La popolazione italiana è in forte e rapido invecchiamento, ma, per la parte che dipende dalla migliorata sopravvivenza, a questo si può ovviare con adeguato e automatico aggiustamento di tutte le età “soglia”, che segnano un passaggio tra stati: non solo quella pensionabile, ma, ad esempio, anche quella che convenzionalmente separa i giovani dagli adulti. Il miglior modo di adeguare queste età soglia quando varia la mortalità è quello dell’invarianza delle quote di vita al livello preferito dalla collettività. Per farlo, bastano semplici elaborazioni sulle tavole di mortalità del momento, annualmente prodotte dall’Istat. Il procrastinamento dell’uscita dal mondo del lavoro è già in atto, pur se probabilmente con ritmi ancora troppo lenti. Si può trarre soddisfazione da una permanenza nel mondo del lavoro che si prolunghi anche alle età mature, ma a certe condizioni. Tra queste, oltre a un miglioramento degli ambienti di lavoro e un adeguamento delle funzioni, sono da prendere in considerazione una maggiore flessibilità dell’orario e un maggior ricorso al part time. La necessità di introdurre cambiamenti di questo tipo non sembra però essere stata ancora recepita dalle le parti sociali. Agli anni di pensionamento conviene prepararsi per tempo: percorsi formativi, formali e informali, che sfruttino al meglio le potenzialità e le competenze di ognuno sono possibili, ma ancora non sufficientemente diffusi. La mortalità è in calo, ma le iniquità rimangono forti. La vedovanza ed esempio è un notevole fattore di rischio aggiuntivo. Così anche il basso grado di istruzione, o il fatto di vivere nelle aree più svantaggiate del Paese, prevalentemente localizzate nel Mezzogiorno
Longevità, salute e vita attiva / Gustavo De Santis, Elisabetta Barbi, Vanna Boffo, Luigi Burroni, Chiara Comolli, Luisa Frova, Eleonora Trappolini. - ELETTRONICO. - (2025), pp. 32-52.
Longevità, salute e vita attiva
Gustavo De Santis
;Elisabetta BarbiMembro del Collaboration Group
;Vanna BoffoMembro del Collaboration Group
;Luigi BurroniMembro del Collaboration Group
;Chiara ComolliMembro del Collaboration Group
;Eleonora TrappoliniMembro del Collaboration Group
2025
Abstract
La popolazione italiana è in forte e rapido invecchiamento, ma, per la parte che dipende dalla migliorata sopravvivenza, a questo si può ovviare con adeguato e automatico aggiustamento di tutte le età “soglia”, che segnano un passaggio tra stati: non solo quella pensionabile, ma, ad esempio, anche quella che convenzionalmente separa i giovani dagli adulti. Il miglior modo di adeguare queste età soglia quando varia la mortalità è quello dell’invarianza delle quote di vita al livello preferito dalla collettività. Per farlo, bastano semplici elaborazioni sulle tavole di mortalità del momento, annualmente prodotte dall’Istat. Il procrastinamento dell’uscita dal mondo del lavoro è già in atto, pur se probabilmente con ritmi ancora troppo lenti. Si può trarre soddisfazione da una permanenza nel mondo del lavoro che si prolunghi anche alle età mature, ma a certe condizioni. Tra queste, oltre a un miglioramento degli ambienti di lavoro e un adeguamento delle funzioni, sono da prendere in considerazione una maggiore flessibilità dell’orario e un maggior ricorso al part time. La necessità di introdurre cambiamenti di questo tipo non sembra però essere stata ancora recepita dalle le parti sociali. Agli anni di pensionamento conviene prepararsi per tempo: percorsi formativi, formali e informali, che sfruttino al meglio le potenzialità e le competenze di ognuno sono possibili, ma ancora non sufficientemente diffusi. La mortalità è in calo, ma le iniquità rimangono forti. La vedovanza ed esempio è un notevole fattore di rischio aggiuntivo. Così anche il basso grado di istruzione, o il fatto di vivere nelle aree più svantaggiate del Paese, prevalentemente localizzate nel Mezzogiorno| File | Dimensione | Formato | |
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