Le trasformazioni occorse nel tempo nella cultura del sistema penale e penitenziario hanno inciso sulla identità professionale dei professionisti della funzionalità giuridico-pedagogica. Il passaggio ad una cultura “rieducante” del sistema-carcere nel secondo dopo-guerra ha messo in luce una nuova identità, un nuovo ruolo cui non sempre si accompagnano nuove consapevolezze e pratiche educative. Il contributo intende ricostruire l’ identità di ruolo del funzionario giuridico-pedagogico all’interno delle professioni educative e formative. A tal fine saranno utilizzati elementi di rappresentazioni degli attori organizzativi e prospettive identitarie legate al modo in cui ogni istituto costruisce il senso della professionalità giuridico-pedagogica con i dispositivi in uso e alimenta la cultura del lavoro educativo in carcere. Il modo in cui egli interpreta il senso di mansioni e sfide professionali e la sua capacità di innovare la progettualità educativa incorporata in ogni momento di vita quotidiana dei detenuti rappresentano gli elementi distintivi di una professionalità educativa ancora poco interiorizzata nel sistema e nelle istituzioni penitenziarie e poco sedimentata nelle prospettive dei singoli professionisti. Lo sviluppo dell’identità professionale è condizionato tanto da fattori di carattere organizzativo quanto da componenti individuali che motivano allo svolgimento di mansioni, attività, azioni in prospettiva critico-trasformativa rispetto alla popolazione dei detenuti: contano la mission organizzativa, le pratiche socializzate e condivise in istituto, le modificazioni di carattere socio-economico quanto i percorsi di ogni professionista. Tutto contribuisce a costruire quello che un funzionario è nella sfera lavorativa ed il senso che ognuno dà al suo lavoro. Sulla capacità di costruirsi il senso del lavoro educativo in carcere incidono valori, etica, conoscenze del singolo professionista ma anche i sistemi sociali e lavorativi di appartenenza. Quanto più il professionista è in grado di costruire in autonomia il senso del proprio lavoro e del proprio ruolo professionale tanto più chiara e consapevolmente agita è la sua identità.

Lo specialista del trattamento per l’apprendimento trasformativo nei contesti penitenziari: la costruzione di identità del funzionario giuridico-pedagogico / Torlone, Francesca. - STAMPA. - (2020), pp. 103-128. [10.3280/QUA2020-112015]

Lo specialista del trattamento per l’apprendimento trasformativo nei contesti penitenziari: la costruzione di identità del funzionario giuridico-pedagogico

Torlone, Francesca
2020

Abstract

Le trasformazioni occorse nel tempo nella cultura del sistema penale e penitenziario hanno inciso sulla identità professionale dei professionisti della funzionalità giuridico-pedagogica. Il passaggio ad una cultura “rieducante” del sistema-carcere nel secondo dopo-guerra ha messo in luce una nuova identità, un nuovo ruolo cui non sempre si accompagnano nuove consapevolezze e pratiche educative. Il contributo intende ricostruire l’ identità di ruolo del funzionario giuridico-pedagogico all’interno delle professioni educative e formative. A tal fine saranno utilizzati elementi di rappresentazioni degli attori organizzativi e prospettive identitarie legate al modo in cui ogni istituto costruisce il senso della professionalità giuridico-pedagogica con i dispositivi in uso e alimenta la cultura del lavoro educativo in carcere. Il modo in cui egli interpreta il senso di mansioni e sfide professionali e la sua capacità di innovare la progettualità educativa incorporata in ogni momento di vita quotidiana dei detenuti rappresentano gli elementi distintivi di una professionalità educativa ancora poco interiorizzata nel sistema e nelle istituzioni penitenziarie e poco sedimentata nelle prospettive dei singoli professionisti. Lo sviluppo dell’identità professionale è condizionato tanto da fattori di carattere organizzativo quanto da componenti individuali che motivano allo svolgimento di mansioni, attività, azioni in prospettiva critico-trasformativa rispetto alla popolazione dei detenuti: contano la mission organizzativa, le pratiche socializzate e condivise in istituto, le modificazioni di carattere socio-economico quanto i percorsi di ogni professionista. Tutto contribuisce a costruire quello che un funzionario è nella sfera lavorativa ed il senso che ognuno dà al suo lavoro. Sulla capacità di costruirsi il senso del lavoro educativo in carcere incidono valori, etica, conoscenze del singolo professionista ma anche i sistemi sociali e lavorativi di appartenenza. Quanto più il professionista è in grado di costruire in autonomia il senso del proprio lavoro e del proprio ruolo professionale tanto più chiara e consapevolmente agita è la sua identità.
2020
Il Mercato del Lavoro dei Professionisti dell'Educazione e della Formazione
103
128
Goal 4: Quality education
Goal 5: Gender equality
Torlone, Francesca
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