I contributi pubblicati in questo quaderno provengono dalle relazioni svolte ai due corsi di formazione nazionale P21042 e P22009 organizzati dalla Scuola Superiore della Magistratura per l’ambito della protezione internazionale nel 2021 e nel 2022. Questi corsi organizzati dalla Scuola unitamente ad UNHCR sono stati caratterizzati da una peculiare offerta formativa, connessa alla specificità della materia. In primo luogo, l’impugnabilità direttamente in Cassazione dei decreti di protezione internazionale ha portato in entrambi i corsi ad una interlocuzione approfondita e proficua fra giudici di merito e di legittimità. Inoltre, la necessità formativa in ambiti geopolitici e culturali diversi dal diritto ha trovato risposta in ricchissimi contributi di esperti esterni alla giurisdizione (formatori UNHCR, accademici con cui si sono chiariti i crescenti effetti dei cambiamenti climatici sulle migrazioni e le relative necessità di protezione ecc.). Infine, il coinvolgimento nel secondo corso dell’avvocatura, del servizio immigrazione del ministero dell’interno e della commissione nazionale per il diritto di asilo, ha consentito di approfondire dai diversi punti di vista istituzionali le criticità emerse nella applicazione pratica dei recenti mutamenti legislativi. La novità di entrambi i corsi – che ha comportato un vivo interesse da parte dei numerosi partecipanti – risiede nella “formula” utilizzata di un confronto a più voci e a diversi livelli e nella scelta delle tematiche che sono in continua evoluzione e che richiederanno, verosimilmente e a breve, nuovi corsi di formazione, sia a livello centrale che decentrato, da parte della Scuola Superiore della Magistratura. La maggior parte delle relazioni svolte ai corsi si è occupata degli argomenti oggi più topici nella materia ed in primo luogo le complesse ricadute processuali e sostanziali della modifica della protezione complementare operata col DL 130/20. In secondo luogo, è stata centrale – soprattutto nel primo dei due corsi citati – l’analisi della giurisprudenza sul Regolamento Dublino CE n. 604/13: in considerazione dei rinvii pregiudiziali alla Corte di Giustizia proposti dalla Corte di Cassazione e da alcuni tribunali italiani in merito alla interpretazione degli artt.4 e 17 del Regolamento si è tentata una analisi ragionata dei diversi profili ed una messa a sistema delle problematiche aperte. In questo caso il corso ha costituito la prima occasione di un meditato confronto tra giudici di merito e di legittimità sulle tematiche più urgenti che si sono presentate in sede di prima applicazione di un Regolamento europeo sicuramente complesso che richiede un confronto continuo che dovrà essere sviluppato ed ampliato all’esito della prossima pronuncia in sede pregiudiziale della Corte di Giustizia Vi sono stati inoltre interessanti approfondimenti sul tema di massima importanza della valutazione di credibilità del richiedente asilo, sulle specificità della condizione dei 16 Presentazione minori e sul crescente impatto nella materia dei cambiamenti climatici. Non sono mancati approfondimenti sui diversi procedimenti di ricongiungimento familiare e di convalida dei trattenimenti. L’ampiezza degli argomenti trattati, la larghissima ed attiva partecipazione dei discenti, l’autorevolezza dei relatori hanno evidenziato la necessità sempre maggiore di specializzazione dei giudici della immigrazione e della protezione internazionale. Le complessità giuridiche (solo ad esempio i rapporti col procedimento amministrativo, i rapporti fra normativa interna e dell’unione ecc.), geopolitiche e culturali (nella raccolta delle prove e specificamente della audizione del richiedente) richiedono una formazione specifica ed un aggiornamento costante. Tale esigenza è stata sempre ben presente alla Scuola Superiore della Magistratura che l’ha ritenuta una priorità nell’organizzazione dei corsi di formazione, sia a livello centrale che decentrato, e questo ha comportato che i corsi si sono succeduti anche a breve distanza tra loro e sono stati organizzati su tematiche talvolta ricorrenti. Il numero di procedimenti trattati dalle sezioni di protezione internazionale è una percentuale rilevantissima della giurisdizione civile dei nostri tribunali. Le linee guida CSM 19/10/21 hanno rilevato – su scala nazionale – che nel periodo 2016-2020 nei tribunali distrettuali le sopravvenienze in materia di immigrazione e protezione internazionale hanno costituito il 20% delle sopravvenienze all’interno di tutta la giustizia civile. Per questo molti colleghi debbono riconvertirsi a questa materia, che rappresenta uno dei settori oggi portanti della giustizia civile, rappresentando un quinto delle cause pendenti davanti ai tribunali maggiori. Questo ambito disciplinare si è sviluppato di recente nel nostro paese: la programmazione di corsi universitari in materia sta solo negli ultimi anni prendendo piede nell’accademia e la larghissima maggioranza dei giudici in servizio non hanno avuto formazione curricolare sul diritto della immigrazione e la protezione internazionale, costruendosela invece “on the job”, grazie alla scuola, UNHCR, EASO e in occasioni formative autonomamente cercate. La Scuola Superiore della Magistratura ha pienamente colto queste necessità formative, impegnandosi su vari fronti per offrire ai giudici strumenti adeguati allo svolgimento dei nuovi compiti loro affidati. Ha innanzitutto organizzato corsi specialistici in materia con una offerta formativa plurima e di alto livello, ma ha anche approfondito le tematiche organizzative connesse ai gravi problemi di sovraccarico delle sezioni immigrazione descritte nelle linee guida del CSM 19/10/21, con specifiche attività formative per l’ufficio del processo immigrazione. Il grande successo avuto da entrambi i corsi P21042 e P22009 nelle valutazioni dei partecipanti è un segnale evidente del bisogno di formazione specializzata in questa area: per i giudici delle sezioni specializzate, ma anche per i giudici di 17 Presentazione pace e per i giudici minorili in diverso modo coinvolti nell’ambito disciplinare oggetto dei corsi. Obiettivo della Scuola Superiore della Magistratura è una formazione di qualità ed a 360° in una materia in costante espansione nelle nostre aule giudiziarie. Questo quaderno, raccogliendo i frutti migliori dei corsi, vuole mettere a disposizione di tutti i giudici uno strumento di pronta consultazione per l’approfondimento delle questioni di maggiore rilevo nella trattazione dei procedimenti di competenza delle Sezioni Specializzate Immigrazione, Protezione Internazionale e Libera Circolazione dei Cittadini U.E. Anche attraverso questa raccolta, la Scuola Superiore della Magistratura si propone di offrire ai giudici il costante supporto formativo necessario per una giurisdizione al passo coi tempi ed in grado di rispondere alle nuove sfide poste alla giustizia dalla complessità della nostra società globalizzata e multiculturale.

L'attuazione del principio di non respingimento nell'ordinamento italiano / Chiara Favilli. - ELETTRONICO. - (2022), pp. 105-119.

L'attuazione del principio di non respingimento nell'ordinamento italiano

Chiara Favilli
2022

Abstract

I contributi pubblicati in questo quaderno provengono dalle relazioni svolte ai due corsi di formazione nazionale P21042 e P22009 organizzati dalla Scuola Superiore della Magistratura per l’ambito della protezione internazionale nel 2021 e nel 2022. Questi corsi organizzati dalla Scuola unitamente ad UNHCR sono stati caratterizzati da una peculiare offerta formativa, connessa alla specificità della materia. In primo luogo, l’impugnabilità direttamente in Cassazione dei decreti di protezione internazionale ha portato in entrambi i corsi ad una interlocuzione approfondita e proficua fra giudici di merito e di legittimità. Inoltre, la necessità formativa in ambiti geopolitici e culturali diversi dal diritto ha trovato risposta in ricchissimi contributi di esperti esterni alla giurisdizione (formatori UNHCR, accademici con cui si sono chiariti i crescenti effetti dei cambiamenti climatici sulle migrazioni e le relative necessità di protezione ecc.). Infine, il coinvolgimento nel secondo corso dell’avvocatura, del servizio immigrazione del ministero dell’interno e della commissione nazionale per il diritto di asilo, ha consentito di approfondire dai diversi punti di vista istituzionali le criticità emerse nella applicazione pratica dei recenti mutamenti legislativi. La novità di entrambi i corsi – che ha comportato un vivo interesse da parte dei numerosi partecipanti – risiede nella “formula” utilizzata di un confronto a più voci e a diversi livelli e nella scelta delle tematiche che sono in continua evoluzione e che richiederanno, verosimilmente e a breve, nuovi corsi di formazione, sia a livello centrale che decentrato, da parte della Scuola Superiore della Magistratura. La maggior parte delle relazioni svolte ai corsi si è occupata degli argomenti oggi più topici nella materia ed in primo luogo le complesse ricadute processuali e sostanziali della modifica della protezione complementare operata col DL 130/20. In secondo luogo, è stata centrale – soprattutto nel primo dei due corsi citati – l’analisi della giurisprudenza sul Regolamento Dublino CE n. 604/13: in considerazione dei rinvii pregiudiziali alla Corte di Giustizia proposti dalla Corte di Cassazione e da alcuni tribunali italiani in merito alla interpretazione degli artt.4 e 17 del Regolamento si è tentata una analisi ragionata dei diversi profili ed una messa a sistema delle problematiche aperte. In questo caso il corso ha costituito la prima occasione di un meditato confronto tra giudici di merito e di legittimità sulle tematiche più urgenti che si sono presentate in sede di prima applicazione di un Regolamento europeo sicuramente complesso che richiede un confronto continuo che dovrà essere sviluppato ed ampliato all’esito della prossima pronuncia in sede pregiudiziale della Corte di Giustizia Vi sono stati inoltre interessanti approfondimenti sul tema di massima importanza della valutazione di credibilità del richiedente asilo, sulle specificità della condizione dei 16 Presentazione minori e sul crescente impatto nella materia dei cambiamenti climatici. Non sono mancati approfondimenti sui diversi procedimenti di ricongiungimento familiare e di convalida dei trattenimenti. L’ampiezza degli argomenti trattati, la larghissima ed attiva partecipazione dei discenti, l’autorevolezza dei relatori hanno evidenziato la necessità sempre maggiore di specializzazione dei giudici della immigrazione e della protezione internazionale. Le complessità giuridiche (solo ad esempio i rapporti col procedimento amministrativo, i rapporti fra normativa interna e dell’unione ecc.), geopolitiche e culturali (nella raccolta delle prove e specificamente della audizione del richiedente) richiedono una formazione specifica ed un aggiornamento costante. Tale esigenza è stata sempre ben presente alla Scuola Superiore della Magistratura che l’ha ritenuta una priorità nell’organizzazione dei corsi di formazione, sia a livello centrale che decentrato, e questo ha comportato che i corsi si sono succeduti anche a breve distanza tra loro e sono stati organizzati su tematiche talvolta ricorrenti. Il numero di procedimenti trattati dalle sezioni di protezione internazionale è una percentuale rilevantissima della giurisdizione civile dei nostri tribunali. Le linee guida CSM 19/10/21 hanno rilevato – su scala nazionale – che nel periodo 2016-2020 nei tribunali distrettuali le sopravvenienze in materia di immigrazione e protezione internazionale hanno costituito il 20% delle sopravvenienze all’interno di tutta la giustizia civile. Per questo molti colleghi debbono riconvertirsi a questa materia, che rappresenta uno dei settori oggi portanti della giustizia civile, rappresentando un quinto delle cause pendenti davanti ai tribunali maggiori. Questo ambito disciplinare si è sviluppato di recente nel nostro paese: la programmazione di corsi universitari in materia sta solo negli ultimi anni prendendo piede nell’accademia e la larghissima maggioranza dei giudici in servizio non hanno avuto formazione curricolare sul diritto della immigrazione e la protezione internazionale, costruendosela invece “on the job”, grazie alla scuola, UNHCR, EASO e in occasioni formative autonomamente cercate. La Scuola Superiore della Magistratura ha pienamente colto queste necessità formative, impegnandosi su vari fronti per offrire ai giudici strumenti adeguati allo svolgimento dei nuovi compiti loro affidati. Ha innanzitutto organizzato corsi specialistici in materia con una offerta formativa plurima e di alto livello, ma ha anche approfondito le tematiche organizzative connesse ai gravi problemi di sovraccarico delle sezioni immigrazione descritte nelle linee guida del CSM 19/10/21, con specifiche attività formative per l’ufficio del processo immigrazione. Il grande successo avuto da entrambi i corsi P21042 e P22009 nelle valutazioni dei partecipanti è un segnale evidente del bisogno di formazione specializzata in questa area: per i giudici delle sezioni specializzate, ma anche per i giudici di 17 Presentazione pace e per i giudici minorili in diverso modo coinvolti nell’ambito disciplinare oggetto dei corsi. Obiettivo della Scuola Superiore della Magistratura è una formazione di qualità ed a 360° in una materia in costante espansione nelle nostre aule giudiziarie. Questo quaderno, raccogliendo i frutti migliori dei corsi, vuole mettere a disposizione di tutti i giudici uno strumento di pronta consultazione per l’approfondimento delle questioni di maggiore rilevo nella trattazione dei procedimenti di competenza delle Sezioni Specializzate Immigrazione, Protezione Internazionale e Libera Circolazione dei Cittadini U.E. Anche attraverso questa raccolta, la Scuola Superiore della Magistratura si propone di offrire ai giudici il costante supporto formativo necessario per una giurisdizione al passo coi tempi ed in grado di rispondere alle nuove sfide poste alla giustizia dalla complessità della nostra società globalizzata e multiculturale.
2022
9791280600288
Il Diritto dell'immigrazione
105
119
Chiara Favilli
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