Gli studi sul fenomeno del reimpiego, e più estesamente del recupero, dell'Antico nel Medioevo si sono finora prevalentemente concentrati sul ricorso a elementi scultorei dell'Antichità greco-romana. Tuttavia, benché in misura minore, alcuni cantieri architettonici d'età romanica talvolta impiegano in modo esibito frammenti provenienti da arredi liturgici realizzati tra VIII e IX secolo. Accanto a reali episodi di riuso, è possibile, inoltre, riconoscere casi di pseudospolia, cioè sculture che si fingono elementi di recupero tentando di apparire più antiche e parte di un insieme scomposto in realtà mai esistito. Oltre all'esibizione di spolia autentici o solo apparenti, incontriamo infine sculture e decorazioni architettoniche vivacemente arcaizzanti che recuperano retrospettivamente stilemi e soluzioni altomedievali, rielaborandoli con grande libertà e fantasia. Una simile casistica viene ripercorsa, per la prima volta in questo studio, considerando una serie di edifici romanici della Toscana, affascinati a vario titolo dall'astrattismo altomedievale. L'analisi stilistico-formale dei frammenti scultorei e dei contesti architettonici entro cui si trovano reinseriti, unita all'impiego di fonti storiche e archeologiche, permettono, nella più totale assenza di documentazione che ne dia ragione, di tratteggiare per tale scelta culturale una pluralità di possibili motivazioni di volta in volta estetiche, politico-istituzionali e religiose.

Il reimpiego della scultura altomedievale in Toscana. Riuso, pseudospolia e arcaismo tra XI e XIII secolo / Viscione, Gianluigi. - ELETTRONICO. - (2024).

Il reimpiego della scultura altomedievale in Toscana. Riuso, pseudospolia e arcaismo tra XI e XIII secolo

Viscione, Gianluigi
2024

Abstract

Gli studi sul fenomeno del reimpiego, e più estesamente del recupero, dell'Antico nel Medioevo si sono finora prevalentemente concentrati sul ricorso a elementi scultorei dell'Antichità greco-romana. Tuttavia, benché in misura minore, alcuni cantieri architettonici d'età romanica talvolta impiegano in modo esibito frammenti provenienti da arredi liturgici realizzati tra VIII e IX secolo. Accanto a reali episodi di riuso, è possibile, inoltre, riconoscere casi di pseudospolia, cioè sculture che si fingono elementi di recupero tentando di apparire più antiche e parte di un insieme scomposto in realtà mai esistito. Oltre all'esibizione di spolia autentici o solo apparenti, incontriamo infine sculture e decorazioni architettoniche vivacemente arcaizzanti che recuperano retrospettivamente stilemi e soluzioni altomedievali, rielaborandoli con grande libertà e fantasia. Una simile casistica viene ripercorsa, per la prima volta in questo studio, considerando una serie di edifici romanici della Toscana, affascinati a vario titolo dall'astrattismo altomedievale. L'analisi stilistico-formale dei frammenti scultorei e dei contesti architettonici entro cui si trovano reinseriti, unita all'impiego di fonti storiche e archeologiche, permettono, nella più totale assenza di documentazione che ne dia ragione, di tratteggiare per tale scelta culturale una pluralità di possibili motivazioni di volta in volta estetiche, politico-istituzionali e religiose.
2024
9788835162155
Viscione, Gianluigi
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
20179.1+(OA).pdf

accesso aperto

Tipologia: Pdf editoriale (Version of record)
Licenza: Creative commons
Dimensione 48.61 MB
Formato Adobe PDF
48.61 MB Adobe PDF

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1401495
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact