Il mito del non-attore e, parallelamente, la decostruzione di quello della star sono due aspetti importanti del pensiero e della prassi del neorealismo. Il sodalizio tra Cesare Zavattini e Vittorio De Sica si è in qualche modo costituito proprio attorno a questo nucleo: gli anni del neorealismo “conclamato” sono chiaro esempio dell’affermarsi teorico-pratico del mito del non-attore (si pensi al lavoro coevo di Roberto Rossellini prima di e con Ingrid Bergman o di Luchino Visconti per La terra trema, 1948, e, per certi versi, Bellissima, 1952) ma Zavattini e De Sica hanno anticipato e poi confermato, in vario modo, la centralità della riflessione sull’attore cinematografico nel contesto del (neo)realismo. Già nel 1948 questo mito cambia di segno, trasformandosi, avrebbe detto Roland Barthes, in un 'mito d'oggi' e perdendo tutta la valenza 'politica' di un gesto che voleva restituire parola e centralità all'uomo comune. Il saggio, soprattutto attraverso i trailer dei film neorealismo principali, cerca di mettere in luce la metamorfosi di questo mito, per evidenziare alcuni meccanismi più generali dell'industria culturale e, preme sottolinearlo, della storia politica e sociale italiana.
Corpi in pellicola e voci umane: il mito del non attore, tra realtà e finzione (1946-1952 / Masecchia, Anna. - (2020), pp. 393-405.
Corpi in pellicola e voci umane: il mito del non attore, tra realtà e finzione (1946-1952
Masecchia, Anna
2020
Abstract
Il mito del non-attore e, parallelamente, la decostruzione di quello della star sono due aspetti importanti del pensiero e della prassi del neorealismo. Il sodalizio tra Cesare Zavattini e Vittorio De Sica si è in qualche modo costituito proprio attorno a questo nucleo: gli anni del neorealismo “conclamato” sono chiaro esempio dell’affermarsi teorico-pratico del mito del non-attore (si pensi al lavoro coevo di Roberto Rossellini prima di e con Ingrid Bergman o di Luchino Visconti per La terra trema, 1948, e, per certi versi, Bellissima, 1952) ma Zavattini e De Sica hanno anticipato e poi confermato, in vario modo, la centralità della riflessione sull’attore cinematografico nel contesto del (neo)realismo. Già nel 1948 questo mito cambia di segno, trasformandosi, avrebbe detto Roland Barthes, in un 'mito d'oggi' e perdendo tutta la valenza 'politica' di un gesto che voleva restituire parola e centralità all'uomo comune. Il saggio, soprattutto attraverso i trailer dei film neorealismo principali, cerca di mettere in luce la metamorfosi di questo mito, per evidenziare alcuni meccanismi più generali dell'industria culturale e, preme sottolinearlo, della storia politica e sociale italiana.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.