Scopo di questa riflessione è proporre una riflessione sul tema delle donne musulmane e del rapporto tra identità di genere e religiosità, mettendo in primo piano il punto di vista delle seconde generazioni, cioè di giovani nate e cresciute in un contesto occidentale. Al confine tra due realtà di riferimento – i paesi di “origine” spesso conosciuti prevalentemente attraverso i racconti dei familiari e la società italiana in cui sono nate e cresciute – le giovani musulmane figlie delle migrazioni sperimentano quotidianamente forme ibride di socializzazione, sviluppando “marcatori identitari fluttuanti” allo stesso tempo contestuali e transnazionali nel tentativo di ricostruire un’unità che non deve inevitabilmente limitarsi ad un’unica appartenenza. Allo stesso tempo, tali figlie delle migrazioni possono non riprodurre pienamente i modelli di identificazione o di appartenenza etnico-culturale della società in cui vivono, né quelli del paese di emigrazione dei propri genitori, rivisitando – a volte anche in modo originale – i tratti di entrambi i contesti di riferimento. In presenza di queste giovani donne, dunque, possono prefigurarsi nuovi profili identitari fluidi e articolati, che ne svelano la capacità di rendersi “soggetto” oltre le etichette ingombranti imposte dall’esterno o da vincoli di solidarietà derivati da appartenenze forti. Al fine di evidenziare la fluidità e la processualità della formazione dell’identità, i principali temi d’articolo – identità di genere e religiosità – saranno indagati sfruttando le potenzialità analitiche dell’intersezionalità e dell’agency. Lo scopo, infatti, sarà esplorare se e come l’appartenenza di genere e il credo religioso possano combinarsi tra loro durante i processi di configurazione dell’identità soggettiva e intersoggettiva delle donne musulmane, facendo emergere le “tensioni” biografiche e gli “spazi di manovra” che possono sorgono sulla base del posizionamento rispetto alle due categorie sociali. Si presterà quindi attenzione ai vincoli strutturali e ai condizionamenti simbolici, nonché alle possibili “soluzioni” biografiche – in termini di innovazione, rivisitazione, resistenza, adattamento o anche passività – rispetto al modo in cui l’identità è forgiata o inscritta. In tal modo, l’analisi cercherà di fare luce sui possibili processi di assoggettamento/soggettivazione delle giovani donne musulmane, facendo emergere i confini simbolici, culturali e relazionali dell’identità di genere e religiosa, così come gli spazi di dissoluzione e risignificazione delle stesse categorie di identificazione e riconoscimento.

Oltre i confini dell’identità di genere e religiosa. Le sfide delle giovani donne musulmane italiane / Ivana Acocella. - STAMPA. - (In corso di stampa), pp. 00-00.

Oltre i confini dell’identità di genere e religiosa. Le sfide delle giovani donne musulmane italiane

Ivana Acocella
In corso di stampa

Abstract

Scopo di questa riflessione è proporre una riflessione sul tema delle donne musulmane e del rapporto tra identità di genere e religiosità, mettendo in primo piano il punto di vista delle seconde generazioni, cioè di giovani nate e cresciute in un contesto occidentale. Al confine tra due realtà di riferimento – i paesi di “origine” spesso conosciuti prevalentemente attraverso i racconti dei familiari e la società italiana in cui sono nate e cresciute – le giovani musulmane figlie delle migrazioni sperimentano quotidianamente forme ibride di socializzazione, sviluppando “marcatori identitari fluttuanti” allo stesso tempo contestuali e transnazionali nel tentativo di ricostruire un’unità che non deve inevitabilmente limitarsi ad un’unica appartenenza. Allo stesso tempo, tali figlie delle migrazioni possono non riprodurre pienamente i modelli di identificazione o di appartenenza etnico-culturale della società in cui vivono, né quelli del paese di emigrazione dei propri genitori, rivisitando – a volte anche in modo originale – i tratti di entrambi i contesti di riferimento. In presenza di queste giovani donne, dunque, possono prefigurarsi nuovi profili identitari fluidi e articolati, che ne svelano la capacità di rendersi “soggetto” oltre le etichette ingombranti imposte dall’esterno o da vincoli di solidarietà derivati da appartenenze forti. Al fine di evidenziare la fluidità e la processualità della formazione dell’identità, i principali temi d’articolo – identità di genere e religiosità – saranno indagati sfruttando le potenzialità analitiche dell’intersezionalità e dell’agency. Lo scopo, infatti, sarà esplorare se e come l’appartenenza di genere e il credo religioso possano combinarsi tra loro durante i processi di configurazione dell’identità soggettiva e intersoggettiva delle donne musulmane, facendo emergere le “tensioni” biografiche e gli “spazi di manovra” che possono sorgono sulla base del posizionamento rispetto alle due categorie sociali. Si presterà quindi attenzione ai vincoli strutturali e ai condizionamenti simbolici, nonché alle possibili “soluzioni” biografiche – in termini di innovazione, rivisitazione, resistenza, adattamento o anche passività – rispetto al modo in cui l’identità è forgiata o inscritta. In tal modo, l’analisi cercherà di fare luce sui possibili processi di assoggettamento/soggettivazione delle giovani donne musulmane, facendo emergere i confini simbolici, culturali e relazionali dell’identità di genere e religiosa, così come gli spazi di dissoluzione e risignificazione delle stesse categorie di identificazione e riconoscimento.
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Donne, genere e religioni in Italia. Temi, analisi e strumenti
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Ivana Acocella
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