Ci troviamo oggi di fronte a un’alternativa resa drammatica dalla crisi ecologica e da quella pandemica: difendere il progetto politico dell’uguaglianza su cui si basa il costituzionalismo (inter)nazionale o accettare il definitivo imporsi del progetto politico della disuguaglianza promosso dal neoliberalismo. La teoria politica della cura indica una via d’uscita. Non solo consente di denunciare le diverse forme di disuguaglianza e la loro intersezione, ma lo fa proponendo un modello antropologico opposto a quello neoliberale, un modello basato sul riconoscimento dell’interdipendenza. La teoria politica della cura, inoltre, coglie l’importanza delle passioni come forze motivazionali e permette di valorizzare una serie di pratiche resistenti. Cura e giustizia sono state a lungo presentate come prospettive divergenti. La critica di alcune etiche della giustizia è inoltre stata spesso confusa con la critica del linguaggio dei diritti. Come la cura, tuttavia, anche il diritto è una pratica sociale le cui ragioni di esistenza e i cui contenuti dipendono dagli atteggiamenti degli interpreti che si forgiano nella contingenza storica. Il costituzionalismo (inter)nazionale ha costruito l’orizzonte entro il quale l’uguaglianza non solo formale ma anche sostanziale è riconosciuta e protetta negli Stati costituzionali di diritto contemporanei. Il progetto neoliberale mira a “disfare” la democrazia costituzionale. Costituzionalismo (inter)nazionale e teoria politica della cura possono dunque essere considerate come prospettive alleate, poiché il primo ha concepito le istituzioni e le norme che possono agevolare il dispiegarsi di una «democrazia della cura», mentre la seconda consente di affrancare il costituzionalismo novecentesco dai suoi residui patriarcali e disciplinari. Una prima versione di questo testo è stata pubblicata nel numero 73/2022 della rivista "La società degli individui", un numero monografico a cura di Ferruccio Andolfi e Thomas Casadei, dedicato al tema Prendersi cura. Today we are faced with an alternative made dramatic by the ecological and pandemic crises: either we defend the political project of equality on which (inter)national constitutionalism is based or we accept the definitive imposition of the political project of inequality fostered by neoliberalism. The political theory of care indicates a way out. It not only makes it possible to denounce the different forms of inequality and their intersection, but it does so by proposing an anthropological model opposed to the neoliberal one, a model based on the recognition of interdependence. Moreover, it captures the importance of passions as motivational forces and allows for the valorization of a range of resistant practices. Care and justice have long been presented as divergent perspectives. The critique of some ethics of justice has also often been confused with a critique of the language of rights. Like care, however, law is a social practice whose reasons for existence and content depend on the attitudes of interpreters forged in historical contingency. (Inter)national constitutionalism has built the horizon within which not only formal but also substantive equality is recognized and protected in contemporary constitutional States. The neoliberal project aims to undo constitutional democracy. (Inter)national constitutionalism and political theory of care can therefore be considered as allied perspectives, which contribute to defend the project of equality. The former has conceived the institutions and norms that can help the development of a caring democracy, while the latter allows to free twentieth-century constitutionalism from its patriarchal and disciplinary residues. An earlier version of this text was published in issue 73/2022 of the journal "La società degli individui", a monographic edition, edited by Ferruccio Andolfi and Thomas Casadei, dedicated to "Caring". Hoje nos deparamos com uma alternativa que se tornou dramática devido às crises ecológica e pandêmica: ou defendemos o projeto político de igualdade no qual se baseia o constitucionalismo (inter)nacional ou aceitamos a imposição definitiva do projeto político de desigualdade promovido pelo neoliberalismo. A teoria política do cuidado indica uma saída. Ela não apenas torna possível denunciar as diferentes formas de desigualdade e sua interseção, mas o faz propondo um modelo antropológico oposto ao neoliberal, um modelo baseado no reconhecimento da interdependência. Além disso, ele capta a importância das paixões como forças motivacionais e permite a valorização de uma série de práticas resistentes. Há muito tempo o cuidado e a justiça são apresentados como perspectivas divergentes. A crítica de algumas éticas da justiça também tem sido frequentemente confundida com uma crítica da linguagem dos direitos. No entanto, assim como o cuidado, o direito é uma prática social cujas razões de existência e conteúdo dependem das atitudes dos intérpretes forjadas na contingência histórica. O constitucionalismo (inter)nacional construiu o horizonte no qual a igualdade não apenas formal, mas também substantiva, é reconhecida e protegida nos Estados constitucionais contemporâneos. O projeto neoliberal visa a desfazer a democracia constitucional. O constitucionalismo (inter)nacional e a teoria política do cuidado podem, portanto, ser considerados como perspectivas aliadas, que contribuem para defender o projeto de igualdade. O primeiro concebeu as instituições e normas que podem ajudar no desenvolvimento de uma democracia do cuidado, enquanto o segundo permite libertar o constitucionalismo do século XX de seus resíduos patriarcais e disciplinares. Uma versão anterior deste texto foi publicada na edição 73/2022 da revista “La società degli individui”, uma edição monografica, editada por Ferruccio Andolfi e Thomas Casadei, dedicada ao tema "Cuidar".
Defendendo a igualdade. Na direção da democracia constitucional do cuidado / Lucia Re. - STAMPA. - (2023), pp. 37-47.
Defendendo a igualdade. Na direção da democracia constitucional do cuidado
Lucia Re
2023
Abstract
Ci troviamo oggi di fronte a un’alternativa resa drammatica dalla crisi ecologica e da quella pandemica: difendere il progetto politico dell’uguaglianza su cui si basa il costituzionalismo (inter)nazionale o accettare il definitivo imporsi del progetto politico della disuguaglianza promosso dal neoliberalismo. La teoria politica della cura indica una via d’uscita. Non solo consente di denunciare le diverse forme di disuguaglianza e la loro intersezione, ma lo fa proponendo un modello antropologico opposto a quello neoliberale, un modello basato sul riconoscimento dell’interdipendenza. La teoria politica della cura, inoltre, coglie l’importanza delle passioni come forze motivazionali e permette di valorizzare una serie di pratiche resistenti. Cura e giustizia sono state a lungo presentate come prospettive divergenti. La critica di alcune etiche della giustizia è inoltre stata spesso confusa con la critica del linguaggio dei diritti. Come la cura, tuttavia, anche il diritto è una pratica sociale le cui ragioni di esistenza e i cui contenuti dipendono dagli atteggiamenti degli interpreti che si forgiano nella contingenza storica. Il costituzionalismo (inter)nazionale ha costruito l’orizzonte entro il quale l’uguaglianza non solo formale ma anche sostanziale è riconosciuta e protetta negli Stati costituzionali di diritto contemporanei. Il progetto neoliberale mira a “disfare” la democrazia costituzionale. Costituzionalismo (inter)nazionale e teoria politica della cura possono dunque essere considerate come prospettive alleate, poiché il primo ha concepito le istituzioni e le norme che possono agevolare il dispiegarsi di una «democrazia della cura», mentre la seconda consente di affrancare il costituzionalismo novecentesco dai suoi residui patriarcali e disciplinari. Una prima versione di questo testo è stata pubblicata nel numero 73/2022 della rivista "La società degli individui", un numero monografico a cura di Ferruccio Andolfi e Thomas Casadei, dedicato al tema Prendersi cura. Today we are faced with an alternative made dramatic by the ecological and pandemic crises: either we defend the political project of equality on which (inter)national constitutionalism is based or we accept the definitive imposition of the political project of inequality fostered by neoliberalism. The political theory of care indicates a way out. It not only makes it possible to denounce the different forms of inequality and their intersection, but it does so by proposing an anthropological model opposed to the neoliberal one, a model based on the recognition of interdependence. Moreover, it captures the importance of passions as motivational forces and allows for the valorization of a range of resistant practices. Care and justice have long been presented as divergent perspectives. The critique of some ethics of justice has also often been confused with a critique of the language of rights. Like care, however, law is a social practice whose reasons for existence and content depend on the attitudes of interpreters forged in historical contingency. (Inter)national constitutionalism has built the horizon within which not only formal but also substantive equality is recognized and protected in contemporary constitutional States. The neoliberal project aims to undo constitutional democracy. (Inter)national constitutionalism and political theory of care can therefore be considered as allied perspectives, which contribute to defend the project of equality. The former has conceived the institutions and norms that can help the development of a caring democracy, while the latter allows to free twentieth-century constitutionalism from its patriarchal and disciplinary residues. An earlier version of this text was published in issue 73/2022 of the journal "La società degli individui", a monographic edition, edited by Ferruccio Andolfi and Thomas Casadei, dedicated to "Caring". Hoje nos deparamos com uma alternativa que se tornou dramática devido às crises ecológica e pandêmica: ou defendemos o projeto político de igualdade no qual se baseia o constitucionalismo (inter)nacional ou aceitamos a imposição definitiva do projeto político de desigualdade promovido pelo neoliberalismo. A teoria política do cuidado indica uma saída. Ela não apenas torna possível denunciar as diferentes formas de desigualdade e sua interseção, mas o faz propondo um modelo antropológico oposto ao neoliberal, um modelo baseado no reconhecimento da interdependência. Além disso, ele capta a importância das paixões como forças motivacionais e permite a valorização de uma série de práticas resistentes. Há muito tempo o cuidado e a justiça são apresentados como perspectivas divergentes. A crítica de algumas éticas da justiça também tem sido frequentemente confundida com uma crítica da linguagem dos direitos. No entanto, assim como o cuidado, o direito é uma prática social cujas razões de existência e conteúdo dependem das atitudes dos intérpretes forjadas na contingência histórica. O constitucionalismo (inter)nacional construiu o horizonte no qual a igualdade não apenas formal, mas também substantiva, é reconhecida e protegida nos Estados constitucionais contemporâneos. O projeto neoliberal visa a desfazer a democracia constitucional. O constitucionalismo (inter)nacional e a teoria política do cuidado podem, portanto, ser considerados como perspectivas aliadas, que contribuem para defender o projeto de igualdade. O primeiro concebeu as instituições e normas que podem ajudar no desenvolvimento de uma democracia do cuidado, enquanto o segundo permite libertar o constitucionalismo do século XX de seus resíduos patriarcais e disciplinares. Uma versão anterior deste texto foi publicada na edição 73/2022 da revista “La società degli individui”, uma edição monografica, editada por Ferruccio Andolfi e Thomas Casadei, dedicada ao tema "Cuidar".File | Dimensione | Formato | |
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