It seems difficult to think and above all implement active policies of strategic interventions to safeguard the territory and the communities settled there: with every umpteenth "exceptional" event which is becoming more and more the norm, the usual tent cities arise and welcomes are improvised in the gyms. To overcome this obvious criticality, it would seem more appropriate to seek an alliance between emergency management in unpreparedness and active prevention policies, so as not to always see them in opposition. It is essentially a matter of imagining new architectural forms, perhaps unprecedented building typologies, starting from the evolution-hybridization of spatialities already in use, giving these the objective of contributing in some way to preventing the degenerative phenomena in progress and /or to manage territorial emergencies that will most likely occur. A research experience in an educational design laboratory, at the School of Architecture of Florence, specifically addressed this strategic aspect, as a way of design thinking that should be imposed, working around the theme of the multipurpose gym, imagining it as an indispensable equipment for each small community and its resilience. Sembra difficile pensare e soprattutto attuare politiche attive d'interventi strategici di salvaguardia territoriale e delle comunità ivi insediate: ad ogni ennesimo evento “eccezionale” ma che sta diventando sempre più di norma, sorgono le solite tendopoli e si improvvisano accoglienze nelle palestre. Per ovviare a questa evidente criticità, sembrerebbe più opportuno cercare un'alleanza tra la gestione dell'emergenza nell'impreparazione e le politiche attive di prevenzione, per non vederle sempre contrapposte. Si tratta, in sostanza, d'immaginare nuove forme architettoniche, tipologie edilizie forse inedite, a partire dall'evoluzione-ibridazione di spazialità già in uso, dando a queste l'obiettivo di contribuire in qualche modo a prevenire i fenomeni degenerativi in corso e/o di gestire le emergenze territoriali che si verificheranno con buona probabilità. Un'esperienza di ricerca in un Laboratorio didattico di progettazione, presso la Scuola di Architettura di Firenze, ha affrontato specificatamente questo aspetto strategico, come modalità di pensiero progettuale che si dovrebbe imporre, lavorando attorno alla tematica della palestra polivalente, immaginandola come una dotazione indispensabile per ogni comunità ristretta e la sua resilienza.
Architettura e gestione del rischio. Gli spazi polivalenti diffusi / Claudio Zanirato. - ELETTRONICO. - (2025), pp. 44-53.
Architettura e gestione del rischio. Gli spazi polivalenti diffusi
Claudio Zanirato
2025
Abstract
It seems difficult to think and above all implement active policies of strategic interventions to safeguard the territory and the communities settled there: with every umpteenth "exceptional" event which is becoming more and more the norm, the usual tent cities arise and welcomes are improvised in the gyms. To overcome this obvious criticality, it would seem more appropriate to seek an alliance between emergency management in unpreparedness and active prevention policies, so as not to always see them in opposition. It is essentially a matter of imagining new architectural forms, perhaps unprecedented building typologies, starting from the evolution-hybridization of spatialities already in use, giving these the objective of contributing in some way to preventing the degenerative phenomena in progress and /or to manage territorial emergencies that will most likely occur. A research experience in an educational design laboratory, at the School of Architecture of Florence, specifically addressed this strategic aspect, as a way of design thinking that should be imposed, working around the theme of the multipurpose gym, imagining it as an indispensable equipment for each small community and its resilience. Sembra difficile pensare e soprattutto attuare politiche attive d'interventi strategici di salvaguardia territoriale e delle comunità ivi insediate: ad ogni ennesimo evento “eccezionale” ma che sta diventando sempre più di norma, sorgono le solite tendopoli e si improvvisano accoglienze nelle palestre. Per ovviare a questa evidente criticità, sembrerebbe più opportuno cercare un'alleanza tra la gestione dell'emergenza nell'impreparazione e le politiche attive di prevenzione, per non vederle sempre contrapposte. Si tratta, in sostanza, d'immaginare nuove forme architettoniche, tipologie edilizie forse inedite, a partire dall'evoluzione-ibridazione di spazialità già in uso, dando a queste l'obiettivo di contribuire in qualche modo a prevenire i fenomeni degenerativi in corso e/o di gestire le emergenze territoriali che si verificheranno con buona probabilità. Un'esperienza di ricerca in un Laboratorio didattico di progettazione, presso la Scuola di Architettura di Firenze, ha affrontato specificatamente questo aspetto strategico, come modalità di pensiero progettuale che si dovrebbe imporre, lavorando attorno alla tematica della palestra polivalente, immaginandola come una dotazione indispensabile per ogni comunità ristretta e la sua resilienza.| File | Dimensione | Formato | |
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