Altro, Altrove. Farsi attraversare dai paesaggi di resistenza

Territorio di margine della città pubblica lasciato da decenni in una condizione di sospensione, l’ex complesso manicomiale di San Salvi, a Firenze, è spazio emblematico di rappresentazione dell’altro e dell’altrove. E lo è da più punti di vista: in quanto espressione di una “eterotopia di deviazione” concepita alla fine del XIX secolo come “luogo terapeutico esclusivo per la cura degli alienati”, ma anche in quanto manifestazione di paesaggio urbano del selvatico, pezzo città abitata da porzioni consistenti di vegetazione a libera dinamica evolutiva, differenti nature urbane, presenze clandestine, spazi residuali e strutture patrimoniali in abbandono. A partire da queste chiavi di lettura, l'articolo propone una riflessione critica su San Salvi come paesaggio di resistenza.