Il contributo affronta il tema dei Borghi, che ha ormai pervaso la cultura nazionale tanto da diventare oramai sinonimo di intrinseca qualità dell’abitare, di modelli di vita in stretto rapporto con l’ambiente e la natura e, in una visione crociana, un forte valore comunicativo estetico-percettivo. Un termine che, per usare l’approccio sociologico spazialista, ha finito per inglobare su di sé in maniera meccanica quel «cambiamento di un clima culturale, che si sta verificando negli ultimi 15-20 anni e che è trasversale a molti campi della ricerca che si intersecano su temi territoriali: dalla filosofia alla geografia, dalle scienze ambientali all’urbanistica, sino ad ambiti solo in apparenza lontani dalle scienze sociali, come le neuroscienze e persino la fisica» . Solo che questo cambiamento legato all’interpretazione di una parte degli insediamenti umani è considerato nel contributo una involuzione che ha portato in maniera quasi subliminale a confonderne il significato, il ruolo linguistico e, soprattutto, quello comunicativo. I piccoli centri, anche quelli più marginali e periferici, se non abbandonati in parte o completamente, non possono essere ridotti ad una semplice oggetto di brandizzazione a fini di sola valorizzazione patrimoniale e turistica, perché essi sono il prodotto di relazioni sociali, economiche e di potere tra gli uomini e di relazioni coevolutive con il territorio circostante. Quando parliamo di tutto ciò non parliamo di borghi, quanto di Paesi vitali e di piccoli centri dove le comunità vivono, si autoidentificano e generano cultura sociale, reinterpretando e rivitalizzando quella soggiacente.
I Borghi esistono solo nelle menti dei portatori di interessi, spesse volte nascosti, non nella vita delle persone che vivono in Paesi / Giuseppe De Luca. - STAMPA. - (2022), pp. 163-174.
I Borghi esistono solo nelle menti dei portatori di interessi, spesse volte nascosti, non nella vita delle persone che vivono in Paesi
Giuseppe De Luca
Writing – Review & Editing
2022
Abstract
Il contributo affronta il tema dei Borghi, che ha ormai pervaso la cultura nazionale tanto da diventare oramai sinonimo di intrinseca qualità dell’abitare, di modelli di vita in stretto rapporto con l’ambiente e la natura e, in una visione crociana, un forte valore comunicativo estetico-percettivo. Un termine che, per usare l’approccio sociologico spazialista, ha finito per inglobare su di sé in maniera meccanica quel «cambiamento di un clima culturale, che si sta verificando negli ultimi 15-20 anni e che è trasversale a molti campi della ricerca che si intersecano su temi territoriali: dalla filosofia alla geografia, dalle scienze ambientali all’urbanistica, sino ad ambiti solo in apparenza lontani dalle scienze sociali, come le neuroscienze e persino la fisica» . Solo che questo cambiamento legato all’interpretazione di una parte degli insediamenti umani è considerato nel contributo una involuzione che ha portato in maniera quasi subliminale a confonderne il significato, il ruolo linguistico e, soprattutto, quello comunicativo. I piccoli centri, anche quelli più marginali e periferici, se non abbandonati in parte o completamente, non possono essere ridotti ad una semplice oggetto di brandizzazione a fini di sola valorizzazione patrimoniale e turistica, perché essi sono il prodotto di relazioni sociali, economiche e di potere tra gli uomini e di relazioni coevolutive con il territorio circostante. Quando parliamo di tutto ciò non parliamo di borghi, quanto di Paesi vitali e di piccoli centri dove le comunità vivono, si autoidentificano e generano cultura sociale, reinterpretando e rivitalizzando quella soggiacente.File | Dimensione | Formato | |
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