Nell’ambito di una ricerca europea sulle “maisons des champes”, un’indagine che riguarda le abitazioni di campagna di Isabella d’Este e in particolare la villa di Porto, riservata alle marchese di Mantova. Questa delizia suburbana, demolita fra Settecento e Ottocento, è analizzata attraverso le carte d’archivio, la documentazione iconografica, le descrizioni di poeti e scrittori. Il “palazzo di Madama” è un ambiente alternativo alla residenza ufficiale nel castello di Mantova e può diventare un rifugio dai conflitti familiari o dai problemi della corte. È un luogo letterario, frequentato da Baldassarre Castiglione e dove Matteo Bandello ambienta alcune novelle. In un sito poco distante Isabella disegna un “casino bizarro” e propone un’inedita interpretazione al femminile del “principe architetto”. In seguito accetta un progetto alternativo di Biagio Rossetti e organizza la provvista dei materiali da costruzione. Le riflessioni sul termine “casino”, inconsueto nel primo Cinquecento, individuano un precedente in una composizione poetica, dedicata proprio a Isabella e relativa al giardino bolognese della Viola.
Le residenze di campagna di Isabella d'Este / A. BELLUZZI. - STAMPA. - (2006), pp. 105-116.
Le residenze di campagna di Isabella d'Este
BELLUZZI, AMEDEO
2006
Abstract
Nell’ambito di una ricerca europea sulle “maisons des champes”, un’indagine che riguarda le abitazioni di campagna di Isabella d’Este e in particolare la villa di Porto, riservata alle marchese di Mantova. Questa delizia suburbana, demolita fra Settecento e Ottocento, è analizzata attraverso le carte d’archivio, la documentazione iconografica, le descrizioni di poeti e scrittori. Il “palazzo di Madama” è un ambiente alternativo alla residenza ufficiale nel castello di Mantova e può diventare un rifugio dai conflitti familiari o dai problemi della corte. È un luogo letterario, frequentato da Baldassarre Castiglione e dove Matteo Bandello ambienta alcune novelle. In un sito poco distante Isabella disegna un “casino bizarro” e propone un’inedita interpretazione al femminile del “principe architetto”. In seguito accetta un progetto alternativo di Biagio Rossetti e organizza la provvista dei materiali da costruzione. Le riflessioni sul termine “casino”, inconsueto nel primo Cinquecento, individuano un precedente in una composizione poetica, dedicata proprio a Isabella e relativa al giardino bolognese della Viola.File | Dimensione | Formato | |
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