Partendo dalla costruzione dell'immagine della Britannia nella cultura romana della tarda repubblica, dell'impero e della tarda antichità e dalla sua evoluzione nel primo Medioevo, questo articolo si concentra sulla sua interpretazione nei trattati storiografici ed etnografici di alcuni scrittori umanisti italiani attivi tra la seconda metà del XV secolo e il XVI secolo. L'analisi comparativa del modo in cui Polidoro Virgilio, Paolo Giovio e Petruccio Ubaldini hanno conciliato le informazioni provenienti da fonti precedenti con quelle ricavate in alcuni casi dalla loro conoscenza diretta dei territori oltre la Manica rivela il loro interesse per le caratteristiche e le risorse naturali tipiche di paesaggi diversi da quelle delle regioni italiane da cui provenivano e il loro intento di valorizzarle. In questa prospettiva, l'articolo intende verificare come fosse concepita l'alterità ambientale nella prima moderna e se particolari esponenti della cultura antiquaria italiana, con il loro approccio, cercassero di ritagliarsi un ruolo di intermediari culturali alla corte inglese. - Starting from the construction of the image of Roman Britain in the Roman culture of the late republic, empire and late antiquity and its evolution in the early Middle Ages, this article focuses on its interpretation in the historiographical and ethnographical treatises of some Italian humanist writers active between the second half of the 15th century and the 16th century. The comparative analysis of the way in which Polydore Vergil, Paolo Giovio and Petruccio Ubaldini reconciled information from earlier sources with information derived in some cases from their direct knowledge of the territories beyond the English Channel reveals their interest in the characteristics and natural resources typical of landscapes other than those of the Italian regions from which they came, and their intention to valorise them. In this perspective, the article intends to verify how environmental otherness was conceived in the early modern period and whether some Italian antiquarian intellectuals, with their approach, sought to carve out a role for themselves as cultural intermediaries at the English court.
Les merveilles d’outre-Manche dans la culture italienne du XVIe siècle. Réception de l’antique et altérité environnementale / Mastrorosa, Ida Gilda. - STAMPA. - 659:(2025), pp. 431-450. [10.48611/isbn.978-2-406-17716-6.p.0431]
Les merveilles d’outre-Manche dans la culture italienne du XVIe siècle. Réception de l’antique et altérité environnementale
Mastrorosa, Ida Gilda
2025
Abstract
Partendo dalla costruzione dell'immagine della Britannia nella cultura romana della tarda repubblica, dell'impero e della tarda antichità e dalla sua evoluzione nel primo Medioevo, questo articolo si concentra sulla sua interpretazione nei trattati storiografici ed etnografici di alcuni scrittori umanisti italiani attivi tra la seconda metà del XV secolo e il XVI secolo. L'analisi comparativa del modo in cui Polidoro Virgilio, Paolo Giovio e Petruccio Ubaldini hanno conciliato le informazioni provenienti da fonti precedenti con quelle ricavate in alcuni casi dalla loro conoscenza diretta dei territori oltre la Manica rivela il loro interesse per le caratteristiche e le risorse naturali tipiche di paesaggi diversi da quelle delle regioni italiane da cui provenivano e il loro intento di valorizzarle. In questa prospettiva, l'articolo intende verificare come fosse concepita l'alterità ambientale nella prima moderna e se particolari esponenti della cultura antiquaria italiana, con il loro approccio, cercassero di ritagliarsi un ruolo di intermediari culturali alla corte inglese. - Starting from the construction of the image of Roman Britain in the Roman culture of the late republic, empire and late antiquity and its evolution in the early Middle Ages, this article focuses on its interpretation in the historiographical and ethnographical treatises of some Italian humanist writers active between the second half of the 15th century and the 16th century. The comparative analysis of the way in which Polydore Vergil, Paolo Giovio and Petruccio Ubaldini reconciled information from earlier sources with information derived in some cases from their direct knowledge of the territories beyond the English Channel reveals their interest in the characteristics and natural resources typical of landscapes other than those of the Italian regions from which they came, and their intention to valorise them. In this perspective, the article intends to verify how environmental otherness was conceived in the early modern period and whether some Italian antiquarian intellectuals, with their approach, sought to carve out a role for themselves as cultural intermediaries at the English court.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.