Il tema progettuale può essere sintetizzato come ricerca del corretto rapporto con la preesistenza del padiglione Buccola, sede del Dipartimento di Scienze e Metodi dell'Ingegneria. L'impianto classicista (risalente ai primi anni '30 del novecento) è basato su simmetrie assiali nelle due direzioni, con enfatizzazione dell'asse est-ovest come cannocchiale visivo e strutturante nell'organizzazione planimetrica del parco. Il ruolo, per certi versi ausiliario, del nuovo complesso in progetto nei rapporti con le strutture storicizzate induce a evitare ogni forma di competizione con il padiglione Buccola, che anzi può risultare valorizzato da un nuovo intervento che adotti un linguaggio sommesso, seppure rigoroso e ordinato, evitando improprie riproposizioni di aspetti simbolici o monumentali. E' da rifuggire ogni forma di decorativismo gratuito che cerchi di dissimulare il carattere tecnico-scientifico dell'intervento, che deve invece mostrare con sincerità il proprio carattere e la leggibilità delle diverse parti come dei diversi componenti edilizi e impiantistici. La vera sfida è conferire significato e comprensibilità a questa sintassi, adottando un linguaggio che riesca a essere laconico, pur senza cadere nell'afasia. La scelta di una tecnologia costruttiva di tipo prefabbricato in cemento non nasce pertanto solo da esigenze di rapidità della fase costruttiva, ma anche da una questione di principi e di metodo. Un nuovo edificio pubblico, da destinare ad attività didattiche e di ricerca in ambito tecnico scientifico, dovrebbe comunicare valori di chiarezza e rigore basati su princìpi fondativi che siano rappresentati in termini architettonici con segni mai gratuiti ma soltanto necessari. In tal senso la prefabbricazione può essere letta come metafora dell'atto primordiale del costruire, basato sul sistema “trilitico” (nella sua forma più semplice due piedritti sostengono un architrave), in cui diviene chiara e limpida la leggibilità delle parti e del fatto costruttivo. Dapprima pilastri, poi pilastri che sorreggono travi, quindi travi che sorreggono tegoli di solaio orizzontale, infine travi che sorreggono pannelli di tamponamento verticale. L'interlocuzione con la Soprintendenza ha comportato l'eliminazione della quinta muraria a delimitazione del terrazzo di piano primo e una tinta più chiara nelle facciate.

Progetto delle nuove infrastrutture per la didattica e la ricerca nel Campus San Lazzaro, Reggio Emilia / Alberto Manfredini, Giovanni Manfredini, Andrea Manfredini. - STAMPA. - Identità dell'Architettura Italiana n. 22:(2024), pp. 108-109.

Progetto delle nuove infrastrutture per la didattica e la ricerca nel Campus San Lazzaro, Reggio Emilia

Alberto Manfredini;
2024

Abstract

Il tema progettuale può essere sintetizzato come ricerca del corretto rapporto con la preesistenza del padiglione Buccola, sede del Dipartimento di Scienze e Metodi dell'Ingegneria. L'impianto classicista (risalente ai primi anni '30 del novecento) è basato su simmetrie assiali nelle due direzioni, con enfatizzazione dell'asse est-ovest come cannocchiale visivo e strutturante nell'organizzazione planimetrica del parco. Il ruolo, per certi versi ausiliario, del nuovo complesso in progetto nei rapporti con le strutture storicizzate induce a evitare ogni forma di competizione con il padiglione Buccola, che anzi può risultare valorizzato da un nuovo intervento che adotti un linguaggio sommesso, seppure rigoroso e ordinato, evitando improprie riproposizioni di aspetti simbolici o monumentali. E' da rifuggire ogni forma di decorativismo gratuito che cerchi di dissimulare il carattere tecnico-scientifico dell'intervento, che deve invece mostrare con sincerità il proprio carattere e la leggibilità delle diverse parti come dei diversi componenti edilizi e impiantistici. La vera sfida è conferire significato e comprensibilità a questa sintassi, adottando un linguaggio che riesca a essere laconico, pur senza cadere nell'afasia. La scelta di una tecnologia costruttiva di tipo prefabbricato in cemento non nasce pertanto solo da esigenze di rapidità della fase costruttiva, ma anche da una questione di principi e di metodo. Un nuovo edificio pubblico, da destinare ad attività didattiche e di ricerca in ambito tecnico scientifico, dovrebbe comunicare valori di chiarezza e rigore basati su princìpi fondativi che siano rappresentati in termini architettonici con segni mai gratuiti ma soltanto necessari. In tal senso la prefabbricazione può essere letta come metafora dell'atto primordiale del costruire, basato sul sistema “trilitico” (nella sua forma più semplice due piedritti sostengono un architrave), in cui diviene chiara e limpida la leggibilità delle parti e del fatto costruttivo. Dapprima pilastri, poi pilastri che sorreggono travi, quindi travi che sorreggono tegoli di solaio orizzontale, infine travi che sorreggono pannelli di tamponamento verticale. L'interlocuzione con la Soprintendenza ha comportato l'eliminazione della quinta muraria a delimitazione del terrazzo di piano primo e una tinta più chiara nelle facciate.
2024
978-88-3338-241-8
Identità dell'Architettura Italiana, n. 22
108
109
Alberto Manfredini, Giovanni Manfredini, Andrea Manfredini
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Descrizione: Si tratta dell'estratto del volume n.22 dell'Identità dell'Architettura Italiana, su cui è pubblicato il progetto dei Manfredini relativo alle nuove infrastrutture per la didattica e la ricerca nel Campus San Lazzaro a Reggio Emilia
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