All’alba della genetica classica, Federico Sacco, già celebre paleontologo che verrà poi ricordato come uno dei più prolifici e autorevoli geologi del suo tempo, diede alle stampe un curioso trattato nel quale, in oltre 400 pagine e senza l’ausilio di apparato critico alcuno, cercò di tracciare una genealogia della vita sulla terra, dal primo apparire dei fenomeni biologici fino a una futura evoluzione degli uomini in entità angeliche. "L’évolution biologique et humaine: essai synthétique et considerations" (1910), questo il titolo dell’opera, sebbene oggi dimenticata ed espunta dalla storiografia dedicata a diffusione e sviluppi dell’evoluzionismo in Italia, ad un’attenta lettura rivela ben più degli innumerevoli fraintendimenti del pensiero evoluzionistico di Charles Darwin (e non solo). Il desiderio di sintesi, dichiarato sin dal sottotitolo, conduce l’autore ad accostamenti tanto arditi quanto suggestivi. Così, se da un lato tutta l’opera risulta incardinata su un paradigma monistico di evidente derivazione haeckeliana, dall’altro, le urgenze spiritualistiche di Sacco, sublimando istanze vitaliste e finaliste che erano andate riaffermandosi fin dalla metà degli anni ’60 del secolo precedente, giungono alla postulazione di una futura Età Psicozoica, contraddistinta dal passaggio da una fase evolutiva umanoide ad una “angeloide”. Concetti ben più affini alla speculazione esoterica di derivazione occultista e teosofica che non alla biologia evolutiva. Dunque, come contestualizzare l’opera di Sacco nella cornice storica del pensiero evoluzionista italiano? In Italia come in molti altri paesi europei, l'interpretazione puramente meccanicistica dei processi di selezione naturale sostenuta e strenuamente difesa da Darwin rimase minoritaria, finendo spesso soppiantata dalle visioni e dai sogni monistici del Darwinismus (fra i massimi teorici del quale spicca la figura di Ernst Haeckel), pubblicizzato e diffuso come non finalista ma ben più ambiguo nei suoi principi filosofici. Date queste premesse, la ricerca storica su temi correlati si è evoluta in due linee di indagine distinte. Da un lato, troviamo le ricostruzioni di un dibattito filosofico - a cui parteciparono anche uomini di scienza - spesso riduttivamente polarizzato tra "idealisti" di stampo hegeliano e "realisti" post-kantiani. Dall'altro, la discussione si è concentrata sulle ipotesi messe in atto per conciliare l'evoluzionismo con il racconto biblico della Creazione. Tuttavia, queste categorizzazioni si rivelano spesso incapaci di includere in un dibattito storico così sfaccettato speculazioni filosofiche, religiose ed esoteriche che si collocano nelle zone grigie di uno spettro i cui estremi sono rappresentati da creazionismo e fissismo da una parte e materialismo e trasformismo dall'altra. Pertanto, per giungere a una ricostruzione storica esaustiva del ruolo dell'evoluzionismo nel dibattito tra scienza e credenze (metafisiche e religiose) in Italia, è essenziale includere nella relativa ricerca lo studio di fonti dedicate a temi ampiamente sottovalutati, quando non del tutto ignorati. È il caso dello spiritismo, diffuso in tutta Europa fin dalle sue origini alla fine degli anni Quaranta dell'Ottocento e conosciuto in Italia negli anni dell'"eclissi del darwinismo" anche grazie all'opera - tra gli altri - di Alfred Russel Wallace, co-scopritore della selezione naturale. Lo stesso vale per la circolazione in Italia delle speculazioni della Società Teosofica, la quale proponeva una sintesi tra scienza e credenza tanto affascinante quanto epistemologicamente impraticabile. In tal senso, l’opera di Sacco rappresenta a nostro parere un caso studio di particolare interesse e utilità per allargare l’orizzonte interpretativo della ricerca storiografica dedicata agli sviluppi del pensiero evoluzionista all’indomani della svolta darwiniana.
Tra divulgazione e speculazione: sulla sintesi evolutiva di Federico Sacco (1864-1948) / Leonardo Anatrini. - STAMPA. - 14:(2023), pp. 113-131.
Tra divulgazione e speculazione: sulla sintesi evolutiva di Federico Sacco (1864-1948)
Leonardo Anatrini
2023
Abstract
All’alba della genetica classica, Federico Sacco, già celebre paleontologo che verrà poi ricordato come uno dei più prolifici e autorevoli geologi del suo tempo, diede alle stampe un curioso trattato nel quale, in oltre 400 pagine e senza l’ausilio di apparato critico alcuno, cercò di tracciare una genealogia della vita sulla terra, dal primo apparire dei fenomeni biologici fino a una futura evoluzione degli uomini in entità angeliche. "L’évolution biologique et humaine: essai synthétique et considerations" (1910), questo il titolo dell’opera, sebbene oggi dimenticata ed espunta dalla storiografia dedicata a diffusione e sviluppi dell’evoluzionismo in Italia, ad un’attenta lettura rivela ben più degli innumerevoli fraintendimenti del pensiero evoluzionistico di Charles Darwin (e non solo). Il desiderio di sintesi, dichiarato sin dal sottotitolo, conduce l’autore ad accostamenti tanto arditi quanto suggestivi. Così, se da un lato tutta l’opera risulta incardinata su un paradigma monistico di evidente derivazione haeckeliana, dall’altro, le urgenze spiritualistiche di Sacco, sublimando istanze vitaliste e finaliste che erano andate riaffermandosi fin dalla metà degli anni ’60 del secolo precedente, giungono alla postulazione di una futura Età Psicozoica, contraddistinta dal passaggio da una fase evolutiva umanoide ad una “angeloide”. Concetti ben più affini alla speculazione esoterica di derivazione occultista e teosofica che non alla biologia evolutiva. Dunque, come contestualizzare l’opera di Sacco nella cornice storica del pensiero evoluzionista italiano? In Italia come in molti altri paesi europei, l'interpretazione puramente meccanicistica dei processi di selezione naturale sostenuta e strenuamente difesa da Darwin rimase minoritaria, finendo spesso soppiantata dalle visioni e dai sogni monistici del Darwinismus (fra i massimi teorici del quale spicca la figura di Ernst Haeckel), pubblicizzato e diffuso come non finalista ma ben più ambiguo nei suoi principi filosofici. Date queste premesse, la ricerca storica su temi correlati si è evoluta in due linee di indagine distinte. Da un lato, troviamo le ricostruzioni di un dibattito filosofico - a cui parteciparono anche uomini di scienza - spesso riduttivamente polarizzato tra "idealisti" di stampo hegeliano e "realisti" post-kantiani. Dall'altro, la discussione si è concentrata sulle ipotesi messe in atto per conciliare l'evoluzionismo con il racconto biblico della Creazione. Tuttavia, queste categorizzazioni si rivelano spesso incapaci di includere in un dibattito storico così sfaccettato speculazioni filosofiche, religiose ed esoteriche che si collocano nelle zone grigie di uno spettro i cui estremi sono rappresentati da creazionismo e fissismo da una parte e materialismo e trasformismo dall'altra. Pertanto, per giungere a una ricostruzione storica esaustiva del ruolo dell'evoluzionismo nel dibattito tra scienza e credenze (metafisiche e religiose) in Italia, è essenziale includere nella relativa ricerca lo studio di fonti dedicate a temi ampiamente sottovalutati, quando non del tutto ignorati. È il caso dello spiritismo, diffuso in tutta Europa fin dalle sue origini alla fine degli anni Quaranta dell'Ottocento e conosciuto in Italia negli anni dell'"eclissi del darwinismo" anche grazie all'opera - tra gli altri - di Alfred Russel Wallace, co-scopritore della selezione naturale. Lo stesso vale per la circolazione in Italia delle speculazioni della Società Teosofica, la quale proponeva una sintesi tra scienza e credenza tanto affascinante quanto epistemologicamente impraticabile. In tal senso, l’opera di Sacco rappresenta a nostro parere un caso studio di particolare interesse e utilità per allargare l’orizzonte interpretativo della ricerca storiografica dedicata agli sviluppi del pensiero evoluzionista all’indomani della svolta darwiniana.File | Dimensione | Formato | |
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