Lo studio della tecnica di realizzazione di un manufatto metallico in bronzo costituisce un momento conoscitivo di notevole importanza sia dell’opera d’arte in sé stessa che, più in generale, della storia delle tecnologie fusorie antiche 1. Uno studio di questo tipo ha un forte carattere interdisciplinare: occorre infatti mettere insieme un’attenta lettura delle superfici e dei segni caratteristici lasciati dalle varie fasi di lavorazione con i dati forniti dalle indagini scientifiche, incrociando, ove possibile, i risultati di queste indagini con un’approfondita analisi delle fonti storiche. Fra i vari obbiettivi diagnostici, oltre a quelli improntati ad indagare le caratteristiche strutturali del manufatto (come per esempio la radiografie o le tecniche di misura degli spessori del metallo), l’identificazione e la caratterizzazione dei materiali costituitivi e delle modalità con cui sono stati impiegati, rappresentano sicuramente uno degli strumenti più efficaci che le indagini scientifiche possano mettere a disposizione per approfondire le conoscenze sull’opera. Gli interventi di restauro sono senza dubbio un momento privilegiato per l’esecuzione di uno studio tecnologico: in alcuni casi è infatti possibile procedere allo smontaggio di molte parti dell’opera oppure avere accesso a porzioni della superficie che normalmente non sarebbero altrimenti raggiungibili. È quindi estremamente facilitata la possibilità di osservare accuratamente le superfici da parte di restauratori e di esperti di tecniche fusorie e l’applicazione di una serie di indagini scientifiche finalizzate alla caratterizzazione dei materiali. È infatti attraverso i restauri di molte opere fiorentine di Donatello, in gran parte eseguite presso i laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure, che dalla fine degli anni ottanta si è andato strutturando un bagaglio di conoscenze sulla tecnica fusoria di questo artista 2. I risultati analitici ottenuti sui due pulpiti in bronzo della Basilica di San Lorenzo arricchiscono questo studio di ulteriori dati che possono consentire un confronto oggettivo con le altre opere dello stesso Donatello o di altri artisti rinascimentali e che contribuiscono quindi al completamento delle conoscenze sulla produzione di questo artista. Sono infatti ancora senza una risposta certa i numerosi interrogativi che ruotano intorno alla realizzazione, iniziata probabilmente nel 1460, delle ultime sue opere. Non è stato per esempio ancora accertato se i due pulpiti fossero terminati alla data della sua morte (1466), quanto sia stato il suo contributo e quanto quello dei suoi collaboratori ed infine per che cosa fossero destinati i pannelli in bronzo prima di essere assemblati nella struttura che è pervenuta fino a noi. L’avere a disposizione una serie di dati analitici quantitativi può consentire di rafforzare alcune ipotesi inerenti le varie fasi di realizzazione o di assemblaggio. Ad esempio, è possibile eseguire una serie di confronti tra le numerose parti di cui sono costituiti i due pulpiti oppure con altre opere dello stesso artista. Anche se risulta generalmente molto difficile dimostrare una successione cronologica nell’esecuzione dei diversi elementi bronzei a partire dall’analisi quali/quantitativa dei materiali, tuttavia la presenza di una stretta “parentela” in termini di composizione quantitativa della lega metallica fra alcune parti, specialmente se riferita ad elementi in tracce, potrebbe far pensare ad un unico momento realizzativo oppure all’utilizzo di materiali di una stessa provenienza. I materiali costitutivi di maggiore rilevanza per lo studio tecnologico di opere in bronzo dorato, come i due pulpiti, sono: la lega metallica, gli eventuali residui di terre di fusione che possono essere rimasti adesi alle superfici metalliche e le dorature presenti su alcune porzioni della superficie. In questo contributo verranno illustrati i risultati delle indagini scientifiche eseguite su queste tre tipologie di materiali ed in particolare dell’analisi quantitativa delle leghe metalliche, dello studio mineralogico petrografico delle terre di fusione e della tecnica e della composizione delle dorature. Per completare il quadro analitico occorre menzionare anche l’esecuzione di un’estesa campagna di indagini radiografiche i cui risultati sono illustrati in un altro contributo di questo volume.
L’ultimo Donatello. I Pulpiti di San Lorenzo: studi e restauro: Indagini scientifiche per lo studio archeometrico / Simone Porcinai, Andrea Cagnini, Monica Galeotti, Alessandra Santagostino Barbone, Elena della Schiava, Elena Pecchioni, Marco Benvenuti, Sonia Mugnaini, Andrea Scala, Marco Giamello, Clarimma Sessa, Jose Francisco Garcìa. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 187-197.
L’ultimo Donatello. I Pulpiti di San Lorenzo: studi e restauro: Indagini scientifiche per lo studio archeometrico
Elena PecchioniMembro del Collaboration Group
;Marco BenvenutiMembro del Collaboration Group
;
2022
Abstract
Lo studio della tecnica di realizzazione di un manufatto metallico in bronzo costituisce un momento conoscitivo di notevole importanza sia dell’opera d’arte in sé stessa che, più in generale, della storia delle tecnologie fusorie antiche 1. Uno studio di questo tipo ha un forte carattere interdisciplinare: occorre infatti mettere insieme un’attenta lettura delle superfici e dei segni caratteristici lasciati dalle varie fasi di lavorazione con i dati forniti dalle indagini scientifiche, incrociando, ove possibile, i risultati di queste indagini con un’approfondita analisi delle fonti storiche. Fra i vari obbiettivi diagnostici, oltre a quelli improntati ad indagare le caratteristiche strutturali del manufatto (come per esempio la radiografie o le tecniche di misura degli spessori del metallo), l’identificazione e la caratterizzazione dei materiali costituitivi e delle modalità con cui sono stati impiegati, rappresentano sicuramente uno degli strumenti più efficaci che le indagini scientifiche possano mettere a disposizione per approfondire le conoscenze sull’opera. Gli interventi di restauro sono senza dubbio un momento privilegiato per l’esecuzione di uno studio tecnologico: in alcuni casi è infatti possibile procedere allo smontaggio di molte parti dell’opera oppure avere accesso a porzioni della superficie che normalmente non sarebbero altrimenti raggiungibili. È quindi estremamente facilitata la possibilità di osservare accuratamente le superfici da parte di restauratori e di esperti di tecniche fusorie e l’applicazione di una serie di indagini scientifiche finalizzate alla caratterizzazione dei materiali. È infatti attraverso i restauri di molte opere fiorentine di Donatello, in gran parte eseguite presso i laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure, che dalla fine degli anni ottanta si è andato strutturando un bagaglio di conoscenze sulla tecnica fusoria di questo artista 2. I risultati analitici ottenuti sui due pulpiti in bronzo della Basilica di San Lorenzo arricchiscono questo studio di ulteriori dati che possono consentire un confronto oggettivo con le altre opere dello stesso Donatello o di altri artisti rinascimentali e che contribuiscono quindi al completamento delle conoscenze sulla produzione di questo artista. Sono infatti ancora senza una risposta certa i numerosi interrogativi che ruotano intorno alla realizzazione, iniziata probabilmente nel 1460, delle ultime sue opere. Non è stato per esempio ancora accertato se i due pulpiti fossero terminati alla data della sua morte (1466), quanto sia stato il suo contributo e quanto quello dei suoi collaboratori ed infine per che cosa fossero destinati i pannelli in bronzo prima di essere assemblati nella struttura che è pervenuta fino a noi. L’avere a disposizione una serie di dati analitici quantitativi può consentire di rafforzare alcune ipotesi inerenti le varie fasi di realizzazione o di assemblaggio. Ad esempio, è possibile eseguire una serie di confronti tra le numerose parti di cui sono costituiti i due pulpiti oppure con altre opere dello stesso artista. Anche se risulta generalmente molto difficile dimostrare una successione cronologica nell’esecuzione dei diversi elementi bronzei a partire dall’analisi quali/quantitativa dei materiali, tuttavia la presenza di una stretta “parentela” in termini di composizione quantitativa della lega metallica fra alcune parti, specialmente se riferita ad elementi in tracce, potrebbe far pensare ad un unico momento realizzativo oppure all’utilizzo di materiali di una stessa provenienza. I materiali costitutivi di maggiore rilevanza per lo studio tecnologico di opere in bronzo dorato, come i due pulpiti, sono: la lega metallica, gli eventuali residui di terre di fusione che possono essere rimasti adesi alle superfici metalliche e le dorature presenti su alcune porzioni della superficie. In questo contributo verranno illustrati i risultati delle indagini scientifiche eseguite su queste tre tipologie di materiali ed in particolare dell’analisi quantitativa delle leghe metalliche, dello studio mineralogico petrografico delle terre di fusione e della tecnica e della composizione delle dorature. Per completare il quadro analitico occorre menzionare anche l’esecuzione di un’estesa campagna di indagini radiografiche i cui risultati sono illustrati in un altro contributo di questo volume.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.