A prima vista soltanto il complesso degli edifici intorno all’imponente Collegiata gotica che domina l’abitato con la sua massa imponente, sembrerebbe dare oggi fisica testimonianza del ruolo primario interpretato da Wiślica nella storia della Polonia. È persino troppo ovvio che un tale approccio possa essere associato solo allo stereotipo del turista frettoloso e superficiale, collezionista “retinico” di prodotti storici facilmente identificabili e mediaticamente riconosciuti, ma è anche vero che i luoghi della storia - soprattutto quelli, come appunto Wiślica, che fino ad oggi hanno mantenuto nel tempo la continuità di uno sviluppo urbano nell’ambito del sedime storico - non possano permettersi di essere soltanto gli asettici contenitori delle testimonianze del proprio passato, custodite ed esposte alla stregua di reperti nelle teche di un museo o, peggio, in un’ottica più “mercantile”, come prodotti in offerta allineati sugli scaffali di un supermercato. Gli elementi storici sopravvissuti alle distruzioni e/o trasformazioni subite da ogni ambito urbano - a volte presenze di assoluta rilevanza architettonica, a volte soltanto labili tracce archeologiche sedimentate nel sottosuolo - non costituiscono “un mondo a parte”, disponibile per gli studiosi e magari per un certo tipo di turismo qualificato, ma definitivamente sottratto alle dinamiche vitali della città contemporanea che li circonda. Le permanenze fisiche della storia rendono percepibile quella trama complessa che struttura il presente come lo sviluppo dell’eredità del passato, quel filo di continuità attraverso le tante discontinuità della storia, tanto più necessario, quanto più ci si rende conto che senza di esso una città sarebbe solo un intreccio di funzioni ed infrastrutture, senza altro senso che non l’uso. Nel corso di innumerevoli campagne di scavo condotte a partire dagli anni ‘50 sono emerse moltissime testimonianze del passato di Wiślica. L’area intorno alla Collegiata del XIV° secolo ha rivelato reperti di straordinario valore che costruiscono una virtuale sequenza stratigrafica del sito: dalla vasca battesimale databile al IX° secolo, all’attigua chiesetta del X° secolo con la più tarda cappella sepolcrale, fino alle tracce delle due chiese romaniche a tre navate comprese nell’area di sedime di quella attuale gotica. L’indagine archeologica ha potuto individuare gran parte del tracciato dell’antico circuito murario della città e, soprattutto, si è concentrata in due aree significative situate agli opposti margini del nucleo urbano: il cosiddetto “Castello” ed il complesso de “la Regia”. Tali evidenze archeologiche, se adeguatamente valorizzate all’interno di un sistema di luoghi urbani resi significativi dall’intrecciarsi di relazioni (inevitabilmente “architettoniche”) tra antiche presenze e nuove esigenze, rappresenterebbero per Wiślica una straordinaria occasione di sviluppo attraverso e non contro la propria storia: la conservazione della memoria non sarebbe soltanto conservazione di quanto fisicamente lasciato dalla storia, bensì motore operativo di un processo di rigenerazione “riconoscibile” dell’intera realtà urbana.
Wiślica: a project for the city / Andrea Ricci. - STAMPA. - (2022), pp. 69-72.
Wiślica: a project for the city
Andrea Ricci
2022
Abstract
A prima vista soltanto il complesso degli edifici intorno all’imponente Collegiata gotica che domina l’abitato con la sua massa imponente, sembrerebbe dare oggi fisica testimonianza del ruolo primario interpretato da Wiślica nella storia della Polonia. È persino troppo ovvio che un tale approccio possa essere associato solo allo stereotipo del turista frettoloso e superficiale, collezionista “retinico” di prodotti storici facilmente identificabili e mediaticamente riconosciuti, ma è anche vero che i luoghi della storia - soprattutto quelli, come appunto Wiślica, che fino ad oggi hanno mantenuto nel tempo la continuità di uno sviluppo urbano nell’ambito del sedime storico - non possano permettersi di essere soltanto gli asettici contenitori delle testimonianze del proprio passato, custodite ed esposte alla stregua di reperti nelle teche di un museo o, peggio, in un’ottica più “mercantile”, come prodotti in offerta allineati sugli scaffali di un supermercato. Gli elementi storici sopravvissuti alle distruzioni e/o trasformazioni subite da ogni ambito urbano - a volte presenze di assoluta rilevanza architettonica, a volte soltanto labili tracce archeologiche sedimentate nel sottosuolo - non costituiscono “un mondo a parte”, disponibile per gli studiosi e magari per un certo tipo di turismo qualificato, ma definitivamente sottratto alle dinamiche vitali della città contemporanea che li circonda. Le permanenze fisiche della storia rendono percepibile quella trama complessa che struttura il presente come lo sviluppo dell’eredità del passato, quel filo di continuità attraverso le tante discontinuità della storia, tanto più necessario, quanto più ci si rende conto che senza di esso una città sarebbe solo un intreccio di funzioni ed infrastrutture, senza altro senso che non l’uso. Nel corso di innumerevoli campagne di scavo condotte a partire dagli anni ‘50 sono emerse moltissime testimonianze del passato di Wiślica. L’area intorno alla Collegiata del XIV° secolo ha rivelato reperti di straordinario valore che costruiscono una virtuale sequenza stratigrafica del sito: dalla vasca battesimale databile al IX° secolo, all’attigua chiesetta del X° secolo con la più tarda cappella sepolcrale, fino alle tracce delle due chiese romaniche a tre navate comprese nell’area di sedime di quella attuale gotica. L’indagine archeologica ha potuto individuare gran parte del tracciato dell’antico circuito murario della città e, soprattutto, si è concentrata in due aree significative situate agli opposti margini del nucleo urbano: il cosiddetto “Castello” ed il complesso de “la Regia”. Tali evidenze archeologiche, se adeguatamente valorizzate all’interno di un sistema di luoghi urbani resi significativi dall’intrecciarsi di relazioni (inevitabilmente “architettoniche”) tra antiche presenze e nuove esigenze, rappresenterebbero per Wiślica una straordinaria occasione di sviluppo attraverso e non contro la propria storia: la conservazione della memoria non sarebbe soltanto conservazione di quanto fisicamente lasciato dalla storia, bensì motore operativo di un processo di rigenerazione “riconoscibile” dell’intera realtà urbana.| File | Dimensione | Formato | |
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