Quella che è stata definita da Sieverts città di mezzo e che caratterizza una gran parte dell'estensione urbana contemporanea come esito, appunto, di hard policies e talvolta di mancanza di politiche, ha assunto spesso una connotazione negativa. Alcuni studi recenti però collocano l’orizzonte post-suburbano in una prospettiva più attenta ad individuare elementi di positività. Esiste, secondo questo sguardo, una possibilità di riconnettere comunità locali (insediatesi in passato e di recente) ad una rete di luoghi pubblici (o che si fanno pubblici), ricostruendo centralità e, dunque, qualità urbana. Per fare questo occorre una forma di progetto che consideri il disordine come elemento creativo e soprattutto la relazione fra complessità e molteplicità (che del disordine ha talvolta l’apparenza) come obiettivo. Progettare il disordine però, come sosteneva De Carlo, non è possibile, occorre invece individuare un quadro concettuale che guidi l’atteggiamento del progettista verso l’apertura di possibilità per ricostruire relazioni fra abitanti e luoghi e fra abitanti diversi. Il nostro contributo si pone come obiettivo di tracciare un quadro di possibilità metodologiche e di accennare a strategie di progetto che permettano di andare in questa direzione nell’ambito del disegno dello spazio pubblico.

Principi e strategie per un progetto (disordinato) di città / Maddalena Rossi; Iacopo Zetti. - ELETTRONICO. - (2024), pp. 64-67.

Principi e strategie per un progetto (disordinato) di città

Maddalena Rossi
;
Iacopo Zetti
2024

Abstract

Quella che è stata definita da Sieverts città di mezzo e che caratterizza una gran parte dell'estensione urbana contemporanea come esito, appunto, di hard policies e talvolta di mancanza di politiche, ha assunto spesso una connotazione negativa. Alcuni studi recenti però collocano l’orizzonte post-suburbano in una prospettiva più attenta ad individuare elementi di positività. Esiste, secondo questo sguardo, una possibilità di riconnettere comunità locali (insediatesi in passato e di recente) ad una rete di luoghi pubblici (o che si fanno pubblici), ricostruendo centralità e, dunque, qualità urbana. Per fare questo occorre una forma di progetto che consideri il disordine come elemento creativo e soprattutto la relazione fra complessità e molteplicità (che del disordine ha talvolta l’apparenza) come obiettivo. Progettare il disordine però, come sosteneva De Carlo, non è possibile, occorre invece individuare un quadro concettuale che guidi l’atteggiamento del progettista verso l’apertura di possibilità per ricostruire relazioni fra abitanti e luoghi e fra abitanti diversi. Il nostro contributo si pone come obiettivo di tracciare un quadro di possibilità metodologiche e di accennare a strategie di progetto che permettano di andare in questa direzione nell’ambito del disegno dello spazio pubblico.
2024
978-88-7603-263-9
Progettare nel disordine - Progettare il disordine. Riordinare le fragilità urbane
64
67
Maddalena Rossi; Iacopo Zetti
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