La documentazione dell’Europa occidentale ci restituisce, tra basso medioevo e prima età moderna, l’evidenza di processi e di rituali di violenza che riguardano supplizi inflitti ad animali e a uomini degradati al rango di animali. A un’analisi attenta vi si possono osservare delle pratiche di assunzione della carne che descrivono una sorta di circolarità – animali che mangiano carne di uomini, uomini che mangiano carne di animali, ma anche uomini che mangiano carne di uomini – iscritta in un comune spazio di esercizio della giustizia. Si tratta di aspetti sui quali l’attenzione degli storici è rimasta episodica, per più motivi: la scabrosità del tema; la perdurante precomprensione che li relega a fenomeni marginali rispetto ai processi di modernizzazione della società; la necessità di dotarsi di strumenti interpretativi che attingono all’antropologia, all’etologia e alle scienze cognitive e comportamentali (un corredo che gli storici faticano a fare proprio o di cui apertamente diffidano). Nondimeno, si tratta di aspetti che meritano di essere ripercorsi anche in un consesso di riflessione storica sui divieti della carne come quello in cui si colloca il presente contributo.
La carne e i suoi supplizi. Processi penali e rituali di violenza in Europa tra medioevo ed età moderna / zorzi. - STAMPA. - (2025), pp. 325-334.
La carne e i suoi supplizi. Processi penali e rituali di violenza in Europa tra medioevo ed età moderna
zorzi
2025
Abstract
La documentazione dell’Europa occidentale ci restituisce, tra basso medioevo e prima età moderna, l’evidenza di processi e di rituali di violenza che riguardano supplizi inflitti ad animali e a uomini degradati al rango di animali. A un’analisi attenta vi si possono osservare delle pratiche di assunzione della carne che descrivono una sorta di circolarità – animali che mangiano carne di uomini, uomini che mangiano carne di animali, ma anche uomini che mangiano carne di uomini – iscritta in un comune spazio di esercizio della giustizia. Si tratta di aspetti sui quali l’attenzione degli storici è rimasta episodica, per più motivi: la scabrosità del tema; la perdurante precomprensione che li relega a fenomeni marginali rispetto ai processi di modernizzazione della società; la necessità di dotarsi di strumenti interpretativi che attingono all’antropologia, all’etologia e alle scienze cognitive e comportamentali (un corredo che gli storici faticano a fare proprio o di cui apertamente diffidano). Nondimeno, si tratta di aspetti che meritano di essere ripercorsi anche in un consesso di riflessione storica sui divieti della carne come quello in cui si colloca il presente contributo.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.