Dagli anni Novanta del Novecento, gli studi pedagogici si sono interessati al discorso sulla memoria, in particolare attraverso la riflessione su auto- biografia e narrazioni nel contesto di cura. L’ambito di ricerca storico-educativo ha attraversato un prolungato periodo di diffidenza nei confronti delle tematiche connesse alla memoria, in particolare in riferimento ai suoi fondamenti scientifici rispetto alla storia: il timore predominante era quello di vedere erodere lo spazio alla storia, fino a sostituirla con la sola memoria promuovendo una lettura del passato del tutto scorretta, perché sostenuta soltanto da narrazione, in assenza di fonti e documenti. Per questo motivo, nel contesto storico-educativo, la memoria è diventata solo di recente oggetto di studio, grazie alle ricerche pionieristiche promosse all’inizio del Millennio in Spagna e in America latina, fino ad arrivare al fondamentale snodo del convegno di Siviglia del 2015 che ha fornito solide radici anche al filone italiano di ricerca che si è consolidato nel tempo. Ragionare intorno alla memoria è un’attività preziosa per mettere in relazione la scuola con il territorio e con la comunità che lo abita; pertanto, ciò significa anche costruire percorsi educativi di memoria collettiva. I luoghi, infatti, parlano sempre del nostro passato e viceversa la memoria senza la relazione con uno spazio perde la sua capacità narrativa. Since the 1990s, pedagogical studies have been interested in the discourse on memory, in particular through reflection on autobiography and narratives in the context of care. The historical-educational research field has gone through a prolonged period of distrust towards issues connected to memory, in particular with reference to its scientific foundations with respect to history: the predominant fear was that of seeing the space for history eroded, to the point of replacing it with memory alone, promoting a reading of the past that was completely incorrect, because it was supported only by narration, in the absence of sources and documents. For this reason, in the historical-educational context, memory has only recently become an object of study, thanks to the pioneering research promoted at the beginning of the Millennium in Spain and Latin America, up to the fundamental turning point of the 2015 Seville conference that also provided solid roots to the Italian line of research that has consolidated over time. Reasoning about memory is a valuable activity for relating the school to the territory and the community that inhabits it; therefore, this also means building educational paths of collective memory. Places, in fact, always speak of our past and vice versa, memory without the relationship with a space loses its narrative capacity.
Processi di narrazione e costruzione di comunità nella storia sociale dell’educazione. I luoghi come testimoni / Luca Bravi; Stefano Oliviero. - ELETTRONICO. - Teorie, metodologie e pratiche della ricerca auto-bio-grafica per le professioni educative, scolastiche, culturali e di cura:(2024), pp. 93-106.
Processi di narrazione e costruzione di comunità nella storia sociale dell’educazione. I luoghi come testimoni.
Luca Bravi;Stefano Oliviero
2024
Abstract
Dagli anni Novanta del Novecento, gli studi pedagogici si sono interessati al discorso sulla memoria, in particolare attraverso la riflessione su auto- biografia e narrazioni nel contesto di cura. L’ambito di ricerca storico-educativo ha attraversato un prolungato periodo di diffidenza nei confronti delle tematiche connesse alla memoria, in particolare in riferimento ai suoi fondamenti scientifici rispetto alla storia: il timore predominante era quello di vedere erodere lo spazio alla storia, fino a sostituirla con la sola memoria promuovendo una lettura del passato del tutto scorretta, perché sostenuta soltanto da narrazione, in assenza di fonti e documenti. Per questo motivo, nel contesto storico-educativo, la memoria è diventata solo di recente oggetto di studio, grazie alle ricerche pionieristiche promosse all’inizio del Millennio in Spagna e in America latina, fino ad arrivare al fondamentale snodo del convegno di Siviglia del 2015 che ha fornito solide radici anche al filone italiano di ricerca che si è consolidato nel tempo. Ragionare intorno alla memoria è un’attività preziosa per mettere in relazione la scuola con il territorio e con la comunità che lo abita; pertanto, ciò significa anche costruire percorsi educativi di memoria collettiva. I luoghi, infatti, parlano sempre del nostro passato e viceversa la memoria senza la relazione con uno spazio perde la sua capacità narrativa. Since the 1990s, pedagogical studies have been interested in the discourse on memory, in particular through reflection on autobiography and narratives in the context of care. The historical-educational research field has gone through a prolonged period of distrust towards issues connected to memory, in particular with reference to its scientific foundations with respect to history: the predominant fear was that of seeing the space for history eroded, to the point of replacing it with memory alone, promoting a reading of the past that was completely incorrect, because it was supported only by narration, in the absence of sources and documents. For this reason, in the historical-educational context, memory has only recently become an object of study, thanks to the pioneering research promoted at the beginning of the Millennium in Spain and Latin America, up to the fundamental turning point of the 2015 Seville conference that also provided solid roots to the Italian line of research that has consolidated over time. Reasoning about memory is a valuable activity for relating the school to the territory and the community that inhabits it; therefore, this also means building educational paths of collective memory. Places, in fact, always speak of our past and vice versa, memory without the relationship with a space loses its narrative capacity.File | Dimensione | Formato | |
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