Nelle oasi della regione di Souf in Algeria si è sviluppata nel corso dei secoli una tecnica costruttiva molto particolare e quasi sconosciuta, che ha consentito la crescita di architetture vernacolari uniche poste nella "Lista tentativi dell'UNESCO", come patrimonio diffuso prezioso. L'architettura di questa zona desertica si basa sull'uso di un materiale da costruzione insolito, la pietra Rosa del deserto, ed è caratterizzato da coperture a cupola, che descrivono un paesaggio urbano unico e sorprendente che merita protezione e valorizzazione. Attualmente, i centri urbani di questa zona sono notevolmente degradati essendoci molti edifici interessati da danni di gravità variabile, dallo stato di rudere all’erosione superficiale dell’intonaco. Oltre ai tanti lavori di restauro incoerenti e alla perdita di conoscenze tradizionali, c'è un continuo processo di demolizione e abbandono di edifici che minaccia fortemente questo patrimonio culturale. La ricerca mira a sviluppare un processo diagnostico metodologico per architetture vernacolari realizzate in pietra Rosa del deserto e per perseguire strategie di salvaguardia coerenti. In particolare, il centro storico di Guemar è stato scelto come area di studio perché ha subito poche modifiche, conservando il suo carattere originario. Un approccio interdisciplinare a più scale di indagine è stato svolto con l’obiettivo primario di conoscere la tecnica costruttiva impiegata nella realizzazione delle architetture vernacolari di Guemar. In particolare, lo studio storico, urbano e architettonico di Guemar è stato accoppiato a rilievi geometrici e materici, compiendo anche interviste a costruttori locali. Le indagini in situ hanno consentito di effettuare una diagnosi preliminare dei danni ricorrenti, di classificando le patologie osservate e proponendo una interpretazione delle cause. In particolare, è stata effettuata una valutazione di vulnerabilità delle costruzioni e sono stati effettuati campionamenti dei materiali per effettuare test fisici, mineralogici, petrografici e meccanici in laboratorio. Indagini meccaniche indirette sono state svolte anche in situ tramite penetrometro e sclerometro, oltre ad a investigazioni con la termocamera per indagare sia la tessitura muraria nascosta dietro l’intonaco che la risalita di umidità. Nel complesso sono state determinate sia le caratteristiche tecnologiche della tessitura muratoria e dei particolari costruttivi che la composizione chimica e il comportamento meccanico dei costituenti la muratura, blocchi in pietra Rosa del Deserto e malta, e della muratura nel suo complesso. Inoltre, sono state impiegate diverse strategie per valutare il comportamento strutturale della cupola, considerata sia indipendente dalle murature sottostanti che insieme all’intero edificio. La cupola, infatti, costituisce l'elemento più vulnerabile del sistema strutturale. Innanzitutto, è stata applicata l'analisi limite in approccio statico, tramite l’utilizzazione dei poligoni funicolari, che ha fornito un’interpretazione dei tipici schemi di fessurazione osservati. Inoltre, i risultati dei test meccanici sono stati sfruttati per costruire modelli agli elementi finiti, basati sul rilievo 3D (modello HBIM). Analisi statiche sia lineari che non lineari sono state eseguite tramite un software commerciale, che ha permesso una buona simulazione del comportamento altamente non lineare delle costruzioni osservate. Lo studio multidisciplinare, dal territorio al laboratorio, ha fornito, da un lato, una solida interpretazione dei danni osservati e una base fondamentale su cui imperniare specifiche strategie di conservazione, oltre a costituire una preziosa road map per indagini simili in futuro.

Essai d’élaboration d’une démarche méthodologique de diagnostic sur les coupoles du Souf en Algérie / chima Azil. - (2022).

Essai d’élaboration d’une démarche méthodologique de diagnostic sur les coupoles du Souf en Algérie

chima Azil
2022

Abstract

Nelle oasi della regione di Souf in Algeria si è sviluppata nel corso dei secoli una tecnica costruttiva molto particolare e quasi sconosciuta, che ha consentito la crescita di architetture vernacolari uniche poste nella "Lista tentativi dell'UNESCO", come patrimonio diffuso prezioso. L'architettura di questa zona desertica si basa sull'uso di un materiale da costruzione insolito, la pietra Rosa del deserto, ed è caratterizzato da coperture a cupola, che descrivono un paesaggio urbano unico e sorprendente che merita protezione e valorizzazione. Attualmente, i centri urbani di questa zona sono notevolmente degradati essendoci molti edifici interessati da danni di gravità variabile, dallo stato di rudere all’erosione superficiale dell’intonaco. Oltre ai tanti lavori di restauro incoerenti e alla perdita di conoscenze tradizionali, c'è un continuo processo di demolizione e abbandono di edifici che minaccia fortemente questo patrimonio culturale. La ricerca mira a sviluppare un processo diagnostico metodologico per architetture vernacolari realizzate in pietra Rosa del deserto e per perseguire strategie di salvaguardia coerenti. In particolare, il centro storico di Guemar è stato scelto come area di studio perché ha subito poche modifiche, conservando il suo carattere originario. Un approccio interdisciplinare a più scale di indagine è stato svolto con l’obiettivo primario di conoscere la tecnica costruttiva impiegata nella realizzazione delle architetture vernacolari di Guemar. In particolare, lo studio storico, urbano e architettonico di Guemar è stato accoppiato a rilievi geometrici e materici, compiendo anche interviste a costruttori locali. Le indagini in situ hanno consentito di effettuare una diagnosi preliminare dei danni ricorrenti, di classificando le patologie osservate e proponendo una interpretazione delle cause. In particolare, è stata effettuata una valutazione di vulnerabilità delle costruzioni e sono stati effettuati campionamenti dei materiali per effettuare test fisici, mineralogici, petrografici e meccanici in laboratorio. Indagini meccaniche indirette sono state svolte anche in situ tramite penetrometro e sclerometro, oltre ad a investigazioni con la termocamera per indagare sia la tessitura muraria nascosta dietro l’intonaco che la risalita di umidità. Nel complesso sono state determinate sia le caratteristiche tecnologiche della tessitura muratoria e dei particolari costruttivi che la composizione chimica e il comportamento meccanico dei costituenti la muratura, blocchi in pietra Rosa del Deserto e malta, e della muratura nel suo complesso. Inoltre, sono state impiegate diverse strategie per valutare il comportamento strutturale della cupola, considerata sia indipendente dalle murature sottostanti che insieme all’intero edificio. La cupola, infatti, costituisce l'elemento più vulnerabile del sistema strutturale. Innanzitutto, è stata applicata l'analisi limite in approccio statico, tramite l’utilizzazione dei poligoni funicolari, che ha fornito un’interpretazione dei tipici schemi di fessurazione osservati. Inoltre, i risultati dei test meccanici sono stati sfruttati per costruire modelli agli elementi finiti, basati sul rilievo 3D (modello HBIM). Analisi statiche sia lineari che non lineari sono state eseguite tramite un software commerciale, che ha permesso una buona simulazione del comportamento altamente non lineare delle costruzioni osservate. Lo studio multidisciplinare, dal territorio al laboratorio, ha fornito, da un lato, una solida interpretazione dei danni osservati e una base fondamentale su cui imperniare specifiche strategie di conservazione, oltre a costituire una preziosa road map per indagini simili in futuro.
2022
Luisa Rovero, Boualem Djebri
ALGERIA
Goal 11: Sustainable cities and communities
chima Azil
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Descrizione: tesi di dottorato
Tipologia: Tesi di dottorato
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