Nel III libro del Filostrato di Boccaccio il personaggio di Troiolo dedica una lunga preghiera a Venere, sviluppando un preciso parallelismo tra gli argomenti affrontati nell’invocazione e la domanda di soccorso avanzata nell’implorazione. Questa precisa costruzione costituisce il più importante tratto formale di una modalità narrativa ampiamente diffusa nella letteratura romanza, quella delle preghiere formulari per la richiesta di una grazia. Nel ricorso a questa modalità, dove l’abilità del poeta si dimostra nella scelta adeguata dei miracoli che meglio rispondono alla situazione dell’orante, istituendo una corrispondenza tra i prodigi già operati e la nuova richiesta, Boccaccio opera un netto cambiamento in seno alla tradizione medievale. Ad essere invocato non è più il Dio cristiano e la costruzione della preghiera non si fonda più sui miracoli narrati nelle Sacre Scritture o nei Vangeli apocrifi, bensì la supplica si rivolge agli dèi pagani e il testo di riferimento è il poema Metamorphoses di Ovidio. Inoltre nel Filostrato la situazione narrativa si discosta da quella consueta nella tradizione epica francese o liturgica per l’utilizzo della preghiera formulare. Troiolo non è in punto di morte né in grave pericolo; infatti le sue parole si diffondono più come un canto, espresso nel locus amoenus del giardino. In Book III of Boccaccio’s Filostrato, Troiolo devotes a lengthy prayer to Venus, developing a precise parallelism between the arguments set forth in the invocation and the plea for aid expressed in the supplication. This deliberate construction represents the most significant formal feature of a narrative mode widely disseminated in Romance literature: the formulary prayers for the granting of a favor. In employing this mode—where the poet’s skill lies in the apt selection of miracles that best correspond to the supplicant’s situation, thereby establishing a correspondence between wonders already performed and the new request—Boccaccio enacts a decisive transformation within the medieval tradition. No longer is it the Christian God who is invoked, nor is the structure of the prayer grounded in the miracles narrated in the Holy Scriptures or in the apocryphal Gospels; rather, the supplication is directed toward the pagan gods, and its textual reference is Ovid’s Metamorphoses. Furthermore, in the Filostrato the narrative situation diverges from the customary contexts in the French epic or in liturgical tradition for the use of the formulary prayer. Troiolo is neither on the verge of death nor in grave peril; indeed, his words unfold more as a song, uttered within the locus amoenus of the garden.
Sulla poesia. Studi in onore di Stefano Carrai / sabbatino marcello. - STAMPA. - (2025), pp. 145-152.
Sulla poesia. Studi in onore di Stefano Carrai
sabbatino marcello
2025
Abstract
Nel III libro del Filostrato di Boccaccio il personaggio di Troiolo dedica una lunga preghiera a Venere, sviluppando un preciso parallelismo tra gli argomenti affrontati nell’invocazione e la domanda di soccorso avanzata nell’implorazione. Questa precisa costruzione costituisce il più importante tratto formale di una modalità narrativa ampiamente diffusa nella letteratura romanza, quella delle preghiere formulari per la richiesta di una grazia. Nel ricorso a questa modalità, dove l’abilità del poeta si dimostra nella scelta adeguata dei miracoli che meglio rispondono alla situazione dell’orante, istituendo una corrispondenza tra i prodigi già operati e la nuova richiesta, Boccaccio opera un netto cambiamento in seno alla tradizione medievale. Ad essere invocato non è più il Dio cristiano e la costruzione della preghiera non si fonda più sui miracoli narrati nelle Sacre Scritture o nei Vangeli apocrifi, bensì la supplica si rivolge agli dèi pagani e il testo di riferimento è il poema Metamorphoses di Ovidio. Inoltre nel Filostrato la situazione narrativa si discosta da quella consueta nella tradizione epica francese o liturgica per l’utilizzo della preghiera formulare. Troiolo non è in punto di morte né in grave pericolo; infatti le sue parole si diffondono più come un canto, espresso nel locus amoenus del giardino. In Book III of Boccaccio’s Filostrato, Troiolo devotes a lengthy prayer to Venus, developing a precise parallelism between the arguments set forth in the invocation and the plea for aid expressed in the supplication. This deliberate construction represents the most significant formal feature of a narrative mode widely disseminated in Romance literature: the formulary prayers for the granting of a favor. In employing this mode—where the poet’s skill lies in the apt selection of miracles that best correspond to the supplicant’s situation, thereby establishing a correspondence between wonders already performed and the new request—Boccaccio enacts a decisive transformation within the medieval tradition. No longer is it the Christian God who is invoked, nor is the structure of the prayer grounded in the miracles narrated in the Holy Scriptures or in the apocryphal Gospels; rather, the supplication is directed toward the pagan gods, and its textual reference is Ovid’s Metamorphoses. Furthermore, in the Filostrato the narrative situation diverges from the customary contexts in the French epic or in liturgical tradition for the use of the formulary prayer. Troiolo is neither on the verge of death nor in grave peril; indeed, his words unfold more as a song, uttered within the locus amoenus of the garden.| File | Dimensione | Formato | |
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