La ricerca sviluppata col presente lavoro di dottorato ha per oggetto il tema della necessaria transizione verso un modello di sviluppo improntato alla sostenibilità per poter affrontare la sfida del contrasto al riscaldamento globale e alle sue disastrose conseguenze ambientali, economiche e sociali. Il tema è molto complesso ed interessa molteplici campi di indagine, come ad esempio le scienze del territorio, le scienze sociali, le scienze ambientali e le teorie economiche. Per questo, il progetto di ricerca sviluppato è interdisciplinare e ha l’ambizione di unire in sé diversi tipi di approccio legati dal fil rouge della valorizzazione del patrimonio locale come elemento fondante della strategia da attuare per raggiungere gli obiettivi prefissati per la transizione energetica. La ricerca si inserisce nel solco dell’interpretazione bioregionalista del territorio, volto a favorire il buon funzionamento del metabolismo territoriale anche a livello energetico, che è precondizione essenziale al funzionamento dei sistemi socio-produttivi locali. L’inquadramento iniziale del contesto problematico affronta le criticità e le contraddizioni di una crescita che non conosce limiti, evidenziando la necessità di ridurre le emissioni di CO2 e la dipendenza dai combustibili fossili che può essere realizzata solo favorendo la transizione energetica. La ricerca sviluppa la critica sia al modello tradizionale di produzione e distribuzione energetica sia ad interventi di diffusione di fonti rinnovabili di energia che però riproducono dinamiche tipiche di un sistema basato sullo sfruttamento senza limiti della risorsa, soltanto apparentemente “green”, guidato da logiche di profitto che non portano valore aggiunto ai territori interessati e che generano criticità di tipo ambientale, paesaggistico e socio-economico. La ricerca quindi si articola mettendo in relazione il patrimonio territoriale (la cui valorizzazione costituisce la base per orientare le trasformazioni del territorio in una prospettiva di autosostenibilità), le risorse energetiche rinnovabili (anch’esse parte del patrimonio locale) e la dimensione della comunità, individuata anche dalle direttive europee in materia energetica come ambito strategico d’azione di elezione. Nell’ambito della ricerca di dottorato si analizzano dunque strumenti, progetti ed esperienze in cui il territorio non assume più la funzione di mero supporto passivo delle trasformazioni ma diventa protagonista con la sua profondità patrimoniale, attraverso l’interazione dinamica con le comunità locali che condividono e co-progettano il loro futuro all’insegna della sostenibilità. In seguito vengono analizzati nello specifico la componente energetica del patrimonio territoriale, descrivendo in che cosa consistono il processo di patrimonializzazione ed il ruolo proattivo di chi vive il territorio, approfondendo (nell’interazione fra patrimonio, soggetti e risorse) la dimensione della comunità energetica nel tentativo di superare una concezione funzionalistica della stessa per reinterpretarla sul modello della “comunità concreta” di Adriano Olivetti, una comunità locale profondamente connessa al territorio e alle sue componenti. La ricerca sviluppa inoltre un modello quali-quantitativo di valutazione delle potenzialità e criticità di un territorio nella costituzione di comunità energetiche, applicato ai casi studio anche per individuare quali fattori possano favorire oppure ostacolare tale processo. Il richiamo al principio territoriale nella definizione della comunità energetica unito alla centralità del patrimonio territoriale nell’elaborazione di progetti di sviluppo locale, anche in ambito energetico, porta con sé anche il superamento del concetto di accettabilità sociale degli interventi sul territorio, che richiama l’azione di forze esogene estranee alla dimensione locale, per muovere verso una reinterpretazione collettiva dei valori patrimoniali e una progettualità condivisa delle trasformazioni da parte di una comunità territoriale di autogoverno. L’ultima parte di questa ricerca-azione consta di un approfondimento sperimentale in cui vengono analizzati come casi studio le esperienze di quattro territori che hanno avviato processi di costruzione di comunità energetiche: Tirano (SO), Storo (TN), Primiero (TN) e Prato allo Stelvio (BZ), territori già virtuosi dal punto di vista della produzione energetica da fonti rinnovabili, che hanno saputo correttamente sviluppare. Si tratta di realtà territoriali in cui generalmente il tessuto sociale è attivo e capace di promuovere percorsi di valorizzazione delle risorse e dei caratteri identitari del territorio, con iniziative molto avanzate dal punto di vista dell’innovazione sociale emerse nel corso dell’indagine sul rapporto comunità – patrimonio locale. Lo studio dimostra che è comunque possibile, applicando un modello di produzione di energia che valorizzi le risorse locali nella dimensione della comunità energetica multisettoriale e multiattoriale, ottenere incrementi più o meno importanti di produzione da FER: per esempio gran parte dell’aumento nella produzione di energia elettrica può essere ottenuto valorizzando l’utilizzo delle coperture degli edifici per l’installazione di pannelli fotovoltaici, in molte realtà ancora sottoutilizzate (dal 50% fino anche al 100% in più nelle realtà trentine e altoatesine ed un incremento ancora superiore è possibile nel comune di Tirano). Il quadro delle condizioni che possono favorire o meno lo sviluppo di comunità energetiche basato sulle esperienze dei progetti pilota analizzati, pur non potendo essere esaustivo per la mancanza di rappresentazione fra le realtà indagate di casi di comunità energetiche in aree del Paese diverse dall’arco alpino, evidenzia i vantaggi che derivano dall’applicazione di un modello di patrimonializzazione energetica del territorio che valorizza le risorse patrimoniali locali, crea sinergie fra diversi attori economici e sociali e promuove processi di sviluppo locale dal basso coinvolgendo molteplici soggetti per una maggiore equità, giustizia sociale, democratizzazione dell’energia e incremento a livello nazionale della produzione da FER. The research developed with this doctoral work deals with the issue of the necessary transition to a development model marked by sustainability in order to meet the challenge of countering global warming and its disastrous environmental, economic and social consequences. The topic is very complex and involves multiple fields of inquiry, such as land sciences, social sciences, environmental sciences and economic theories. For this reason, the research project developed is interdisciplinary and has the ambition to unite in itself different types of approaches linked by the common thread of the enhancement of local heritage as a founding element of the strategy to be implemented to achieve the goals set for the energy transition. The research fits into the groove of the bioregionalist interpretation of the territory, aimed at fostering the proper functioning of territorial metabolism also at the energy level, which is an essential precondition for the functioning of local socio-productive systems. The initial framing of the problematic context addresses the criticalities and contradictions of growth that knows no limits, highlighting the need to reduce CO2 emissions and dependence on fossil fuels that can only be achieved by fostering the energy transition. The research develops a critique of both the traditional model of energy production and distribution and of interventions to spread renewable sources of energy that, however, reproduce typical dynamics of a system based on the limitless exploitation of the resource, only apparently "green," driven by profit logic that does not bring added value to the territories concerned and that generates environmental, landscape and socio-economic criticalities. Therefore, the research is articulated by relating territorial heritage (the valorization of which constitutes the basis for orienting the transformations of the territory in a self-sustainability perspective), renewable energy resources (also part of the local heritage) and the community dimension, also identified by the European directives on energy as the strategic sphere of action of choice. Within the scope of the doctoral research, therefore, tools, projects and experiences are analyzed in which the territory no longer assumes the function of mere passive support of transformations but becomes a protagonist with its patrimonial depth, through dynamic interaction with local communities that share and co-design their future under the banner of sustainability. Next, the energy component of the territorial patrimony is analyzed specifically, describing what the patrimonial process and the proactive role of those who live in the territory consist of, deepening (in the interaction between patrimony, subjects and resources) the dimension of the energy community in an attempt to overcome a functionalist conception of it in order to reinterpret it on the model of Adriano Olivetti's "concrete community," a local community deeply connected to the territory and its components. The research also develops a qualitative-quantitative model for assessing the potential and criticality of a territory in the establishment of energy communities, applied to the case studies also to identify what factors may favor or hinder this process. The appeal to the territorial principle in the definition of the energy community combined with the centrality of territorial heritage in the elaboration of local development projects, including in the energy sphere, also brings with it the overcoming of the concept of social acceptability of interventions in the territory, which invokes the action of exogenous forces extraneous to the local dimension, to move toward a collective reinterpretation of heritage values and a shared planning of transformations by a territorial community of self-government. The last part of this research-action consists of an in-depth experimental study in which the experiences of four territories that have initiated processes of energy community building are analyzed as case studies: Tirano (SO), Storo (TN), Primiero (TN) and Prato allo Stelvio (BZ), territories that are already virtuous from the point of view of energy production from renewable sources, which they have been able to correctly develop. These are territorial realities in which the social fabric is generally active and capable of promoting paths to enhance the resources and identity features of the territory, with very advanced initiatives from the point of view of social innovation that emerged during the survey on the community-local heritage relationship. The study shows that it is nevertheless possible, by applying a model of energy production that enhances local resources in the dimension of the multi-sectoral and multi-actor energy community, to obtain more or less important increases in production from RES: for example, a large part of the increase in electricity production can be obtained by enhancing the use of building roofs for the installation of photovoltaic panels, in many realities still underutilized (from 50% up to even 100% more in the Trentino and Alto Adige realities and an even greater increase is possible in the municipality of Tirano). The picture of the conditions that may or may not favor the development of energy communities based on the experiences of the pilot projects analyzed, although it cannot be exhaustive due to the lack of representation among the realities investigated of cases of energy communities in areas of the country other than the Alpine arc, highlights the benefits of applying a model of energy patrimonialisation of the territory that enhances local heritage resources, creates synergies between different economic and social actors and promotes local development processes from below by involving multiple actors for greater equity, social justice, democratization of energy and nationwide increase in production from RES.

Una visione patrimoniale della transizione energetica / Monica Bolognesi. - (2022).

Una visione patrimoniale della transizione energetica

Monica Bolognesi
2022

Abstract

La ricerca sviluppata col presente lavoro di dottorato ha per oggetto il tema della necessaria transizione verso un modello di sviluppo improntato alla sostenibilità per poter affrontare la sfida del contrasto al riscaldamento globale e alle sue disastrose conseguenze ambientali, economiche e sociali. Il tema è molto complesso ed interessa molteplici campi di indagine, come ad esempio le scienze del territorio, le scienze sociali, le scienze ambientali e le teorie economiche. Per questo, il progetto di ricerca sviluppato è interdisciplinare e ha l’ambizione di unire in sé diversi tipi di approccio legati dal fil rouge della valorizzazione del patrimonio locale come elemento fondante della strategia da attuare per raggiungere gli obiettivi prefissati per la transizione energetica. La ricerca si inserisce nel solco dell’interpretazione bioregionalista del territorio, volto a favorire il buon funzionamento del metabolismo territoriale anche a livello energetico, che è precondizione essenziale al funzionamento dei sistemi socio-produttivi locali. L’inquadramento iniziale del contesto problematico affronta le criticità e le contraddizioni di una crescita che non conosce limiti, evidenziando la necessità di ridurre le emissioni di CO2 e la dipendenza dai combustibili fossili che può essere realizzata solo favorendo la transizione energetica. La ricerca sviluppa la critica sia al modello tradizionale di produzione e distribuzione energetica sia ad interventi di diffusione di fonti rinnovabili di energia che però riproducono dinamiche tipiche di un sistema basato sullo sfruttamento senza limiti della risorsa, soltanto apparentemente “green”, guidato da logiche di profitto che non portano valore aggiunto ai territori interessati e che generano criticità di tipo ambientale, paesaggistico e socio-economico. La ricerca quindi si articola mettendo in relazione il patrimonio territoriale (la cui valorizzazione costituisce la base per orientare le trasformazioni del territorio in una prospettiva di autosostenibilità), le risorse energetiche rinnovabili (anch’esse parte del patrimonio locale) e la dimensione della comunità, individuata anche dalle direttive europee in materia energetica come ambito strategico d’azione di elezione. Nell’ambito della ricerca di dottorato si analizzano dunque strumenti, progetti ed esperienze in cui il territorio non assume più la funzione di mero supporto passivo delle trasformazioni ma diventa protagonista con la sua profondità patrimoniale, attraverso l’interazione dinamica con le comunità locali che condividono e co-progettano il loro futuro all’insegna della sostenibilità. In seguito vengono analizzati nello specifico la componente energetica del patrimonio territoriale, descrivendo in che cosa consistono il processo di patrimonializzazione ed il ruolo proattivo di chi vive il territorio, approfondendo (nell’interazione fra patrimonio, soggetti e risorse) la dimensione della comunità energetica nel tentativo di superare una concezione funzionalistica della stessa per reinterpretarla sul modello della “comunità concreta” di Adriano Olivetti, una comunità locale profondamente connessa al territorio e alle sue componenti. La ricerca sviluppa inoltre un modello quali-quantitativo di valutazione delle potenzialità e criticità di un territorio nella costituzione di comunità energetiche, applicato ai casi studio anche per individuare quali fattori possano favorire oppure ostacolare tale processo. Il richiamo al principio territoriale nella definizione della comunità energetica unito alla centralità del patrimonio territoriale nell’elaborazione di progetti di sviluppo locale, anche in ambito energetico, porta con sé anche il superamento del concetto di accettabilità sociale degli interventi sul territorio, che richiama l’azione di forze esogene estranee alla dimensione locale, per muovere verso una reinterpretazione collettiva dei valori patrimoniali e una progettualità condivisa delle trasformazioni da parte di una comunità territoriale di autogoverno. L’ultima parte di questa ricerca-azione consta di un approfondimento sperimentale in cui vengono analizzati come casi studio le esperienze di quattro territori che hanno avviato processi di costruzione di comunità energetiche: Tirano (SO), Storo (TN), Primiero (TN) e Prato allo Stelvio (BZ), territori già virtuosi dal punto di vista della produzione energetica da fonti rinnovabili, che hanno saputo correttamente sviluppare. Si tratta di realtà territoriali in cui generalmente il tessuto sociale è attivo e capace di promuovere percorsi di valorizzazione delle risorse e dei caratteri identitari del territorio, con iniziative molto avanzate dal punto di vista dell’innovazione sociale emerse nel corso dell’indagine sul rapporto comunità – patrimonio locale. Lo studio dimostra che è comunque possibile, applicando un modello di produzione di energia che valorizzi le risorse locali nella dimensione della comunità energetica multisettoriale e multiattoriale, ottenere incrementi più o meno importanti di produzione da FER: per esempio gran parte dell’aumento nella produzione di energia elettrica può essere ottenuto valorizzando l’utilizzo delle coperture degli edifici per l’installazione di pannelli fotovoltaici, in molte realtà ancora sottoutilizzate (dal 50% fino anche al 100% in più nelle realtà trentine e altoatesine ed un incremento ancora superiore è possibile nel comune di Tirano). Il quadro delle condizioni che possono favorire o meno lo sviluppo di comunità energetiche basato sulle esperienze dei progetti pilota analizzati, pur non potendo essere esaustivo per la mancanza di rappresentazione fra le realtà indagate di casi di comunità energetiche in aree del Paese diverse dall’arco alpino, evidenzia i vantaggi che derivano dall’applicazione di un modello di patrimonializzazione energetica del territorio che valorizza le risorse patrimoniali locali, crea sinergie fra diversi attori economici e sociali e promuove processi di sviluppo locale dal basso coinvolgendo molteplici soggetti per una maggiore equità, giustizia sociale, democratizzazione dell’energia e incremento a livello nazionale della produzione da FER. The research developed with this doctoral work deals with the issue of the necessary transition to a development model marked by sustainability in order to meet the challenge of countering global warming and its disastrous environmental, economic and social consequences. The topic is very complex and involves multiple fields of inquiry, such as land sciences, social sciences, environmental sciences and economic theories. For this reason, the research project developed is interdisciplinary and has the ambition to unite in itself different types of approaches linked by the common thread of the enhancement of local heritage as a founding element of the strategy to be implemented to achieve the goals set for the energy transition. The research fits into the groove of the bioregionalist interpretation of the territory, aimed at fostering the proper functioning of territorial metabolism also at the energy level, which is an essential precondition for the functioning of local socio-productive systems. The initial framing of the problematic context addresses the criticalities and contradictions of growth that knows no limits, highlighting the need to reduce CO2 emissions and dependence on fossil fuels that can only be achieved by fostering the energy transition. The research develops a critique of both the traditional model of energy production and distribution and of interventions to spread renewable sources of energy that, however, reproduce typical dynamics of a system based on the limitless exploitation of the resource, only apparently "green," driven by profit logic that does not bring added value to the territories concerned and that generates environmental, landscape and socio-economic criticalities. Therefore, the research is articulated by relating territorial heritage (the valorization of which constitutes the basis for orienting the transformations of the territory in a self-sustainability perspective), renewable energy resources (also part of the local heritage) and the community dimension, also identified by the European directives on energy as the strategic sphere of action of choice. Within the scope of the doctoral research, therefore, tools, projects and experiences are analyzed in which the territory no longer assumes the function of mere passive support of transformations but becomes a protagonist with its patrimonial depth, through dynamic interaction with local communities that share and co-design their future under the banner of sustainability. Next, the energy component of the territorial patrimony is analyzed specifically, describing what the patrimonial process and the proactive role of those who live in the territory consist of, deepening (in the interaction between patrimony, subjects and resources) the dimension of the energy community in an attempt to overcome a functionalist conception of it in order to reinterpret it on the model of Adriano Olivetti's "concrete community," a local community deeply connected to the territory and its components. The research also develops a qualitative-quantitative model for assessing the potential and criticality of a territory in the establishment of energy communities, applied to the case studies also to identify what factors may favor or hinder this process. The appeal to the territorial principle in the definition of the energy community combined with the centrality of territorial heritage in the elaboration of local development projects, including in the energy sphere, also brings with it the overcoming of the concept of social acceptability of interventions in the territory, which invokes the action of exogenous forces extraneous to the local dimension, to move toward a collective reinterpretation of heritage values and a shared planning of transformations by a territorial community of self-government. The last part of this research-action consists of an in-depth experimental study in which the experiences of four territories that have initiated processes of energy community building are analyzed as case studies: Tirano (SO), Storo (TN), Primiero (TN) and Prato allo Stelvio (BZ), territories that are already virtuous from the point of view of energy production from renewable sources, which they have been able to correctly develop. These are territorial realities in which the social fabric is generally active and capable of promoting paths to enhance the resources and identity features of the territory, with very advanced initiatives from the point of view of social innovation that emerged during the survey on the community-local heritage relationship. The study shows that it is nevertheless possible, by applying a model of energy production that enhances local resources in the dimension of the multi-sectoral and multi-actor energy community, to obtain more or less important increases in production from RES: for example, a large part of the increase in electricity production can be obtained by enhancing the use of building roofs for the installation of photovoltaic panels, in many realities still underutilized (from 50% up to even 100% more in the Trentino and Alto Adige realities and an even greater increase is possible in the municipality of Tirano). The picture of the conditions that may or may not favor the development of energy communities based on the experiences of the pilot projects analyzed, although it cannot be exhaustive due to the lack of representation among the realities investigated of cases of energy communities in areas of the country other than the Alpine arc, highlights the benefits of applying a model of energy patrimonialisation of the territory that enhances local heritage resources, creates synergies between different economic and social actors and promotes local development processes from below by involving multiple actors for greater equity, social justice, democratization of energy and nationwide increase in production from RES.
2022
Daniela Poli, Alberto Magnaghi
ITALIA
Goal 7: Affordable and clean energy
Goal 11: Sustainable cities and communities
Goal 13: Climate action
Monica Bolognesi
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