Il saggio esamina il modo in cui i partiti di sinistra in Italia e Francia hanno affrontato le questioni dell'immigrazione e del razzismo dagli anni ’80 ai primi anni 2000. L'autrice mette a confronto due paesi con storie migratorie diverse: la Francia, con una lunga tradizione di immigrazione legata alla decolonizzazione, e l’Italia, che solo negli ultimi decenni ha conosciuto un massiccio afflusso di migranti, passando da paese di emigrazione a paese di accoglienza. In Italia, il dibattito sull'immigrazione è emerso alla fine degli anni '80 con l’aumento degli arrivi dall’Africa e dall’Europa orientale. Studi sociologici come quelli di Balbo e Manconi hanno evidenziato come il razzismo italiano sia passato da una fase "possibile" a una "reale". Episodi violenti, come l’omicidio di Jerry Essan Masslo nel 1989, hanno spinto la politica a prendere provvedimenti, portando alla prima legislazione sull’immigrazione, la Legge Martelli del 1990. Tuttavia, il trattamento dei migranti è rimasto segnato da contraddizioni, tra retorica dell’accoglienza e politiche di contenimento. In Francia, la crisi economica degli anni ’70 ha innescato un cambiamento nel discorso pubblico sull’immigrazione, vista sempre più come una minaccia sociale ed economica. La Marche pour l’égalité et contre le racisme del 1983 ha rappresentato un momento cruciale per l’anti-razzismo francese, ma il dibattito si è presto spostato su temi di sicurezza e identità nazionale. La creazione dell’associazione SOS Racisme ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma ha anche evidenziato le ambiguità della sinistra, che da un lato promuoveva l’integrazione, dall’altro adottava politiche restrittive, come il rafforzamento dei controlli sull’immigrazione. Entrambi i paesi hanno mostrato un’ambivalenza nel trattare l’immigrazione: mentre i partiti di sinistra dichiaravano di voler combattere il razzismo, spesso inseguivano l’agenda securitaria della destra. In Italia, la Legge Turco-Napolitano del 1998 ha istituito i Centri di Permanenza Temporanea (CPT), anticipando le politiche più repressive della Legge Bossi-Fini del 2002. In Francia, il governo socialista di Mitterrand ha inizialmente promosso la regolarizzazione di migranti, ma ha poi adottato misure restrittive per rispondere alla crescita del Front National. L’analisi comparata evidenzia come, in entrambi i paesi, la sinistra abbia oscillato tra difesa dei diritti dei migranti e politiche di controllo, con ripercussioni che si riflettono ancora oggi nel dibattito politico europeo sull’immigrazione.
Facing Immigration and Racism: The Left-Wing Parties in Italy and France from the 1980s to the Early 2000s / Valeria Galimi. - STAMPA. - (2024), pp. 181-193.
Facing Immigration and Racism: The Left-Wing Parties in Italy and France from the 1980s to the Early 2000s
Valeria Galimi
2024
Abstract
Il saggio esamina il modo in cui i partiti di sinistra in Italia e Francia hanno affrontato le questioni dell'immigrazione e del razzismo dagli anni ’80 ai primi anni 2000. L'autrice mette a confronto due paesi con storie migratorie diverse: la Francia, con una lunga tradizione di immigrazione legata alla decolonizzazione, e l’Italia, che solo negli ultimi decenni ha conosciuto un massiccio afflusso di migranti, passando da paese di emigrazione a paese di accoglienza. In Italia, il dibattito sull'immigrazione è emerso alla fine degli anni '80 con l’aumento degli arrivi dall’Africa e dall’Europa orientale. Studi sociologici come quelli di Balbo e Manconi hanno evidenziato come il razzismo italiano sia passato da una fase "possibile" a una "reale". Episodi violenti, come l’omicidio di Jerry Essan Masslo nel 1989, hanno spinto la politica a prendere provvedimenti, portando alla prima legislazione sull’immigrazione, la Legge Martelli del 1990. Tuttavia, il trattamento dei migranti è rimasto segnato da contraddizioni, tra retorica dell’accoglienza e politiche di contenimento. In Francia, la crisi economica degli anni ’70 ha innescato un cambiamento nel discorso pubblico sull’immigrazione, vista sempre più come una minaccia sociale ed economica. La Marche pour l’égalité et contre le racisme del 1983 ha rappresentato un momento cruciale per l’anti-razzismo francese, ma il dibattito si è presto spostato su temi di sicurezza e identità nazionale. La creazione dell’associazione SOS Racisme ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma ha anche evidenziato le ambiguità della sinistra, che da un lato promuoveva l’integrazione, dall’altro adottava politiche restrittive, come il rafforzamento dei controlli sull’immigrazione. Entrambi i paesi hanno mostrato un’ambivalenza nel trattare l’immigrazione: mentre i partiti di sinistra dichiaravano di voler combattere il razzismo, spesso inseguivano l’agenda securitaria della destra. In Italia, la Legge Turco-Napolitano del 1998 ha istituito i Centri di Permanenza Temporanea (CPT), anticipando le politiche più repressive della Legge Bossi-Fini del 2002. In Francia, il governo socialista di Mitterrand ha inizialmente promosso la regolarizzazione di migranti, ma ha poi adottato misure restrittive per rispondere alla crescita del Front National. L’analisi comparata evidenzia come, in entrambi i paesi, la sinistra abbia oscillato tra difesa dei diritti dei migranti e politiche di controllo, con ripercussioni che si riflettono ancora oggi nel dibattito politico europeo sull’immigrazione.File | Dimensione | Formato | |
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