Le cause della presenza di materiali organici indesiderati sulle superfici dei manufatti artistici sono molteplici. Il primo esempio di bio-rimozione di sostanze organiche indesiderate è stato eseguito nei primi anni 2000 dal gruppo di ricerca UniMOL-UniMI, UniPI e OPA, sull'affresco "Conversione di Sant'Efisio e Battaglia" di Spinello Aretino, del XIV secolo, nel Camposanto Monumentale di Pisa, Italia. Gli affreschi del Camposanto furono danneggiati da un bombardamento nel 1944, durante il quale il tetto in legno prese fuoco. Gli affreschi danneggiati furono quindi rimossi con la tecnica dello strappo, nel dopoguerra, applicando sul fronte un telo protettivo e colla animale mescolata a un biocida a base di formaldeide che, nel tempo, ha favorito la polimerizzazione della colla, divenuta poi molto difficile da rimuovere con i metodi tradizionali. I restauratori hanno deciso di contattare l'équipe di microbiologi che, tra i batteri presenti in natura appartenenti al genere Pseudomonas e capaci di utilizzare un'ampia varietà di composti organici anche difficili da degradare, ha selezionato il ceppo P. stutzeri A29 per la sua capacità di metabolizzare in modo rapido e non invasivo la materia organica indesiderata presente sull'affresco. I microrganismi sono stati applicati sul dipinto e hanno eliminato la colla animale reticolata, con efficienza di rimozione dell'80-90%, in 10-12 ore. La colla residuale è stata poi completamente rimossa con l'uso di enzimi appropriati (proteasi e collagenasi). Al termine del trattamento, i batteri applicati sulla superficie, non sporigeni e in grado di crescere solo sfruttando sostanze organiche, sono stati rimossi mediante un lavaggio delicato con una soluzione tampone. Visti gli ottimi risultati, la stessa tecnica è stata adottata per il biorestauro di tutti gli affreschi, su ampia scala. Altre innovazioni messe a punto ed adottate sono state: i) la scelta di un supporto rigido per la pellicola pittorica recuperata (Compolam), in sostituzione di pannelli in vetroresina e, prima ancora in eternit; ii) l'utilizzo di un telo termoregolato posto tra la parete e il retro degli affreschi al fine di evitare pericolose condense superficiali, causate da imprevedibili repentini cambiamenti climatici, considerato l’ambiente semi-confinato della sede degli affreschi; iii) l’avvio di sistemi di sorveglianza e programmi di monitoraggio dello stato di conservazione delle superfici affrescate anche attraverso la misurazione di eventuali variazioni cromatiche, con l’impiego di droni (UniFI, dal 2023). Senza dubbio si è trattato del più significativo ed esemplare intervento di biopulitura con microrganismi su una superficie così ampia (circa 1.500 m2), attività completata con la ricollocazione su pareti originarie e inaugurazione pubblica nel 2018 (video disponibile).

PASSATO E FUTURO DEGLI AFFRESCHI MEDIEVALI DEL CAMPOSANTO MONUMENTALE DI PISA. DAL RECUPERO DISPERATO (1944), AL RESTAURO SU AMPIA SCALA CON INNOVAZIONI PIONIERISTICHE (2024) / Pancani Giovanni; Giancarlo Ranalli; Alessia Andreotti; Claudio Caprari; Roberto Cela; Francesca Fantasma; Carlo Giantomassi; Stefano Lupo; Laura Rampazzi; Gabriella Saviano; Elisabetta Zanardini. - STAMPA. - 1:(2024), pp. 391-396.

PASSATO E FUTURO DEGLI AFFRESCHI MEDIEVALI DEL CAMPOSANTO MONUMENTALE DI PISA. DAL RECUPERO DISPERATO (1944), AL RESTAURO SU AMPIA SCALA CON INNOVAZIONI PIONIERISTICHE (2024)

Pancani Giovanni;
2024

Abstract

Le cause della presenza di materiali organici indesiderati sulle superfici dei manufatti artistici sono molteplici. Il primo esempio di bio-rimozione di sostanze organiche indesiderate è stato eseguito nei primi anni 2000 dal gruppo di ricerca UniMOL-UniMI, UniPI e OPA, sull'affresco "Conversione di Sant'Efisio e Battaglia" di Spinello Aretino, del XIV secolo, nel Camposanto Monumentale di Pisa, Italia. Gli affreschi del Camposanto furono danneggiati da un bombardamento nel 1944, durante il quale il tetto in legno prese fuoco. Gli affreschi danneggiati furono quindi rimossi con la tecnica dello strappo, nel dopoguerra, applicando sul fronte un telo protettivo e colla animale mescolata a un biocida a base di formaldeide che, nel tempo, ha favorito la polimerizzazione della colla, divenuta poi molto difficile da rimuovere con i metodi tradizionali. I restauratori hanno deciso di contattare l'équipe di microbiologi che, tra i batteri presenti in natura appartenenti al genere Pseudomonas e capaci di utilizzare un'ampia varietà di composti organici anche difficili da degradare, ha selezionato il ceppo P. stutzeri A29 per la sua capacità di metabolizzare in modo rapido e non invasivo la materia organica indesiderata presente sull'affresco. I microrganismi sono stati applicati sul dipinto e hanno eliminato la colla animale reticolata, con efficienza di rimozione dell'80-90%, in 10-12 ore. La colla residuale è stata poi completamente rimossa con l'uso di enzimi appropriati (proteasi e collagenasi). Al termine del trattamento, i batteri applicati sulla superficie, non sporigeni e in grado di crescere solo sfruttando sostanze organiche, sono stati rimossi mediante un lavaggio delicato con una soluzione tampone. Visti gli ottimi risultati, la stessa tecnica è stata adottata per il biorestauro di tutti gli affreschi, su ampia scala. Altre innovazioni messe a punto ed adottate sono state: i) la scelta di un supporto rigido per la pellicola pittorica recuperata (Compolam), in sostituzione di pannelli in vetroresina e, prima ancora in eternit; ii) l'utilizzo di un telo termoregolato posto tra la parete e il retro degli affreschi al fine di evitare pericolose condense superficiali, causate da imprevedibili repentini cambiamenti climatici, considerato l’ambiente semi-confinato della sede degli affreschi; iii) l’avvio di sistemi di sorveglianza e programmi di monitoraggio dello stato di conservazione delle superfici affrescate anche attraverso la misurazione di eventuali variazioni cromatiche, con l’impiego di droni (UniFI, dal 2023). Senza dubbio si è trattato del più significativo ed esemplare intervento di biopulitura con microrganismi su una superficie così ampia (circa 1.500 m2), attività completata con la ricollocazione su pareti originarie e inaugurazione pubblica nel 2018 (video disponibile).
2024
9788840406435
Lo Stato dell'Arte 22 - Atti del XXII Congresso Nazionale IGIIC
391
396
Pancani Giovanni; Giancarlo Ranalli; Alessia Andreotti; Claudio Caprari; Roberto Cela; Francesca Fantasma; Carlo Giantomassi; Stefano Lupo; Laura Ra...espandi
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