Ballerina, coreografa, regista, musicista, attiva sia in teatro che nel cinema, Nives Poli è stata una delle figure artistiche più eclettiche del Novecento italiano, oggi quasi del tutto dimenticata. Formatasi alla Scuola di ballo del teatro alla Scala sotto la guida di Angelina Gini, Enrico Cecchetti, Cia Fornaroli, Ettorina Mazzucchelli e Jia Ruskaja, la Poli debutta giovanissima come prima ballerina sulle scene del teatro milanese, consacrandosi definitivamente con il ruolo della protagonista femminile nella creazione scaligera di Mikhail Fokin L’amore delle tre melarance (1936). Un’esperienza fondamentale che segnerà in modo decisivo la sua carriera, sia nel versante dell’interpretazione che in quello della creazione coreografica, alla quale si dedica assiduamente a partire dal 1938 e che diventa il tratto preminente della sua carriera coreutica, ad arricchire i cartelloni dei più importanti teatri italiani. Poli si distingue per la capacità di adattare il balletto classico a contesti moderni, arricchendolo con elementi innovativi. Nel 1939, Poli viene nominata Direttrice della Scuola di ballo della Scala, un riconoscimento che testimonia la sua maturità artistica e pedagogica. In questo ruolo, introduce riforme significative nel programma accademico, integrando tradizione e sperimentazione. Una delle sue creazioni più note è la riduzione e reinterpretazione de "La bella addormentata nel bosco", dove riesce a condensare l'opera mantenendo intatta la sua essenza. Poli porta avanti un approccio innovativo anche con "I Balletti sinfonici della Scala", dove la danza si intreccia strettamente con la musica, in un dialogo artistico che mira a superare le convenzioni tradizionali. Fondamentale, dopo il primo conflitto mondiale, il suo trasferimento a Firenze, dove diventa coreografa stabile per le edizioni del Maggio Musicale Fiorentino e dove ha la possibilità di intraprendere una fortunata carriera musicale, in sodalizio con Rolf Rapp, liutista tedesco, con il quale fonda l’ensemble “Complesso fiorentino di Strumenti antichi”. A completare l’eclettica biografia artistica di Nives Poli concorre la sua incursione nell’industria cinematografica, che si concentra prevalentemente nel ventennio fascista, innestandosi nel filone dell’apoteosi nazionalistica promossa dal regime. Il saggio mira a restituire la figura di questa importante artista, mettendo in luce la sua influenza duratura nel panorama culturale italiano; la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione ha lasciato un segno indelebile nel balletto e nella formazione delle nuove generazioni di danzatori, con il suo costante impegno nel promuovere la danza come forma d'arte dinamica e inclusiva.

Nives Poli danzatrice eclettica fra tradizione e innovazione / Caterina Pagnini. - STAMPA. - Voci di scena:(2024), pp. 255-280.

Nives Poli danzatrice eclettica fra tradizione e innovazione

Caterina Pagnini
2024

Abstract

Ballerina, coreografa, regista, musicista, attiva sia in teatro che nel cinema, Nives Poli è stata una delle figure artistiche più eclettiche del Novecento italiano, oggi quasi del tutto dimenticata. Formatasi alla Scuola di ballo del teatro alla Scala sotto la guida di Angelina Gini, Enrico Cecchetti, Cia Fornaroli, Ettorina Mazzucchelli e Jia Ruskaja, la Poli debutta giovanissima come prima ballerina sulle scene del teatro milanese, consacrandosi definitivamente con il ruolo della protagonista femminile nella creazione scaligera di Mikhail Fokin L’amore delle tre melarance (1936). Un’esperienza fondamentale che segnerà in modo decisivo la sua carriera, sia nel versante dell’interpretazione che in quello della creazione coreografica, alla quale si dedica assiduamente a partire dal 1938 e che diventa il tratto preminente della sua carriera coreutica, ad arricchire i cartelloni dei più importanti teatri italiani. Poli si distingue per la capacità di adattare il balletto classico a contesti moderni, arricchendolo con elementi innovativi. Nel 1939, Poli viene nominata Direttrice della Scuola di ballo della Scala, un riconoscimento che testimonia la sua maturità artistica e pedagogica. In questo ruolo, introduce riforme significative nel programma accademico, integrando tradizione e sperimentazione. Una delle sue creazioni più note è la riduzione e reinterpretazione de "La bella addormentata nel bosco", dove riesce a condensare l'opera mantenendo intatta la sua essenza. Poli porta avanti un approccio innovativo anche con "I Balletti sinfonici della Scala", dove la danza si intreccia strettamente con la musica, in un dialogo artistico che mira a superare le convenzioni tradizionali. Fondamentale, dopo il primo conflitto mondiale, il suo trasferimento a Firenze, dove diventa coreografa stabile per le edizioni del Maggio Musicale Fiorentino e dove ha la possibilità di intraprendere una fortunata carriera musicale, in sodalizio con Rolf Rapp, liutista tedesco, con il quale fonda l’ensemble “Complesso fiorentino di Strumenti antichi”. A completare l’eclettica biografia artistica di Nives Poli concorre la sua incursione nell’industria cinematografica, che si concentra prevalentemente nel ventennio fascista, innestandosi nel filone dell’apoteosi nazionalistica promossa dal regime. Il saggio mira a restituire la figura di questa importante artista, mettendo in luce la sua influenza duratura nel panorama culturale italiano; la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione ha lasciato un segno indelebile nel balletto e nella formazione delle nuove generazioni di danzatori, con il suo costante impegno nel promuovere la danza come forma d'arte dinamica e inclusiva.
2024
9788892959156
1861/1961. Un secolo di circuitazione teatrale in Italia: compagnie, spettacoli, piazze
255
280
Caterina Pagnini
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