Il cambiamento climatico ha un rilevante impatto sulla viticoltura globale. In Europa le temperature sono aumentate di quasi 2 °C dal 1950 al 2004 e si prevede che nelle zone vinicole le temperature aumenteranno complessivamente di 2,04 °C. La temperatura gioca un ruolo chiave nell'accumulo di solidi solubili nell’uva; infatti, l'intervallo di temperatura ottimale per la fotosintesi delle foglie di vite è compreso tra 25 e 35 °C (Gutiérrez‐Gamboa et al., 2021). Temperature estreme possono modificare il metabolismo dell'uva sia primario che secondario, alterando il metabolismo degli zuccheri, degli acidi organici e impoverendo l'accumulo di composti fenolici durante la maturità dell'uva (Bonada et al., 2015). Questo scenario crea grandi sfide per la viticoltura. La filiera viti-enologica produce ingenti quantità di sottoprodotti e scarti; i principali per quantità, impatto economico ed ambientale sono le vinacce fermentate e fresche, la feccia e vinaccioli. In generale, la vinaccia rappresenta il 20-30 % del peso dell’uva utilizzata per vinificare. Si stima che circa il 5% del volume totale di vino prodotto in Toscana in un anno costituisca il residuo feccioso, ossia più di 100.000 hl. Il settore enologico è alla ricerca di soluzioni innovative per lo sviluppo di prodotti commercializzabili ottenuti da operazioni di valorizzazione degli scarti industriali (Beres et al., 2017; Antonić et al., 2020). Gli scarti provenienti dalla filiera vitivinicola hanno proprietà fisico-chimiche interessanti per la loro valorizzazione in diversi settori industriali e per lo sviluppo tecnologico sostenibile della filiera. Il digestato è il residuo del processo di digestione anaerobica. Può derivare dalla digestione di: • effluenti zootecnici; • biomasse vegetali (di scarto o dedicate); • sottoprodotti di origine animale (SOA); • fanghi di depurazione; • frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU). Può essere considerato un buon materiale fertilizzante, ad effetto concimante più o meno pronto a seconda della sua origine. Infatti secondo un’ottica circolare di immissione e recupero ottimale delle risorse, le fecce sono riutilizzate per produrre energia da biogas a pressione atmosferica e temperature inferiori rispetto ai gas ottenuti con altre tecnologie di conversione della biomassa e, infine, il residuo è compostato e utilizzato per ridare sostanza organica al suolo. La vinaccia è un rifiuto organico ad alta resistenza con bassi livelli di azoto e fosforo con sufficienti oligoelementi per la crescita batterica. Inoltre, l'umidità delle vinacce, che varia tra il 25% e il 65%, non costituisce un problema per la digestione anaerobica (Cáceres et al., 2012).

Valorizzazione dei sottoprodotti della filiera viti-enologica: uso del biodigestato per migliorare l'efficienza del vigneto / Eleonora Cataldo, Maddalena Fucile, Giovan Battista Mattii, Giovanna Fia. - In: INFOWINE. - ISSN 1826-1590. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 1-5.

Valorizzazione dei sottoprodotti della filiera viti-enologica: uso del biodigestato per migliorare l'efficienza del vigneto

Eleonora Cataldo;Maddalena Fucile;Giovan Battista Mattii
;
Giovanna Fia
2022

Abstract

Il cambiamento climatico ha un rilevante impatto sulla viticoltura globale. In Europa le temperature sono aumentate di quasi 2 °C dal 1950 al 2004 e si prevede che nelle zone vinicole le temperature aumenteranno complessivamente di 2,04 °C. La temperatura gioca un ruolo chiave nell'accumulo di solidi solubili nell’uva; infatti, l'intervallo di temperatura ottimale per la fotosintesi delle foglie di vite è compreso tra 25 e 35 °C (Gutiérrez‐Gamboa et al., 2021). Temperature estreme possono modificare il metabolismo dell'uva sia primario che secondario, alterando il metabolismo degli zuccheri, degli acidi organici e impoverendo l'accumulo di composti fenolici durante la maturità dell'uva (Bonada et al., 2015). Questo scenario crea grandi sfide per la viticoltura. La filiera viti-enologica produce ingenti quantità di sottoprodotti e scarti; i principali per quantità, impatto economico ed ambientale sono le vinacce fermentate e fresche, la feccia e vinaccioli. In generale, la vinaccia rappresenta il 20-30 % del peso dell’uva utilizzata per vinificare. Si stima che circa il 5% del volume totale di vino prodotto in Toscana in un anno costituisca il residuo feccioso, ossia più di 100.000 hl. Il settore enologico è alla ricerca di soluzioni innovative per lo sviluppo di prodotti commercializzabili ottenuti da operazioni di valorizzazione degli scarti industriali (Beres et al., 2017; Antonić et al., 2020). Gli scarti provenienti dalla filiera vitivinicola hanno proprietà fisico-chimiche interessanti per la loro valorizzazione in diversi settori industriali e per lo sviluppo tecnologico sostenibile della filiera. Il digestato è il residuo del processo di digestione anaerobica. Può derivare dalla digestione di: • effluenti zootecnici; • biomasse vegetali (di scarto o dedicate); • sottoprodotti di origine animale (SOA); • fanghi di depurazione; • frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU). Può essere considerato un buon materiale fertilizzante, ad effetto concimante più o meno pronto a seconda della sua origine. Infatti secondo un’ottica circolare di immissione e recupero ottimale delle risorse, le fecce sono riutilizzate per produrre energia da biogas a pressione atmosferica e temperature inferiori rispetto ai gas ottenuti con altre tecnologie di conversione della biomassa e, infine, il residuo è compostato e utilizzato per ridare sostanza organica al suolo. La vinaccia è un rifiuto organico ad alta resistenza con bassi livelli di azoto e fosforo con sufficienti oligoelementi per la crescita batterica. Inoltre, l'umidità delle vinacce, che varia tra il 25% e il 65%, non costituisce un problema per la digestione anaerobica (Cáceres et al., 2012).
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Eleonora Cataldo, Maddalena Fucile, Giovan Battista Mattii, Giovanna Fia
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