e gestori forestali. Gli attacchi dei parassiti e l’impatto dei fattori climatici (siccità, gelate, tempeste, ecc.) possono compromettere l’economia forestale e anche la sopravvivenza dei popolamenti fore- stali. Negli anni ‘80 il fattore più pericoloso è stato identificato nelle deposizioni atmosferiche aci- dificanti, come causa del cosiddetto “declino delle foreste” (Waldsterben, nella letteratura tedesca) in Europa centrale e Nord America. In questo contesto è stato lanciato in Europa, nel 1985, un pro- gramma per la valutazione delle condizioni delle foreste (ICP Forests - International Co-operative Program on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests) nell’ambito della Con- venzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza (CLRTAP, ora: Air Con- vention) e l’European Union Scheme on the Protection of Forests Against Atmospheric Pollution. Questo tema ha avuto una grande popolarità tra gli scienziati e i media, ma negli anni ‘90 Kandler e Innes (1995) hanno contestato la teoria che un solo fattore (l’inquinamento atmosferico) fosse re- sponsabile di tutte le manifestazioni di declino delle foreste, nonché la generalizzazione del concetto di “nuovo tipo di danni alle foreste” (Neuartige Waldschäden). In anni recenti, in seguito ad una serie di anomalie climatiche, tra cui ondate di calore e siccità e tempeste di vento, e alla diffusione di insetti e patogeni opportunisti e invasivi, c’è stato un rinnovato interesse per il monitoraggio delle condizioni delle foreste. Dagli anni ‘80 il parametro più rilevante per valutare la salute e la vitalità degli alberi è la defoglia- zione. La defogliazione è un parametro aspecifico, che integra la variabilità genetica intrinseca degli alberi con gli effetti del sito, tra cui le caratteristiche del suolo, quelle caratteristiche climatiche, la struttura e composizione del popolamento forestale, e fattori esterni, come gli stress abiotici e biotici. La defogliazione non è necessariamente equivalente a un danno subito dalla pianta e può essere considerata indicativa dell’equilibrio plastico di un albero nel proprio ambiente. La defogliazione è stata criticata perché è valutata visivamente in bosco e può essere influenzata dalla soggettività dei rilevatori. Nonostante questo, la valutazione della defogliazione si è consolidata nel tempo e si è dimostrata ca- pace di produrre robuste serie di dati ecologicamente coerenti. Inoltre, la valutazione dei sintomi di danno nelle diverse parti dell’albero (foglie, rami, tronco e radici) fornisce un quadro più completo dell’intera condizione di un albero. In Italia l’estensione e l’intensità dei danni alle foreste provocati da inquinamento atmosferico, impatti climatici e altri fattori biotici e abiotici è stata rilevata in passato e, lo è tuttora in corso, in modo si- stematico nella rete di monitoraggio (Livello I e Livello II) CON.ECO.FOR. (CONtrollo ECOsistemi FORestali) – ICP Forests a partire dal 1997. Lo stato di salute delle foreste italiane è stato monitorato a partire dal 1997 in circa 260 aree di Livello I (indagine estensiva) e in 31 aree di Livello II (indagine intensiva).
Valutazione della condizione delle chiome degli alberi nelle aree permanenti di monitoraggio di Livello I e di Livello II. Manuale di Campagna. Aggiornamento 2023 / Filippo Bussotti, Daniele Benassai, Davide Bettini, Matteo Bracalini, Paolo Capretti, Enrico Cenni, Luisa Ghelardini, Giovanni Iacopetti, Salvatore Moricca, Tiziana Panzavolta, Martina Pollastrini. - STAMPA. - In: Papitto G., Cocciufa C., Pollastrini M., Bussotti F. (a cura di), 2024. Direttiva 2016/2284/UE- NEC (National Emission Ceilings). Criteri e metodi per il monitoraggio di ecosistemi forestali e acquatici soggetti ad inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. Manuali delle operazioni di campagna. Pubblicato da Arma dei Carabinieri, Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari con il contributo del finanziamento LIFE dell’Unione Europea. Roma. Pag. 187-236:(2024), pp. 187-236.
Valutazione della condizione delle chiome degli alberi nelle aree permanenti di monitoraggio di Livello I e di Livello II. Manuale di Campagna. Aggiornamento 2023
Filippo Bussotti;Matteo Bracalini;Paolo Capretti;Giovanni Iacopetti;Salvatore Moricca;Tiziana Panzavolta;Martina Pollastrini
2024
Abstract
e gestori forestali. Gli attacchi dei parassiti e l’impatto dei fattori climatici (siccità, gelate, tempeste, ecc.) possono compromettere l’economia forestale e anche la sopravvivenza dei popolamenti fore- stali. Negli anni ‘80 il fattore più pericoloso è stato identificato nelle deposizioni atmosferiche aci- dificanti, come causa del cosiddetto “declino delle foreste” (Waldsterben, nella letteratura tedesca) in Europa centrale e Nord America. In questo contesto è stato lanciato in Europa, nel 1985, un pro- gramma per la valutazione delle condizioni delle foreste (ICP Forests - International Co-operative Program on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests) nell’ambito della Con- venzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza (CLRTAP, ora: Air Con- vention) e l’European Union Scheme on the Protection of Forests Against Atmospheric Pollution. Questo tema ha avuto una grande popolarità tra gli scienziati e i media, ma negli anni ‘90 Kandler e Innes (1995) hanno contestato la teoria che un solo fattore (l’inquinamento atmosferico) fosse re- sponsabile di tutte le manifestazioni di declino delle foreste, nonché la generalizzazione del concetto di “nuovo tipo di danni alle foreste” (Neuartige Waldschäden). In anni recenti, in seguito ad una serie di anomalie climatiche, tra cui ondate di calore e siccità e tempeste di vento, e alla diffusione di insetti e patogeni opportunisti e invasivi, c’è stato un rinnovato interesse per il monitoraggio delle condizioni delle foreste. Dagli anni ‘80 il parametro più rilevante per valutare la salute e la vitalità degli alberi è la defoglia- zione. La defogliazione è un parametro aspecifico, che integra la variabilità genetica intrinseca degli alberi con gli effetti del sito, tra cui le caratteristiche del suolo, quelle caratteristiche climatiche, la struttura e composizione del popolamento forestale, e fattori esterni, come gli stress abiotici e biotici. La defogliazione non è necessariamente equivalente a un danno subito dalla pianta e può essere considerata indicativa dell’equilibrio plastico di un albero nel proprio ambiente. La defogliazione è stata criticata perché è valutata visivamente in bosco e può essere influenzata dalla soggettività dei rilevatori. Nonostante questo, la valutazione della defogliazione si è consolidata nel tempo e si è dimostrata ca- pace di produrre robuste serie di dati ecologicamente coerenti. Inoltre, la valutazione dei sintomi di danno nelle diverse parti dell’albero (foglie, rami, tronco e radici) fornisce un quadro più completo dell’intera condizione di un albero. In Italia l’estensione e l’intensità dei danni alle foreste provocati da inquinamento atmosferico, impatti climatici e altri fattori biotici e abiotici è stata rilevata in passato e, lo è tuttora in corso, in modo si- stematico nella rete di monitoraggio (Livello I e Livello II) CON.ECO.FOR. (CONtrollo ECOsistemi FORestali) – ICP Forests a partire dal 1997. Lo stato di salute delle foreste italiane è stato monitorato a partire dal 1997 in circa 260 aree di Livello I (indagine estensiva) e in 31 aree di Livello II (indagine intensiva).File | Dimensione | Formato | |
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