagnostico è il primo e fondamentale passo per il corretto trattamento di una frattura patologica. Una diagnosi tardiva e successiva ad un trattamento già intrapreso può infatti comportare importanti esiti sul risultato clinico e oncologico. Nei casi di tumori maligni primitivi, l’obiettivo è ovviamente la resezione ampia dell’area interessata. Nel distretto piede-caviglia un simile risultato può spesso essere arduo da ottenere, per la complessità anatomica dell’area, la stretta contiguità delle strutture neurovascolari alle strutture scheletriche, la sede in gran parte sottocutanea delle componenti ossee, che determina difficoltà nella copertura delle eventuali ricostruzioni effettuate dopo la resezione del segmento o dei segmenti interessati. Evidentemente diverso è l’approccio alle lesioni tumorali benigne e alle lesioni pseudotumorali, dove l’intervento indicato è in genere il curettage e borraggio (con osso omologo o altro sostituto osseo o cemento), anche se in casi particolari, sulla base dell’estensione della malattia, possono essere necessari, anche in queste situazioni, interventi di resezione e conseguente ricostruzione complessa. Nelle fratture patologiche su base secondaria, fondamentale è la stadiazione del paziente e la valutazione multidisciplinare sulla possibile prognosi, in modo da evitare errori sia nel senso di un ‘over-treatment’ che di un ‘under-treatment’. In conclusione, l’approccio ad una frattura patologica deve avere sempre alla base una corretta e tempestiva diagnosi (in questo senso è importante mantenere sempre una particolare attenzione all’esame della diagnostica di prima linea, tanto più in distretti dove le fratture patologiche sono assai rare, come nel piede-caviglia, e quindi facilmente misconosciute), una completa stadiazione ed un programma terapeutico che deve essere sempre condiviso a livello multidisciplinare fra tutti gli Specialisti che prenderanno in cura il paziente (Oncologo, Radioterapista, Chirurgo Ortopedico).
2021
Progressi in Medicina e Chirurgia del Piede. Update sulla traumatologia del piede e della caviglia
237
246
Domenico Andrea Campanacci, Lorenzo Ius, Guido Scoccianti
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1253062
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