La crescente complessità del vivere in contesti urbani, spesso caratterizzati da tessuti frammentati e diluiti in sconfinate periferie, richiama l’urgenza di favorire processi educativi e formativi, lungo l’arco della vita, che possano sollecitare l’evoluzione di città e comunità sostenibili, come suggerisce il modello assunto da UNESCO nel Global Network of Learning Cities (CNLC). Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU sottolineano l’urgenza di promuovere equità e inclusione sociale anche attraverso l’arricchimento del complesso intreccio di relazioni tra contesti d’apprendimento, territori e città, per favorire pratiche di rigenerazione urbana e sociale dal basso. In questa prospettiva, vivere consapevolmente e riconoscere il valore degli spazi pubblici come bene comune può promuovere la partecipazione attiva alla trasformazione di aree di crisi in luoghi della relazione, soprattutto da parte dei giovani. In riferimento agli esiti della narrative literature review condotta per definire lo stato dell’arte sul tema delle interconnessioni tra educazione, formazione e rigenerazione urbana, la ricerca indaga come processi educativi e formativi sollecitino fenomeni di rigenerazione urbana e sociale dal basso. L’obiettivo è far emergere le traiettorie delle trasformazioni generative che coinvolgono un contesto urbano specifico, e le persone che lo abitano, per evidenziare la visione e le istanze dei soggetti coinvolti (giovani, professionisti dell’educazione e della formazione, famiglie), e per riflettere su professionalità emergenti, e politiche, che possano supportare la rigenerazione urbana e sociale dal basso. La ricerca in oggetto ha esplorato il contesto urbano della città di Firenze per rilevare la presenza di alcuni processi educativi e formativi, formali e non-formali, orientati alla rigenerazione urbana dal basso, con l’intento di approfondire due di essi attraverso la strategia dello studio di caso. Un ulteriore approfondimento, in chiave comparativa, è stato sviluppato attraverso l’implementazione di approcci partecipativi che hanno coinvolto gruppi di studenti delle Università di Firenze e di Siviglia, mediante un laboratorio di video-ricerca partecipativa orientato a far emergere lo sguardo dei giovani attraverso le loro narrazioni urbane. A livello metodologico, si è scelto di adottare il multimethod approach integrando strategie e tecniche differenti, in un’ottica di triangolazione volta a garantire l’affidabilità della ricerca stessa, in relazione alla complessità del fenomeno indagato. Emerge l’importanza della strategia dello studio di caso, e degli approcci partecipativi finalizzati ad esperienze laboratoriali di video-ricerca con i giovani. I risultati ottenuti dagli studi di caso relativi a una esperienza di scuola aperta verso la città, e a un caso di educativa di strada, hanno evidenziato che processi educativi e formativi, formali e non-formali, che interconnettono attivamente i giovani al territorio, favoriscono il processo di rigenerazione urbana dal basso, e rafforzano l’empowerment, l’agentività e il senso di appartenenza dei giovani coinvolti. Il Laboratorio di video-ricerca partecipativa ha evidenziato il desiderio dei giovani di riconoscersi nei luoghi abitati narrati nei cortometraggi realizzati. Tali narrazioni restituiscono vitalità ai luoghi, e pongono il patrimonio culturale come dispositivo attraverso il quale i giovani intendono riconoscersi come parte di un tutto (città, quartieri, comunità urbana e universitaria). I professionisti dell’educazione e i giovani coinvolti nella ricerca hanno espresso il loro interesse a collaborare per realizzare una concreta interconnessione con i contesti urbani e sociali di riferimento, rafforzando così le competenze di vita verso una dimensione di “full citizenship”. Rispetto alle professioni implicate nella rigenerazione dal basso, si evidenzia come la figura dell’educatore di strada abbia un ruolo importantissimo nella trasformazione degli spazi di crisi in luoghi della relazione. Tale professionalità presenta delle peculiarità che hanno a che fare con le competenze trasversali dei singoli professionisti che li rendono altamente flessibili, come richiesto dall’imprevedibilità dei contesti periferici in cui operano, configurandosi come veri e propri “place-makers”. Si evince l’urgenza di politiche che agevolino le iniziative di riappropriazione dello spazio pubblico espresse dal basso, anche attraverso la possibilità di un utilizzo inatteso degli spazi urbani, a favore di un coinvolgimento diretto e attivo dei giovani. Gli studi effettuati pongono l’accento sull’impossibilità di prescindere dalla lente pedagogica per comprendere e dare senso ai fenomeni rigenerativi in atto. La pedagogia, tuttavia, appare ancora distante dall’essere riconosciuta come ambito cogente per gli studi interdisciplinari sulla rigenerazione urbana, che vengono ricondotti prevalentemente ad una dimensione sociologica, architettonica o di pianificazione urbanistica. La ricerca evidenzia quanto sia importante saper interpretare la rigenerazione urbana dal basso come un fenomeno di riappropriazione dello spazio urbano da parte di soggetti, gruppi e comunità, in un movimento che trasformi spazi di crisi in luoghi della relazione e della convivenza pacifica per tutti. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The growing complexity of living in urban contexts, often characterised by fragmented fabrics and diluted in boundless suburbs, recalls the urgency of fostering lifelong educational and training processes that can stimulate the evolution of sustainable cities and communities, as suggested by the model assumed by UNESCO in the Global Network of Learning Cities (CNLC). The Sustainable Development Goals of the UN 2030 Agenda emphasise the urgency of promoting equity and social inclusion also through the enrichment of the complex web of relations between learning contexts, territories and cities, in order to foster urban and social regeneration practices from below. In this perspective, living consciously and recognising the value of public spaces as a common good can promote active participation in the transformation of crisis areas into places of relationships, especially by young people. With reference to the outcomes of the narrative literature review conducted to define the state of the art on the topic of the interconnections between education, training and urban regeneration, the research investigates how educational, and training processes solicit urban and social regeneration phenomena from below. The aim is to bring out the trajectories of generative transformations involving a specific urban context, and the people who inhabit it, to highlight the vision and instances of the actors involved (young people, education and training professionals, families), and to reflect on emerging professionalism, and policies, that can support urban and social regeneration from below. The research in question explored the urban context of the city of Florence to detect the presence of some formal and non-formal educational and training processes, oriented towards urban regeneration from below, with the intention of investigating some of them through the case study strategy. A further in-depth comparative study was developed through the implementation of participatory approaches which involved groups of students from the Universities of Florence and Seville, through a video-research workshop geared towards bringing out the gaze of young people through their urban narratives. At the methodological level, the multimethod approach was chosen by integrating different strategies and techniques, with a view to ensuring the reliability of the research itself, in relation to the complexity of the phenomenon under investigation. The importance of the case study strategy, and of participatory approaches aimed at video-research workshop experiences with young people, emerges. The results obtained from the case studies relating to a school experience open to the city, and a case of “street education”, showed that formal and non-formal educational and training processes, which actively interconnect young people with the territory, favour the process of urban regeneration from below, and strengthen the empowerment, agentiveness and sense of belonging of the young people involved. The participatory video-research workshop highlighted the young people's desire to recognise themselves in the inhabited places narrated in the short films made. These narratives restore vitality to places and pose cultural heritage as a device through which young people wish to recognise themselves as part of a whole (city, neighbourhood, urban and university community). The educational professionals and young people involved in the research expressed their interest in collaborating to achieve a concrete interconnection with the urban and social contexts of reference, thus strengthening life skills towards a dimension of ‘full citizenship.’ With respect to the professions involved in regeneration from below, it is highlighted how the figure of the street educator plays a key role in the transformation of crisis spaces into places of relationships. This professionalism presents peculiarities that have to do with the transversal competences of individual professionals that make them highly flexible, as required by the unpredictability of the peripheral contexts in which they work, configuring themselves as true ‘place-makers’. The urgency of policies facilitating the re-appropriation initiatives of public space expressed from below, also through the possibility of an unexpected use of urban spaces, in favour of a direct and active involvement of young people, is evident. The studies carried out emphasise the impossibility of leaving aside the pedagogical lens to understand and make sense of the regenerative phenomena underway. Pedagogy, however, still appears far from being recognised as a cogent field for interdisciplinary studies on urban regeneration, which are mainly traced back to a sociological, architectural, or urban planning dimension. The research highlights how important it is to be able to interpret urban regeneration from below as a phenomenon of re-appropriation of urban space by subjects, groups, and communities, in a movement that transforms spaces of crisis into places of relationships and peaceful coexistence for all.

La città come contesto e soggetto educativo nel XXI secolo. Pedagogia delle aree urbane: da spazi di crisi a luoghi della relazione / Maria Grazia Proli. - (2025).

La città come contesto e soggetto educativo nel XXI secolo. Pedagogia delle aree urbane: da spazi di crisi a luoghi della relazione

Maria Grazia Proli
2025

Abstract

La crescente complessità del vivere in contesti urbani, spesso caratterizzati da tessuti frammentati e diluiti in sconfinate periferie, richiama l’urgenza di favorire processi educativi e formativi, lungo l’arco della vita, che possano sollecitare l’evoluzione di città e comunità sostenibili, come suggerisce il modello assunto da UNESCO nel Global Network of Learning Cities (CNLC). Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ONU sottolineano l’urgenza di promuovere equità e inclusione sociale anche attraverso l’arricchimento del complesso intreccio di relazioni tra contesti d’apprendimento, territori e città, per favorire pratiche di rigenerazione urbana e sociale dal basso. In questa prospettiva, vivere consapevolmente e riconoscere il valore degli spazi pubblici come bene comune può promuovere la partecipazione attiva alla trasformazione di aree di crisi in luoghi della relazione, soprattutto da parte dei giovani. In riferimento agli esiti della narrative literature review condotta per definire lo stato dell’arte sul tema delle interconnessioni tra educazione, formazione e rigenerazione urbana, la ricerca indaga come processi educativi e formativi sollecitino fenomeni di rigenerazione urbana e sociale dal basso. L’obiettivo è far emergere le traiettorie delle trasformazioni generative che coinvolgono un contesto urbano specifico, e le persone che lo abitano, per evidenziare la visione e le istanze dei soggetti coinvolti (giovani, professionisti dell’educazione e della formazione, famiglie), e per riflettere su professionalità emergenti, e politiche, che possano supportare la rigenerazione urbana e sociale dal basso. La ricerca in oggetto ha esplorato il contesto urbano della città di Firenze per rilevare la presenza di alcuni processi educativi e formativi, formali e non-formali, orientati alla rigenerazione urbana dal basso, con l’intento di approfondire due di essi attraverso la strategia dello studio di caso. Un ulteriore approfondimento, in chiave comparativa, è stato sviluppato attraverso l’implementazione di approcci partecipativi che hanno coinvolto gruppi di studenti delle Università di Firenze e di Siviglia, mediante un laboratorio di video-ricerca partecipativa orientato a far emergere lo sguardo dei giovani attraverso le loro narrazioni urbane. A livello metodologico, si è scelto di adottare il multimethod approach integrando strategie e tecniche differenti, in un’ottica di triangolazione volta a garantire l’affidabilità della ricerca stessa, in relazione alla complessità del fenomeno indagato. Emerge l’importanza della strategia dello studio di caso, e degli approcci partecipativi finalizzati ad esperienze laboratoriali di video-ricerca con i giovani. I risultati ottenuti dagli studi di caso relativi a una esperienza di scuola aperta verso la città, e a un caso di educativa di strada, hanno evidenziato che processi educativi e formativi, formali e non-formali, che interconnettono attivamente i giovani al territorio, favoriscono il processo di rigenerazione urbana dal basso, e rafforzano l’empowerment, l’agentività e il senso di appartenenza dei giovani coinvolti. Il Laboratorio di video-ricerca partecipativa ha evidenziato il desiderio dei giovani di riconoscersi nei luoghi abitati narrati nei cortometraggi realizzati. Tali narrazioni restituiscono vitalità ai luoghi, e pongono il patrimonio culturale come dispositivo attraverso il quale i giovani intendono riconoscersi come parte di un tutto (città, quartieri, comunità urbana e universitaria). I professionisti dell’educazione e i giovani coinvolti nella ricerca hanno espresso il loro interesse a collaborare per realizzare una concreta interconnessione con i contesti urbani e sociali di riferimento, rafforzando così le competenze di vita verso una dimensione di “full citizenship”. Rispetto alle professioni implicate nella rigenerazione dal basso, si evidenzia come la figura dell’educatore di strada abbia un ruolo importantissimo nella trasformazione degli spazi di crisi in luoghi della relazione. Tale professionalità presenta delle peculiarità che hanno a che fare con le competenze trasversali dei singoli professionisti che li rendono altamente flessibili, come richiesto dall’imprevedibilità dei contesti periferici in cui operano, configurandosi come veri e propri “place-makers”. Si evince l’urgenza di politiche che agevolino le iniziative di riappropriazione dello spazio pubblico espresse dal basso, anche attraverso la possibilità di un utilizzo inatteso degli spazi urbani, a favore di un coinvolgimento diretto e attivo dei giovani. Gli studi effettuati pongono l’accento sull’impossibilità di prescindere dalla lente pedagogica per comprendere e dare senso ai fenomeni rigenerativi in atto. La pedagogia, tuttavia, appare ancora distante dall’essere riconosciuta come ambito cogente per gli studi interdisciplinari sulla rigenerazione urbana, che vengono ricondotti prevalentemente ad una dimensione sociologica, architettonica o di pianificazione urbanistica. La ricerca evidenzia quanto sia importante saper interpretare la rigenerazione urbana dal basso come un fenomeno di riappropriazione dello spazio urbano da parte di soggetti, gruppi e comunità, in un movimento che trasformi spazi di crisi in luoghi della relazione e della convivenza pacifica per tutti. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The growing complexity of living in urban contexts, often characterised by fragmented fabrics and diluted in boundless suburbs, recalls the urgency of fostering lifelong educational and training processes that can stimulate the evolution of sustainable cities and communities, as suggested by the model assumed by UNESCO in the Global Network of Learning Cities (CNLC). The Sustainable Development Goals of the UN 2030 Agenda emphasise the urgency of promoting equity and social inclusion also through the enrichment of the complex web of relations between learning contexts, territories and cities, in order to foster urban and social regeneration practices from below. In this perspective, living consciously and recognising the value of public spaces as a common good can promote active participation in the transformation of crisis areas into places of relationships, especially by young people. With reference to the outcomes of the narrative literature review conducted to define the state of the art on the topic of the interconnections between education, training and urban regeneration, the research investigates how educational, and training processes solicit urban and social regeneration phenomena from below. The aim is to bring out the trajectories of generative transformations involving a specific urban context, and the people who inhabit it, to highlight the vision and instances of the actors involved (young people, education and training professionals, families), and to reflect on emerging professionalism, and policies, that can support urban and social regeneration from below. The research in question explored the urban context of the city of Florence to detect the presence of some formal and non-formal educational and training processes, oriented towards urban regeneration from below, with the intention of investigating some of them through the case study strategy. A further in-depth comparative study was developed through the implementation of participatory approaches which involved groups of students from the Universities of Florence and Seville, through a video-research workshop geared towards bringing out the gaze of young people through their urban narratives. At the methodological level, the multimethod approach was chosen by integrating different strategies and techniques, with a view to ensuring the reliability of the research itself, in relation to the complexity of the phenomenon under investigation. The importance of the case study strategy, and of participatory approaches aimed at video-research workshop experiences with young people, emerges. The results obtained from the case studies relating to a school experience open to the city, and a case of “street education”, showed that formal and non-formal educational and training processes, which actively interconnect young people with the territory, favour the process of urban regeneration from below, and strengthen the empowerment, agentiveness and sense of belonging of the young people involved. The participatory video-research workshop highlighted the young people's desire to recognise themselves in the inhabited places narrated in the short films made. These narratives restore vitality to places and pose cultural heritage as a device through which young people wish to recognise themselves as part of a whole (city, neighbourhood, urban and university community). The educational professionals and young people involved in the research expressed their interest in collaborating to achieve a concrete interconnection with the urban and social contexts of reference, thus strengthening life skills towards a dimension of ‘full citizenship.’ With respect to the professions involved in regeneration from below, it is highlighted how the figure of the street educator plays a key role in the transformation of crisis spaces into places of relationships. This professionalism presents peculiarities that have to do with the transversal competences of individual professionals that make them highly flexible, as required by the unpredictability of the peripheral contexts in which they work, configuring themselves as true ‘place-makers’. The urgency of policies facilitating the re-appropriation initiatives of public space expressed from below, also through the possibility of an unexpected use of urban spaces, in favour of a direct and active involvement of young people, is evident. The studies carried out emphasise the impossibility of leaving aside the pedagogical lens to understand and make sense of the regenerative phenomena underway. Pedagogy, however, still appears far from being recognised as a cogent field for interdisciplinary studies on urban regeneration, which are mainly traced back to a sociological, architectural, or urban planning dimension. The research highlights how important it is to be able to interpret urban regeneration from below as a phenomenon of re-appropriation of urban space by subjects, groups, and communities, in a movement that transforms spaces of crisis into places of relationships and peaceful coexistence for all.
2025
Vanna Boffo
ITALIA
Goal 4: Quality education
Goal 11: Sustainable cities and communities
Maria Grazia Proli
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