Il brano *“Cosa resta della pandemia”* riflette sulle conseguenze sociali, culturali e morali della crisi da Covid-19, interpretandola come un’occasione mancata di cambiamento collettivo. La pandemia ha rivelato la fragilità del mondo contemporaneo e l’impatto distruttivo dell’uomo sulla natura e sui propri simili, offrendo la possibilità di ripensare il modello di sviluppo e il rapporto con l’ambiente. Tuttavia, secondo gli autori, tale possibilità non è stata colta: il Covid non è stato trasformato in un trauma collettivo né in una memoria pubblica condivisa, ma è rimasto frammentato in esperienze individuali e ricordi dispersi. A prevalere, dunque, è la delusione per il “nulla sarà come prima” rimasto inascoltato, segno della mancanza di grandi visioni e della crescente competizione globale che impedisce di guardare al futuro. Nonostante ciò, l’esperienza pandemica ha generato una maggiore consapevolezza della vulnerabilità umana e dell’urgenza di cooperare di fronte alle crisi globali. Il testo si chiude con un auspicio: che la pandemia non resti un’occasione sprecata, ma diventi uno stimolo per costruire un modello di convivenza più solidale e sostenibile. The passage *“What Remains of the Pandemic”* reflects on the social, cultural, and moral consequences of the Covid-19 crisis, interpreting it as a missed opportunity for collective change. The pandemic revealed the fragility of the contemporary world and the destructive impact of humans on nature and on one another, offering a chance to rethink our development model and our relationship with the environment. However, according to the authors, this opportunity was not seized: Covid-19 was not transformed into a collective trauma or a shared public memory, but remained fragmented into individual experiences and scattered recollections. What prevails, therefore, is disappointment at the unfulfilled promise that “nothing will ever be the same,” a sign of the lack of guiding ideals and of the growing global competition that prevents us from looking to the future. Nevertheless, the pandemic experience has fostered greater awareness of human vulnerability and of the need for cooperation in the face of global crises. The text closes with a hopeful note: that the pandemic will not remain a wasted opportunity but instead serve as an incentive to build a more supportive and sustainable model of coexistence.
Tante storie della pandemia, nessuna grande storia / Laura Leonardi, Massimo Pendenza, Lorenzo Migliorati, Vincenzo Romania. - ELETTRONICO. - legami sociali:(2025), pp. 8-30. [10.61014/legamisocialiricerca/16]
Tante storie della pandemia, nessuna grande storia
Laura Leonardi;
2025
Abstract
Il brano *“Cosa resta della pandemia”* riflette sulle conseguenze sociali, culturali e morali della crisi da Covid-19, interpretandola come un’occasione mancata di cambiamento collettivo. La pandemia ha rivelato la fragilità del mondo contemporaneo e l’impatto distruttivo dell’uomo sulla natura e sui propri simili, offrendo la possibilità di ripensare il modello di sviluppo e il rapporto con l’ambiente. Tuttavia, secondo gli autori, tale possibilità non è stata colta: il Covid non è stato trasformato in un trauma collettivo né in una memoria pubblica condivisa, ma è rimasto frammentato in esperienze individuali e ricordi dispersi. A prevalere, dunque, è la delusione per il “nulla sarà come prima” rimasto inascoltato, segno della mancanza di grandi visioni e della crescente competizione globale che impedisce di guardare al futuro. Nonostante ciò, l’esperienza pandemica ha generato una maggiore consapevolezza della vulnerabilità umana e dell’urgenza di cooperare di fronte alle crisi globali. Il testo si chiude con un auspicio: che la pandemia non resti un’occasione sprecata, ma diventi uno stimolo per costruire un modello di convivenza più solidale e sostenibile. The passage *“What Remains of the Pandemic”* reflects on the social, cultural, and moral consequences of the Covid-19 crisis, interpreting it as a missed opportunity for collective change. The pandemic revealed the fragility of the contemporary world and the destructive impact of humans on nature and on one another, offering a chance to rethink our development model and our relationship with the environment. However, according to the authors, this opportunity was not seized: Covid-19 was not transformed into a collective trauma or a shared public memory, but remained fragmented into individual experiences and scattered recollections. What prevails, therefore, is disappointment at the unfulfilled promise that “nothing will ever be the same,” a sign of the lack of guiding ideals and of the growing global competition that prevents us from looking to the future. Nevertheless, the pandemic experience has fostered greater awareness of human vulnerability and of the need for cooperation in the face of global crises. The text closes with a hopeful note: that the pandemic will not remain a wasted opportunity but instead serve as an incentive to build a more supportive and sustainable model of coexistence.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Il+trauma+raccontato_DIGITALE.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Pdf editoriale (Version of record)
Licenza:
Open Access
Dimensione
1.98 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.98 MB | Adobe PDF |
I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



