Tra le innovazioni del basso medioevo l’emancipazione politica delle comunità cittadine costituì un fenomeno inedito che una lunga tradizione di studi ha riassunto nel segno delle libertà comunali. Fin dall’età antica la città si era distinta come luogo politico, vale a dire come sede del potere e di elaborazione di forme di convivenza: ciò che avvenne tra XI e XII secolo fu la riproposizione in forme nuove di tale esperienza. L’affermazione delle autonomie cittadine riguardò un po’ tutta l’Europa occidentale ma non ebbe caratteristiche unitarie per la differenza di gradi di sviluppo e le peculiarità delle diverse regioni. Sia le città del regnum Italiae sia quelle del regnum Siciliae appartenevano a spazi politici monarchici: fu proprio la condizione di ‘città suddita’ che le accomunò a quelle inquadrate nei regni europei. Sottraendo l’analisi alle due precomprensioni più condizionanti – il comune come espressione avanzata di statualità, la monarchia come elemento frenante di ogni autonomia – gli studi più recenti stanno evidenziando come, nella loro ricchezza di espressioni e nella loro diversità, gli universi urbani italiani siano stati molto più affini alle altre esperienze europee di emancipazione politica delle comunità cittadine di quanto non siano stati narrati finora.
I comuni cittadini / zorzi. - STAMPA. - (2025), pp. 77-90.
I comuni cittadini
zorzi
2025
Abstract
Tra le innovazioni del basso medioevo l’emancipazione politica delle comunità cittadine costituì un fenomeno inedito che una lunga tradizione di studi ha riassunto nel segno delle libertà comunali. Fin dall’età antica la città si era distinta come luogo politico, vale a dire come sede del potere e di elaborazione di forme di convivenza: ciò che avvenne tra XI e XII secolo fu la riproposizione in forme nuove di tale esperienza. L’affermazione delle autonomie cittadine riguardò un po’ tutta l’Europa occidentale ma non ebbe caratteristiche unitarie per la differenza di gradi di sviluppo e le peculiarità delle diverse regioni. Sia le città del regnum Italiae sia quelle del regnum Siciliae appartenevano a spazi politici monarchici: fu proprio la condizione di ‘città suddita’ che le accomunò a quelle inquadrate nei regni europei. Sottraendo l’analisi alle due precomprensioni più condizionanti – il comune come espressione avanzata di statualità, la monarchia come elemento frenante di ogni autonomia – gli studi più recenti stanno evidenziando come, nella loro ricchezza di espressioni e nella loro diversità, gli universi urbani italiani siano stati molto più affini alle altre esperienze europee di emancipazione politica delle comunità cittadine di quanto non siano stati narrati finora.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.