Una lunga lettera di Giuseppe Giacosa al fratello Piero, del 3 marzo 1902, fornisce una dettagliata cronaca del duello di Luigi Albertini, direttore del «Corriere della sera» e genero dello scrittore per averne sposato la figlia Piera, con il redattore capo dell’«Italia del popolo», scaturito da parole offensive pubblicate su questo giornale per motivi di lotta politica. La lettera fornisce un raro spaccato di come un duello è vissuto nell’ambito familiare, con un’attenta concertazione volta a contenerne impatto e conseguenze, tra spavento per il possibile esito e compiacimento per il comportamento onorevole del congiunto. Nessuno mette in dubbio del resto l’opportunità dello scontro, necessario omaggio al “pregiudizio giornalistico” (come scrive Giacosa a Fogazzaro); per il giovane e sconosciuto direttore è l’occasione per acquisire nell’ambiente visibilità e autorevolezza, come confermano le memorie dello stesso Luigi e del fratello Alberto. Anche Giacosa aveva del resto sperimentato su di sé la forza delle convenzioni cavalleresche, rischiando di scendere sul terreno, pochi anni prima, per una polemica di argomento teatrale. A long letter from Giuseppe Giacosa to his brother Piero, dated March 3, 1902, provides a detailed account of the duel between Luigi Albertini, the editor of «Corriere della Sera» and the writer’s son-in-law (having married his daughter Piera), and the editor-in-chief of «Italia del Popolo». The duel arose from offensive remarks published in «Italia del Popolo» for political reasons. The letter offers a rare insight into how the family experienced the duel, with careful consultation aimed at limiting its impact and consequences, amid fear for the potential outcome and satisfaction with the relative’s honourable behaviour. No one doubts the appropriateness of the clash, seen as a necessary tribute to the “journalistic prejudice” (as Giacosa wrote to Fogazzaro). For the young and unknown editor, it was an opportunity to gain visibility and authority, as confirmed by the memoirs of Luigi himself and his brother Alberto. Giacosa, too, had experienced the force of chivalrous conventions first-hand, having come close to taking part in a duel a few years earlier over a theatrical controversy.
Un duello di Luigi Albertini nel racconto di Giuseppe Giacosa / Irene Gambacorti. - STAMPA. - (2025), pp. 111-123. [10.35948/SEF/978-88-6032-825-0.09]
Un duello di Luigi Albertini nel racconto di Giuseppe Giacosa
Irene Gambacorti
2025
Abstract
Una lunga lettera di Giuseppe Giacosa al fratello Piero, del 3 marzo 1902, fornisce una dettagliata cronaca del duello di Luigi Albertini, direttore del «Corriere della sera» e genero dello scrittore per averne sposato la figlia Piera, con il redattore capo dell’«Italia del popolo», scaturito da parole offensive pubblicate su questo giornale per motivi di lotta politica. La lettera fornisce un raro spaccato di come un duello è vissuto nell’ambito familiare, con un’attenta concertazione volta a contenerne impatto e conseguenze, tra spavento per il possibile esito e compiacimento per il comportamento onorevole del congiunto. Nessuno mette in dubbio del resto l’opportunità dello scontro, necessario omaggio al “pregiudizio giornalistico” (come scrive Giacosa a Fogazzaro); per il giovane e sconosciuto direttore è l’occasione per acquisire nell’ambiente visibilità e autorevolezza, come confermano le memorie dello stesso Luigi e del fratello Alberto. Anche Giacosa aveva del resto sperimentato su di sé la forza delle convenzioni cavalleresche, rischiando di scendere sul terreno, pochi anni prima, per una polemica di argomento teatrale. A long letter from Giuseppe Giacosa to his brother Piero, dated March 3, 1902, provides a detailed account of the duel between Luigi Albertini, the editor of «Corriere della Sera» and the writer’s son-in-law (having married his daughter Piera), and the editor-in-chief of «Italia del Popolo». The duel arose from offensive remarks published in «Italia del Popolo» for political reasons. The letter offers a rare insight into how the family experienced the duel, with careful consultation aimed at limiting its impact and consequences, amid fear for the potential outcome and satisfaction with the relative’s honourable behaviour. No one doubts the appropriateness of the clash, seen as a necessary tribute to the “journalistic prejudice” (as Giacosa wrote to Fogazzaro). For the young and unknown editor, it was an opportunity to gain visibility and authority, as confirmed by the memoirs of Luigi himself and his brother Alberto. Giacosa, too, had experienced the force of chivalrous conventions first-hand, having come close to taking part in a duel a few years earlier over a theatrical controversy.| File | Dimensione | Formato | |
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