È noto che la manifattura tessile, quella laniera in particolare, ha rappresentato per Firenze uno dei settori trainanti dell’economia cittadina Basso Medievale. Il passaggio dalla produzione dedicata al consumo interno all’inserimento nei circuiti del commercio ad ampio raggio permise alla città di raggiungere in breve tempo un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. La produzione laniera fiorentina, organizzata dalla potente Arte della lana, è un tema classico della storiografia della città toscana e ha costituito l'oggetto di innumerevoli studi nel corso del secolo scorso. Alcuni hanno sviscerato l’organizzazione interna della corporazione laniera, seguendone l'evoluzione nel passaggio tra il tardo Medioevo e la prima Età Moderna, altri hanno cercato di individuare i rapporti giuridici che legavano i membri della corporazione. Intrecciandosi con la storia del commercio e della banca, numerose ricerche hanno analizzato la produzione tessile come forma di investimento del grande capitale mercantile fiorentino. Nonostante i divergenti interessi da cui muovevano, il fattore lavoro ha sempre assunto un ruolo significativo, sia dal punto di vista dell'organizzazione della produzione che da quello delle condizioni di vita dei “salariati”. Lungi dall'essere un argomento ormai esaurito, la conoscenza del mondo degli addetti alla produzione laniera a Firenze tra Tre e Quattrocento poggia certamente su solide basi. Minor fortuna ha goduto lo studio dell'Arte della Lana nel Sedicesimo secolo, intesa sia come istituzione corporativa che, in generale, come settore produttivo. A questo apparente disinteresse, interrotto solo negli ultimi anni da un esigua manciata di studi, pur se importanti, fa da contraltare l'abbondante documentazione presente negli archivi fiorentini utile ad approfondire l'argomento. Particolarmente interessanti a questo avviso sono le decine di registri contabili appartenenti alle botteghe laniere che, pur con diversa continuità, si estendono fino a coprire buona parte del Cinquecento. Pur con le difficoltà che l'analisi di questo tipo di fonte presenta, la contabilità – in special modo quella di natura più propriamente “industriale” - permette di addentrarsi in profondità nel panorama della produzione tessile fiorentina restituendo dettagli e individuando meccanismi aziendali che una documentazione di carattere pubblico o di promanazione corporativa spesso non riesce, per sua natura, a cogliere. Questa constatazione, da cui prende spunto il presente lavoro, ha spinto a indagare sulla struttura operativa delle compagnie dei lanaioli, in modo da ricostruire il funzionamento del ciclo produttivo degli opifici in tutte le fasi del processo e far luce sulla composizione e natura del personale impiegato. In particolare, attraverso l’analisi dei registri di alcune compagnie attive nella metà del secolo, si è cercato di esplorare il mondo della manifattura laniera dall'interno della bottega, in termini di tipologia di produzione, articolazione dei processi, gestione del personale, livelli di contribuzione, produttività del lavoro. Si tratta del primo tentativo, consapevole dei limiti intrinseci di cui soffrono le fonti dell'era pre-statistica, di rintracciare ritmi di produzione e indici di produttività delle varie fasi del ciclo laniero di un’azienda cinquecentesca, a livello di processo e di singolo addetto. Alla ricerca del massimo dettaglio, particolare enfasi è stata posta nell'individuazione delle diverse tipologie di panno di lana prodotte da questi opifici, l'output di un settore che proprio in questa parte di secolo visse il suo ultimo, breve, splendore prima della irreparabile crisi Seicentesca.
Production et productivité du travail dans les ateliers laniers florentins du XVIe siècle / Francesco Ammannati. - ELETTRONICO. - (2014), pp. 225-249.
Production et productivité du travail dans les ateliers laniers florentins du XVIe siècle
Francesco Ammannati
2014
Abstract
È noto che la manifattura tessile, quella laniera in particolare, ha rappresentato per Firenze uno dei settori trainanti dell’economia cittadina Basso Medievale. Il passaggio dalla produzione dedicata al consumo interno all’inserimento nei circuiti del commercio ad ampio raggio permise alla città di raggiungere in breve tempo un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. La produzione laniera fiorentina, organizzata dalla potente Arte della lana, è un tema classico della storiografia della città toscana e ha costituito l'oggetto di innumerevoli studi nel corso del secolo scorso. Alcuni hanno sviscerato l’organizzazione interna della corporazione laniera, seguendone l'evoluzione nel passaggio tra il tardo Medioevo e la prima Età Moderna, altri hanno cercato di individuare i rapporti giuridici che legavano i membri della corporazione. Intrecciandosi con la storia del commercio e della banca, numerose ricerche hanno analizzato la produzione tessile come forma di investimento del grande capitale mercantile fiorentino. Nonostante i divergenti interessi da cui muovevano, il fattore lavoro ha sempre assunto un ruolo significativo, sia dal punto di vista dell'organizzazione della produzione che da quello delle condizioni di vita dei “salariati”. Lungi dall'essere un argomento ormai esaurito, la conoscenza del mondo degli addetti alla produzione laniera a Firenze tra Tre e Quattrocento poggia certamente su solide basi. Minor fortuna ha goduto lo studio dell'Arte della Lana nel Sedicesimo secolo, intesa sia come istituzione corporativa che, in generale, come settore produttivo. A questo apparente disinteresse, interrotto solo negli ultimi anni da un esigua manciata di studi, pur se importanti, fa da contraltare l'abbondante documentazione presente negli archivi fiorentini utile ad approfondire l'argomento. Particolarmente interessanti a questo avviso sono le decine di registri contabili appartenenti alle botteghe laniere che, pur con diversa continuità, si estendono fino a coprire buona parte del Cinquecento. Pur con le difficoltà che l'analisi di questo tipo di fonte presenta, la contabilità – in special modo quella di natura più propriamente “industriale” - permette di addentrarsi in profondità nel panorama della produzione tessile fiorentina restituendo dettagli e individuando meccanismi aziendali che una documentazione di carattere pubblico o di promanazione corporativa spesso non riesce, per sua natura, a cogliere. Questa constatazione, da cui prende spunto il presente lavoro, ha spinto a indagare sulla struttura operativa delle compagnie dei lanaioli, in modo da ricostruire il funzionamento del ciclo produttivo degli opifici in tutte le fasi del processo e far luce sulla composizione e natura del personale impiegato. In particolare, attraverso l’analisi dei registri di alcune compagnie attive nella metà del secolo, si è cercato di esplorare il mondo della manifattura laniera dall'interno della bottega, in termini di tipologia di produzione, articolazione dei processi, gestione del personale, livelli di contribuzione, produttività del lavoro. Si tratta del primo tentativo, consapevole dei limiti intrinseci di cui soffrono le fonti dell'era pre-statistica, di rintracciare ritmi di produzione e indici di produttività delle varie fasi del ciclo laniero di un’azienda cinquecentesca, a livello di processo e di singolo addetto. Alla ricerca del massimo dettaglio, particolare enfasi è stata posta nell'individuazione delle diverse tipologie di panno di lana prodotte da questi opifici, l'output di un settore che proprio in questa parte di secolo visse il suo ultimo, breve, splendore prima della irreparabile crisi Seicentesca.File | Dimensione | Formato | |
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