Carlo Ludovico Ragghianti, storico e critico dell’arte, uomo politico, ha sperimentato diversi linguaggi nella sua vita professionale. Il cinema è tra questi. Grazie ai finanziamenti di Adriano Olivetti, dal 1954 al 1964, Ragghianti gira ben diciannove critofilm (cioè «la critica d’arte fatta con il cinema») su diversi temi: pittura, scultura, architettura e urbanistica. L’intento di Ragghianti è quello di promuovere l’arte (anche la città è letta come un’opera d’arte) presso un pubblico assai vasto, sulla stessa linea di quanto stava facendo sulle pagine della rivista «seleArte», anch’essa finanziata da Olivetti. Olivetti è affascinato non solo dall’aspetto innovativo dei critofilm proposto da Ragghianti - il primo esempio di “periodico cinematografico” sull’arte in Italia - ma anche dal modo in cui vengono realizzati: sono anch’essi opere d’arte “totali”. Ragghianti infatti si occupa di tutto: scrive il soggetto, la sceneggiatura, coordina l’esecuzione, contribuisce al montaggio e sceglie le musiche. Il contributo intende mettere a fuoco il rapporto tra Ragghianti e il committente alla luce delle nuove numerose informazioni ricavate dal materiale conservato presso l’archivio della Fondazione Ragghianti di Lucca, in particolare dal carteggio tra il critico e il produttore dei critofilm, Alberto Mortara. Si tratta di una figura estremamente significativa, poiché era lui a mediare le volontà di Ragghianti con quelle della committenza Olivetti. Nei dieci anni di attività infatti Ragghianti richiede cospicui finanziamenti per dotarsi di una strumentazione all’avanguardia: tutti i critofilm sono girati a colori, in cinemascope, e, spesso, con costose vedute aeree da aeroplano e da elicottero che permettono al critico di indagare - lo vediamo in particolare nei critofilm sull’urbanistica e sull’architettura - i tessuti storici di alcune piccole città toscane immerse nella natura. I critofilm rappresentano indubbiamente per Adriano Olivetti uno strumento notevole per la comunicazione dell’arte e sono un’importante testimonianza dell’ampia gamma delle attività culturali promosse dalla sua azienda. Attraverso carte inedite, il contributo ribadisce l’importanza dei critofilm non solo come documenti di un modo unico di divulgare l’arte, ma anche come raro esempio di un prodotto nato dal continuo dibattito tra tutti gli attori in gioco: committente, mediatore e “artista”.

Un prodotto culturale Olivetti per l'arte e l'architettura. I critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti / MINGARDI L. - STAMPA. - (2022), pp. 250-261.

Un prodotto culturale Olivetti per l'arte e l'architettura. I critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti

MINGARDI L
2022

Abstract

Carlo Ludovico Ragghianti, storico e critico dell’arte, uomo politico, ha sperimentato diversi linguaggi nella sua vita professionale. Il cinema è tra questi. Grazie ai finanziamenti di Adriano Olivetti, dal 1954 al 1964, Ragghianti gira ben diciannove critofilm (cioè «la critica d’arte fatta con il cinema») su diversi temi: pittura, scultura, architettura e urbanistica. L’intento di Ragghianti è quello di promuovere l’arte (anche la città è letta come un’opera d’arte) presso un pubblico assai vasto, sulla stessa linea di quanto stava facendo sulle pagine della rivista «seleArte», anch’essa finanziata da Olivetti. Olivetti è affascinato non solo dall’aspetto innovativo dei critofilm proposto da Ragghianti - il primo esempio di “periodico cinematografico” sull’arte in Italia - ma anche dal modo in cui vengono realizzati: sono anch’essi opere d’arte “totali”. Ragghianti infatti si occupa di tutto: scrive il soggetto, la sceneggiatura, coordina l’esecuzione, contribuisce al montaggio e sceglie le musiche. Il contributo intende mettere a fuoco il rapporto tra Ragghianti e il committente alla luce delle nuove numerose informazioni ricavate dal materiale conservato presso l’archivio della Fondazione Ragghianti di Lucca, in particolare dal carteggio tra il critico e il produttore dei critofilm, Alberto Mortara. Si tratta di una figura estremamente significativa, poiché era lui a mediare le volontà di Ragghianti con quelle della committenza Olivetti. Nei dieci anni di attività infatti Ragghianti richiede cospicui finanziamenti per dotarsi di una strumentazione all’avanguardia: tutti i critofilm sono girati a colori, in cinemascope, e, spesso, con costose vedute aeree da aeroplano e da elicottero che permettono al critico di indagare - lo vediamo in particolare nei critofilm sull’urbanistica e sull’architettura - i tessuti storici di alcune piccole città toscane immerse nella natura. I critofilm rappresentano indubbiamente per Adriano Olivetti uno strumento notevole per la comunicazione dell’arte e sono un’importante testimonianza dell’ampia gamma delle attività culturali promosse dalla sua azienda. Attraverso carte inedite, il contributo ribadisce l’importanza dei critofilm non solo come documenti di un modo unico di divulgare l’arte, ma anche come raro esempio di un prodotto nato dal continuo dibattito tra tutti gli attori in gioco: committente, mediatore e “artista”.
2022
9783038630616
Identità Olivetti. Spazi e linguaggi 1933-1983
250
261
MINGARDI L
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