Scopo di questo contributo è di mostrare la piena compatibilità fra il metodo descrittivo e morfologico della fenomenologia e il metodo sperimentale. Il fatto che nella fenomenologia di Husserl, per dirla in termini sellarsiani, l’immagine manifesta sia prioritaria e fondante rispetto all’immagine scientifica, non esclude infatti la possibilità di una fenomenologia sperimentale. Tale possibilità (che in Italia si è realizzata in particolare nella figura di Paolo Bozzi) si basa sul fatto che l’esperienza fenomenologica gode di una solida e autonoma struttura, in cui i concetti di invarianza e di legalità risultano essere cruciali. La tesi secondo la quale l’osservabile ha una struttura è confermato dall’esistenza di principi come quello di stabilità e di differenziazione sufficiente (facilmente concepibili come versioni sperimentali della riduzione eidetica), i quali permettono da un lato il riconoscimento della complessità e oggettualità del dato osservativo e, dall’altro, la sua impermeabilità rispetto a strutture teoriche e concettuali precedenti. Proprio in quanto animata da tali principi la descrizione fenomenologica appare come un modo per stabilire un contatto “avveduto” con l’esperienza, per saggiarla e metterla alla prova. In questo senso, sia pure minimale, anche il semplice osservare è uno sperimentare.
Fenomenologia sperimentale / R. Lanfredini. - STAMPA. - (2022), pp. 159-173.
Fenomenologia sperimentale
R. Lanfredini
2022
Abstract
Scopo di questo contributo è di mostrare la piena compatibilità fra il metodo descrittivo e morfologico della fenomenologia e il metodo sperimentale. Il fatto che nella fenomenologia di Husserl, per dirla in termini sellarsiani, l’immagine manifesta sia prioritaria e fondante rispetto all’immagine scientifica, non esclude infatti la possibilità di una fenomenologia sperimentale. Tale possibilità (che in Italia si è realizzata in particolare nella figura di Paolo Bozzi) si basa sul fatto che l’esperienza fenomenologica gode di una solida e autonoma struttura, in cui i concetti di invarianza e di legalità risultano essere cruciali. La tesi secondo la quale l’osservabile ha una struttura è confermato dall’esistenza di principi come quello di stabilità e di differenziazione sufficiente (facilmente concepibili come versioni sperimentali della riduzione eidetica), i quali permettono da un lato il riconoscimento della complessità e oggettualità del dato osservativo e, dall’altro, la sua impermeabilità rispetto a strutture teoriche e concettuali precedenti. Proprio in quanto animata da tali principi la descrizione fenomenologica appare come un modo per stabilire un contatto “avveduto” con l’esperienza, per saggiarla e metterla alla prova. In questo senso, sia pure minimale, anche il semplice osservare è uno sperimentare.File | Dimensione | Formato | |
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